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Auguri alla città, navigando tra storia e poesia Ipertesto multimediale Alunni classe V- Ins. Massaro Rosa anno scol.2005/ 06
LA STORIA POTENZA CAPOLUOGO Potenza celebra i 200 anni di città capoluogo. L’elevazione di Potenza a capoluogo della Basilicata fu decisa da Giuseppe Bonaparte con la legge generale sulla suddivisione e sull’amministrazione delle province del Regno delle due Sicilie , l’8 agosto 1806. La scelta di Potenza, in sostituzione della più decentrata Matera, obbediva a criteri di riorganizzazione territoriale ed amministrativa dell’intera provincia: il nuovo capoluogo, infatti, era più vicino a Napoli e quindi meglio collegato alla capitale del Regno. Ciò, tra l’altro, rendeva in qualche modo meno periferico, e perciò meglio governabile, l’intero territorio regionale. A Potenza capoluogo risultavano assegnate, grazie al nuovo ordinamento, funzioni istituzionali diverse , diventava una provincia, intesa come unità amministrativa territoriale, alla quale facevano capo i comuni. Da allora Potenza si è arricchita di molti palazzi nobiliari . In occasione di questa ricorrenza sono previste molte manifestazioni e convegni. ILENIA Gioacchino Murat
LA PROVINCIA SOTTO IL DOMINIO FRANCESE Abbiamo letto questi fatti su  STORIA DELLA BASILICATA raccontata ai ragazzi Tommaso Pedio Appia 2 Editrice Venosa L’eversione della Feudalità: I baroni diventano “ galantuomini” I ribelli diventano briganti Il brigante Taccone
Il Risorgimento La Basilicata ha offerto un notevole contributo al  Risorgimento italiano ,  sia pure  con diverse  contrapposizioni tra galantuomini e contadini. I galantuomini volevano conservare le proprietà in loro possesso e i contadini reclamavano i propri diritti sulle terre dei demani.
Il costume Il costume potentino si componeva del  sottaniello, fascitella  color amaranto, camicia bianca, busto o corpetto con guarnizioni di nastrino fiorato o dorato di lana o seta gialla, calze bianche,  vandesino  di seta o lana di tinte tenui. In testa il  maccaturo  giallo le cui estremità venivano ripiegate sul capo.
RICORDI 1920 - 1934Compaiono le corriere in Piazza Sedile 1895 - 1919 Portasalza era il borgo dei ramai: in molte botteghe si lavoravano e vendevano oggetti di rame per uso domestico
Passeggiando per la città   clicca su  e scopri i  Toponimi
Toponimi
Teatro Stabile Via Pretoria Via Pretoria
Piazza Bonaventura Al numero civico 220 di Via Pretoria si trova un bel portale in pietra grigia a bugne squadrate singole e doppie. Dopo un breve tratto, sul lato sinistro, si trova vico San Beato Bonaventura da Potenza dove si trova la cappella del Beato Bonaventura. Era in origine la casa natale del Beato, trasformata agli inizi del 1900, sulla facciata venne apposta la seguente lapide "nel 4 gennaio 1651/da/Lello Lavagna a Caterina Pica/ qui nacque San Bonaventura/ nel 26 ottobre 1711/ da padre conventuale/ morì in Ravello/ che a patrono celeste onorasi averlo/la cittadinanza potentina/questo sacello dell'oblio rivendicando/nel 1904 restaurò ed abbelì/a perpetua ricordanza". Il prospetto è in pietra liscia a quadroni con una finestra a lunetta, sistemazione realizzata nel 1959. Un campaniletto a vela è sistemato sul lato sinistro del tetto. All'interno, sulla parete destra è situato un dipinto del Prayer realizzato nel 1949, raffigurante l' «Ultima Cena»…. L'unico altare è in marmo rosso in forme barocche, di discreta fattura, anche questo arredo è probabile che non sia stato realizzato per la cappella, ma di altra provenienza, nella parete sopra l'altare è sistemata una tela del pittore potentino Vincenzo Busciolano del 1907. Il dipinto raffigura il Beato Bonaventura in estasi davanti ad un altare con il tabernacolo.  da www.comune.potenza.it
Via PRETORIA VIA PRETORIA ll centro storico è percorso dalla stretta e accogliente Via Pretoria, che un tempo conduceva al castello del XVI sec. di cui oggi rimane solo una torre. Ai lati della strada principale si dispiegano vicoli e stradine che conducono in caratteristici angoli in cui si possono ancora assaporare il gusto, le forme, i colori dell'antichità. Via Pretoria, che taglia a metà il centro, è costeggiata da palazzi che, stretti gli uni agli altri, fanno da cornice al percorso conferendogli una nota di eleganza. Raffinati e sobri palazzi arricchiscono il centro: in P.zza Mario Pagano, cuore della città, il Palazzo del Governo e il Teatro Stabile, più avanti si incontrano Palazzo Giuliani, Palazzo Galasso, Palazzo Loffredo.
