L'intervento illustra alcuni aspetti della sharing economy che si fonda principalmente su tre fattori chiave: condivisione di beni e competenze, relazioni orizzontali tra individui e organizzazioni, nuove piattaforme e tecnologie informatiche. Dalla combinazione di questi elementi è nato anche il coworking, un nuovo stile lavorativo che coinvolge a livello mondiale un'ampia gamma di professionisti della conoscenza che mettono in comune luoghi fisici e digitali, attivando potenti processi innovativi e creativi, capaci di generare ricchezza e benessere.
Che si tratti di condividere spazi, tempo, informazioni, documenti, servizi, la sharing economy sta aprendo nuove opportunità di evoluzione anche per i bibliotecari che, se da una parte, tramite spazi di coworking pubblico allestiti in biblioteca, possono fornire una rete fisica affidabile, di sostegno, aperta ad architetti, designer, consulenti di marketing, traduttori, programmatori informatici, ingegneri, piccoli artigiani locali ecc, dall'altra, attraverso adeguati servizi di mobile reference e di digital library (che garantiscano ai coworkers l'accesso ai dati e ai contenuti allo stesso modo in cui lo fanno, per esempio, gli utenti delle biblioteche accademiche o pubbliche), possono rendersi utili anche negli spazi privati, fuori dalla mura tra le quali hanno sempre operato.
Ritorno alla realtà: biblioteche digitali e spazi di coworking nell'epoca dell'economia della condivisione
1. Ritorno alla realtà
biblioteche digitali e spazi di coworking
nell'epoca dell'economia della condivisione
Tommaso Paiano, Warehouse Coworking Factory, Marotta (PU)
2. Nell’epoca digitale le biblioteche riacquistano centralità
come spazi fisici e i bibliotecari si possono proporre sempre
di più come professionisti della conoscenza e
dell'informazione anche fuori dalla biblioteca.
1. Il mondo del lavoro
2. La sharing economy
3. Il coworking
4. Che c’entrano le biblioteche?
5. E i bibliotecari?
6. Uscire dalla clandestinità
tommasopaiano71@gmail.com
www.warehouse.marche.it
5. Rivoluzione?
Cambiamento?
● sistema finanziario
● sistema delle imprese transnazionali
● sistema dei trasporti
● sistema della governance europea e internazionale
● sistema delle informazioni (nel quale anche i
bibliotecari operano)
8. Workplace Trends: smart working
1. Telecommuting
2. Results-Only Work Environment (ROWE)
3. Hot Desking
4. Offsite meetings
5. Intrapreneurship
6. Sharing economy
9. Workplace Trends
Telecommuting: modo di lavorare indipendente dalla
localizzazione geografica dell'ufficio o dell'azienda, facilitato
dall'uso di strumenti informatici e telematici e caratterizzato
da una flessibilità sia nell’organizzazione, sia nelle modalità
di svolgimento.
10. Workplace Trends
Results-Only Work Environment (ROWE). I risultati sono l'unico
scopo del lavoro. Il lavoratore stesso può definire il proprio piano
di lavoro e decidere quando e per quanto tempo fermarsi.
11. Workplace Trends
Hot Desking: sistema di organizzazione dell'ufficio che coinvolge
più lavoratori che si alternano su una singola postazione di lavoro.
14. Workplace Trends
Sharing economy: modello lavorativo basato su di un insieme
di pratiche di scambio e condivisione siano questi beni
materiali, servizi o conoscenze
17. L'emergere dell'Internet delle cose sta dando vita al "Commons
collaborativo", il primo nuovo paradigma economico a prendere piede
dall'avvento del capitalismo e del socialismo nel XIX secolo.
Motore di questa rivoluzione del nostro modo di produrre e consumare è
l'"Internet delle cose", un'infrastruttura intelligente formata dal virtuoso
intreccio di Internet delle comunicazioni, Internet dell'energia e Internet della
logistica, che avrà l'effetto di spingere la produttività fino al punto in cui il
costo marginale di numerosi beni e servizi sarà quasi azzerato, rendendo gli
uni e gli altri praticamente gratuiti, abbondanti e non più soggetti alle forze del
mercato.