Le porte Porta S. Luca ta Porta S. Gerardo Portasalza Portamendola Porta S. Giovanni Porta della Trinità
Porta S. Giovanni SAN GIOVANNI Vico 49 Porta San Giovanni UBICAZIONE ATTUALE: via Caserma Lucania DENOMINAZIONI DIVERSE: strada Spirito Santo - quintana di Nolè - vico Pietrafesa - vico Mantiglia - vico Cherubino - vico Claps. Nella piazza antistante l'ex palazzo Corrado si nota subito la parte interna di "Porta San Giovanni", la terza porta urbana della città medioevale preceduta da una rampa a gradoni. Attraversando la porta si possono vedere, nel largo antistante la via Caserma Lucania, due torri, una di fronte all'altra situata al termine delle residue mura di cinta che si sviluppano a lato della porta. Le torri risultano largamente rimaneggiate in epoca aragonese.  Superando l'isolato posto a destra, guardando la porta, e girando sul retro si trova una terza torre più bassa delle precedenti ed appartenente anch'essa all'antico sistema difensivo. Ritornando alla porta urbana costeggiando la cortina muraria a sinistra, superando la torre e salendo la gradinata di fronte si arriva in via Due Torri, dietro il palazzo del Municipio, nella quale sono rimaste altre due torri, attualmente rispecchianti il periodo aragonese. Ritornando in via Pretoria, facendo il percorso inverso si trova il bel portale di Palazzo Giuliani, ex Palazzo Centomani, dove si supera un elegante portale in pietra che precede un doppio arco con volta a crociera il quale si apre su un elegante cortiletto.
Porta S. Gerardo SAN GERARDO Vico 78 San Gerardo UBICAZIONE ATTUALE: via Vincenzo Scafarelli DENOMINAZIONI DIVERSE: strada del Seminario - vico Muccetto  Il toponimo denomina l'intero vicolo che dal largo Duomo raggiunge la strada extramurale San Gerardo fiancheggiante la Cattedrale, dedicata al Patrono della Città San Gerardo, il Seminario e la Mensa Vescovile. Il catasto, infatti, censisce in questo vicolo, oltre a 20 case, 10 sottani e 2 cantine, la chiesa con sacrestia, la camera dei sacramenti di membri 3, l'abitazione degli alunni di membri 20, camerone di membri 1 e la Mensa Vescovile di membri 28. San Gerardo della Porta, da Piacenza, è stato vescovo di Potenza per 8 anni a datare dal 1111. Soltanto a seguito di lavori di consolidamento e restauro, sui quali si sofferma ampiamente Messina, è stato possibile scoprire alcuni mosaici di particolare interesse storico-artistico, che, tra l'altro, hanno consentito di accertare l'edificazione del Duomo sulle preesistenze di una basilica paleocristiana del IV secolo d.C., il che lascia presupporre la presenza di un insediamento antropico sull'area circostante la chiesa.    
                  PORTAMENDOLA Non più esistente DENOMINAZIONI DIVERSE: quintana di Pomponio - via delle Scuole Il toponimo deriva dal nome della "porta" sul lato meridionale dell'abitato, dove, secondo la tradizione popolare, fioriva l'albero del mandorlo. Le prime notizie rinvenute su questo sito risalgono al XVI secolo: Riviello definisce il luogo fuori della porta, ossia la scarpata incisa di calanchi, versante luridissimo e scosceso.  Si tratta, in effetti, di una "porta" che non aveva alcuna importanza per la strategia di difesa della città, per l'accesso pedonale e per i traffici veicolari. La porta era adiacente alla torretta, che il popolo chiamava la "torre dalle uova d'oro", abbattuta da circa 50 anni. Nel 1830 il confratello Gerardo Genovese la"cede" alla Confraternita del Monte di Morti. Nel 1862 si decide di risanare il luogo con l'abbattimento di alcune casupole e dei ruderi antichi, per iniziare la costruzione della scalinata di collegamento tra via del Popolo e via Meridionale, denominata dapprima Scala del Popolo e poi Gradinata Vittorio Emanuele II.
                                          Non più esistente Il toponimo deriva dall'antico nome del casale, costruito a margine dell'abitato e da questo separato dal fossato e dall'omonima porta che fino alla sua demolizione ha significato l'unico ingresso carrabile controllato alla città.  La forma architettonica dell'ingresso non è documentata neppure dalla descrizione dell'entrata in città di don Alfonso de Guevara nel 1578 che il cancelliere dell'Università annota nel Verbale, conservato nel Registro relativo al triennio 1578-1580. Il ponte levatoio ed il fossato costituivano l'unica struttura di accesso. Sull'importanza della porta e sull'esatta ubicazione della stessa non vi sono incertezze dopo la lettura della "relazione Marchi", che porta alla compilazione della "prima" toponomastica ufficiale di Potenza: " Nel 1816 venne abbattuta. In questo modo il borgo o rione di Portasalza, sorto al di fuori della porta, venne aggregato alla Città.  PORTA SALZA
Porta S. Luca                                 SAN LUCA Vico 6 Porta San Luca UBICAZIONE ATTUALE: via e rampa Manhes DENOMINAZIONI DIVERSE: strada di la Porta vecchia Attraversando via San Luca e, proseguendo diritti, per il vico Corrado si raggiunge via Pretoria nel tratto di fronte all'attuale Caserma dei Carabinieri, che occupa l'ex convento delle Chiariste di San Luca, a sinistra del fabbricato, dopo una breve rampa di gradoni si trova "Porta San Luca": la seconda delle porte urbane della città medioevale, della quale è rimasto un arco a tutto sesto in conci di pietra calcarea, che presenta anche parte del paramento murario in pietra squadrate e lavorate faccia a vista.  Sul retro della porta sono ancora in loco i due conci di pietra sporgenti che portano il foro dei cardini del grande portone di legno che veniva chiuso al tramonto.
TRINITA'        Non più esistente DENOMINAZIONI DIVERSE: Tassiello Porta Trinità, detta anche Tassiello fu una porta di minore importanza rispetto alle altre e per quanto si sa, non ebbe mai uno sbocco per uscire dalla Città. Consentiva, infatti di accedere a Largo Tassiello denominato successivamente piazza Duca della Verdura (dal nome di Francesco Benso Duca della Verdura, Intendente della provincia di Basilicata dal 1842 al 1847. Il Regolamento di Polizia Urbana e Rurale stabilì che dal 1845 nel largo si dovesse svolgere la vendita della carne e del pesce.  Il sito era centrale, ma piuttosto angusto, malsano, inospitale; era invaso dalla spazzatura, non era pavimentato e di giorno e di notte circolavano animali in cerca di cibo. Nel luglio del 1943, a seguito dei lavori di ampliamento del Largo Tassiello, la Porta Trinità fu sostituita da una sorta di vicolo virtuale.
VIA DELLE SACRE CHIESE Parallela a Via Pretoria ma più stretta e tortuosa, è la cosiddetta "Via sacra delle chiese": tra vicoli e cunicoli si presentano all'occhio attento dell'osservatore piccole perle tra cui figurano la romanica Chiesa di S. Michele, la duecentesca Chiesa di S. Francesco e l'imponente Duomo di S. Gerardo.  Nei pressi della Chiesa di S. Michele, il Borgo S. Lucia con i suoi vicoli e le sue piccole case in pietra, rappresenta uno dei tanti suggestivi scorci che impreziosiscono il centro della città.
Potenza , la città delle scale!

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Auguri mia città

  • 1. Auguri alla città, navigando tra storia e poesia Ipertesto multimediale Alunni classe V- Ins. Massaro Rosa anno scol.2005/ 06
  • 2. LA STORIA POTENZA CAPOLUOGO Potenza celebra i 200 anni di città capoluogo. L’elevazione di Potenza a capoluogo della Basilicata fu decisa da Giuseppe Bonaparte con la legge generale sulla suddivisione e sull’amministrazione delle province del Regno delle due Sicilie , l’8 agosto 1806. La scelta di Potenza, in sostituzione della più decentrata Matera, obbediva a criteri di riorganizzazione territoriale ed amministrativa dell’intera provincia: il nuovo capoluogo, infatti, era più vicino a Napoli e quindi meglio collegato alla capitale del Regno. Ciò, tra l’altro, rendeva in qualche modo meno periferico, e perciò meglio governabile, l’intero territorio regionale. A Potenza capoluogo risultavano assegnate, grazie al nuovo ordinamento, funzioni istituzionali diverse , diventava una provincia, intesa come unità amministrativa territoriale, alla quale facevano capo i comuni. Da allora Potenza si è arricchita di molti palazzi nobiliari . In occasione di questa ricorrenza sono previste molte manifestazioni e convegni. ILENIA Gioacchino Murat
  • 3. LA PROVINCIA SOTTO IL DOMINIO FRANCESE Abbiamo letto questi fatti su STORIA DELLA BASILICATA raccontata ai ragazzi Tommaso Pedio Appia 2 Editrice Venosa L’eversione della Feudalità: I baroni diventano “ galantuomini” I ribelli diventano briganti Il brigante Taccone
  • 4. Il Risorgimento La Basilicata ha offerto un notevole contributo al Risorgimento italiano , sia pure con diverse contrapposizioni tra galantuomini e contadini. I galantuomini volevano conservare le proprietà in loro possesso e i contadini reclamavano i propri diritti sulle terre dei demani.