Il diffondersi del costo marginale zero sta generando un'economia ibrida, in
parte orientata al mercato capitalistico e in parte al Commons collaborativo,
con ricadute sociali notevolissime. Rifkin racconta come i prosumers,
consumatori diventati produttori in proprio, generano e condividono su scala
laterale e paritaria informazioni, intrattenimento, energia verde e prodotti
realizzati con la stampa 3D a costi marginali… Jeremy Rifkin
18. 1. consumo collaborativo: cioè l'accesso a beni o servizi attraverso il
baratto, il noleggio, il prestito, il commercio, il leasing, la rivendita (gruppi di acquisto
solidale, cohousing, carsharing, couchsurfing, ecc)
2. produzione collaborativa: gruppi o reti di progettazione condivisa che
producono e distribuiscono beni e servizi (coworking, codesign, fablab, ecc)
3. apprendimento collaborativo: imparare insieme a partire da
esperienze, competenze e conoscenze condivise (corsi, network online);
4. finanziamento collaborativo: prestiti e investimenti effettuati da individui
o gruppi al di fuori delle istituzioni finanziarie tradizionali (crowdfunding, social
lending).
19.
20. 1. parità tra uomini e donne
2. alti livelli di istruzione
3. vecchie e nuove professionalità coinvolte
4. spazi comuni e individuali
5. postazioni di lavoro e aree relax
6. condivisione e serendipity
7. incremento del capitale sociale
8. esternalità positive per le aziende del territorio
9. riqualificazione urbana
10. collaborazione pubblico-privato
11. mutualismo
12. formazione e competenze
21.
22.
23. E le biblioteche?
“At its best the library is the prototype of a convivial
tool. Repositories for other learning tools can be
organized on its model, expanding access to tapes,
pictures, records, and very simple labs filled with the
same scientific instruments with which most of the
major breakthroughs of the last century were made.”
Ivan Illich, Tools for Conviviality, 1973
24. E le biblioteche?
Si vanno diffondendo all'interno delle biblioteche spazi e servizi
dedicati a makers, fablab e, in particolare all'estero, spazi di
coworking. Le parole chiave più ricorrenti nelle esperienze e negli
studi di settore all'estero individuano la biblioteca come supporto e
servizio all’autoimpiego e ai nuovi imprenditori; piccole e grandi
incubatrici di startup; spazio per la community collaboration,
coworking, digital media labs, hackerspaces
25.
26. E le biblioteche?
1. postazioni singole e sale riunioni
2. aree per parlare al telefonino
3. aree per fare videoconferenze
4. collezioni cartacee e digitali
5. reference e fornitura di
informazione personalizzata
6. utenti come risorse per altri utenti
7. personale bibliotecario competente
27.
28. Avviata a fine Anni Ottanta, la rete bresciano-cremonese unisce 275 biblioteche e si è
fatta portatrice primaria del cambiamento culturale innescato dall’innovazione
tecnologica, offrendo ai propri utenti servizi digitali e virtuali di alta qualità, tra i quali una
medialibrary online che conta 10mila utenti, la connessione wi-fi in biblioteca, l’utilizzo di
tecnologia barcode e RFID per gestione prestiti e antitaccheggio ecc. Servizi che si
prospetta di ampliare, con attenzione all’esigenza di creare spazi di networking
e co-working e con riguardo alle esigenze della popolazione anziana, come
annunciato da Raffaele Gareri, direttore Territorio e Innovazione della Provincia di
Brescia intervistato da Agenda Digitale.
<http://www.artribune.com/2015/02/biblioteche-un-nuovo-ruolo-per-lo-sviluppo-del-paese/>
Biblioteche. Un nuovo ruolo per lo sviluppo del Paese
34. “Now we only ask what
people have to learn and
then invest in a means to
teach them. We should
learn to ask first what
people need if they want
to learn and provide
these tools for them.”