  • 5. Il costume Il costume potentino si componeva del sottaniello, fascitella color amaranto, camicia bianca, busto o corpetto con guarnizioni di nastrino fiorato o dorato di lana o seta gialla, calze bianche, vandesino di seta o lana di tinte tenui. In testa il maccaturo giallo le cui estremità venivano ripiegate sul capo.
  • 6. RICORDI 1920 - 1934Compaiono le corriere in Piazza Sedile 1895 - 1919 Portasalza era il borgo dei ramai: in molte botteghe si lavoravano e vendevano oggetti di rame per uso domestico
  • 7. Passeggiando per la città clicca su e scopri i Toponimi
  • 9. Teatro Stabile Via Pretoria Via Pretoria
  • 10. Piazza Bonaventura Al numero civico 220 di Via Pretoria si trova un bel portale in pietra grigia a bugne squadrate singole e doppie. Dopo un breve tratto, sul lato sinistro, si trova vico San Beato Bonaventura da Potenza dove si trova la cappella del Beato Bonaventura. Era in origine la casa natale del Beato, trasformata agli inizi del 1900, sulla facciata venne apposta la seguente lapide "nel 4 gennaio 1651/da/Lello Lavagna a Caterina Pica/ qui nacque San Bonaventura/ nel 26 ottobre 1711/ da padre conventuale/ morì in Ravello/ che a patrono celeste onorasi averlo/la cittadinanza potentina/questo sacello dell'oblio rivendicando/nel 1904 restaurò ed abbelì/a perpetua ricordanza". Il prospetto è in pietra liscia a quadroni con una finestra a lunetta, sistemazione realizzata nel 1959. Un campaniletto a vela è sistemato sul lato sinistro del tetto. All'interno, sulla parete destra è situato un dipinto del Prayer realizzato nel 1949, raffigurante l' «Ultima Cena»…. L'unico altare è in marmo rosso in forme barocche, di discreta fattura, anche questo arredo è probabile che non sia stato realizzato per la cappella, ma di altra provenienza, nella parete sopra l'altare è sistemata una tela del pittore potentino Vincenzo Busciolano del 1907. Il dipinto raffigura il Beato Bonaventura in estasi davanti ad un altare con il tabernacolo. da www.comune.potenza.it
  • 11. Via PRETORIA VIA PRETORIA ll centro storico è percorso dalla stretta e accogliente Via Pretoria, che un tempo conduceva al castello del XVI sec. di cui oggi rimane solo una torre. Ai lati della strada principale si dispiegano vicoli e stradine che conducono in caratteristici angoli in cui si possono ancora assaporare il gusto, le forme, i colori dell'antichità. Via Pretoria, che taglia a metà il centro, è costeggiata da palazzi che, stretti gli uni agli altri, fanno da cornice al percorso conferendogli una nota di eleganza. Raffinati e sobri palazzi arricchiscono il centro: in P.zza Mario Pagano, cuore della città, il Palazzo del Governo e il Teatro Stabile, più avanti si incontrano Palazzo Giuliani, Palazzo Galasso, Palazzo Loffredo.
  • 12. Le porte Porta S. Luca ta Porta S. Gerardo Portasalza Portamendola Porta S. Giovanni Porta della Trinità
  • 13. Porta S. Giovanni SAN GIOVANNI Vico 49 Porta San Giovanni UBICAZIONE ATTUALE: via Caserma Lucania DENOMINAZIONI DIVERSE: strada Spirito Santo - quintana di Nolè - vico Pietrafesa - vico Mantiglia - vico Cherubino - vico Claps. Nella piazza antistante l'ex palazzo Corrado si nota subito la parte interna di "Porta San Giovanni", la terza porta urbana della città medioevale preceduta da una rampa a gradoni. Attraversando la porta si possono vedere, nel largo antistante la via Caserma Lucania, due torri, una di fronte all'altra situata al termine delle residue mura di cinta che si sviluppano a lato della porta. Le torri risultano largamente rimaneggiate in epoca aragonese. Superando l'isolato posto a destra, guardando la porta, e girando sul retro si trova una terza torre più bassa delle precedenti ed appartenente anch'essa all'antico sistema difensivo. Ritornando alla porta urbana costeggiando la cortina muraria a sinistra, superando la torre e salendo la gradinata di fronte si arriva in via Due Torri, dietro il palazzo del Municipio, nella quale sono rimaste altre due torri, attualmente rispecchianti il periodo aragonese. Ritornando in via Pretoria, facendo il percorso inverso si trova il bel portale di Palazzo Giuliani, ex Palazzo Centomani, dove si supera un elegante portale in pietra che precede un doppio arco con volta a crociera il quale si apre su un elegante cortiletto.
  • 14. Porta S. Gerardo SAN GERARDO Vico 78 San Gerardo UBICAZIONE ATTUALE: via Vincenzo Scafarelli DENOMINAZIONI DIVERSE: strada del Seminario - vico Muccetto Il toponimo denomina l'intero vicolo che dal largo Duomo raggiunge la strada extramurale San Gerardo fiancheggiante la Cattedrale, dedicata al Patrono della Città San Gerardo, il Seminario e la Mensa Vescovile. Il catasto, infatti, censisce in questo vicolo, oltre a 20 case, 10 sottani e 2 cantine, la chiesa con sacrestia, la camera dei sacramenti di membri 3, l'abitazione degli alunni di membri 20, camerone di membri 1 e la Mensa Vescovile di membri 28. San Gerardo della Porta, da Piacenza, è stato vescovo di Potenza per 8 anni a datare dal 1111. Soltanto a seguito di lavori di consolidamento e restauro, sui quali si sofferma ampiamente Messina, è stato possibile scoprire alcuni mosaici di particolare interesse storico-artistico, che, tra l'altro, hanno consentito di accertare l'edificazione del Duomo sulle preesistenze di una basilica paleocristiana del IV secolo d.C., il che lascia presupporre la presenza di un insediamento antropico sull'area circostante la chiesa.  
  • 15.                   PORTAMENDOLA Non più esistente DENOMINAZIONI DIVERSE: quintana di Pomponio - via delle Scuole Il toponimo deriva dal nome della "porta" sul lato meridionale dell'abitato, dove, secondo la tradizione popolare, fioriva l'albero del mandorlo. Le prime notizie rinvenute su questo sito risalgono al XVI secolo: Riviello definisce il luogo fuori della porta, ossia la scarpata incisa di calanchi, versante luridissimo e scosceso. Si tratta, in effetti, di una "porta" che non aveva alcuna importanza per la strategia di difesa della città, per l'accesso pedonale e per i traffici veicolari. La porta era adiacente alla torretta, che il popolo chiamava la "torre dalle uova d'oro", abbattuta da circa 50 anni. Nel 1830 il confratello Gerardo Genovese la"cede" alla Confraternita del Monte di Morti. Nel 1862 si decide di risanare il luogo con l'abbattimento di alcune casupole e dei ruderi antichi, per iniziare la costruzione della scalinata di collegamento tra via del Popolo e via Meridionale, denominata dapprima Scala del Popolo e poi Gradinata Vittorio Emanuele II.
  • 16.                                           Non più esistente Il toponimo deriva dall'antico nome del casale, costruito a margine dell'abitato e da questo separato dal fossato e dall'omonima porta che fino alla sua demolizione ha significato l'unico ingresso carrabile controllato alla città. La forma architettonica dell'ingresso non è documentata neppure dalla descrizione dell'entrata in città di don Alfonso de Guevara nel 1578 che il cancelliere dell'Università annota nel Verbale, conservato nel Registro relativo al triennio 1578-1580. Il ponte levatoio ed il fossato costituivano l'unica struttura di accesso. Sull'importanza della porta e sull'esatta ubicazione della stessa non vi sono incertezze dopo la lettura della "relazione Marchi", che porta alla compilazione della "prima" toponomastica ufficiale di Potenza: " Nel 1816 venne abbattuta. In questo modo il borgo o rione di Portasalza, sorto al di fuori della porta, venne aggregato alla Città. PORTA SALZA
  • 17. Porta S. Luca                                 SAN LUCA Vico 6 Porta San Luca UBICAZIONE ATTUALE: via e rampa Manhes DENOMINAZIONI DIVERSE: strada di la Porta vecchia Attraversando via San Luca e, proseguendo diritti, per il vico Corrado si raggiunge via Pretoria nel tratto di fronte all'attuale Caserma dei Carabinieri, che occupa l'ex convento delle Chiariste di San Luca, a sinistra del fabbricato, dopo una breve rampa di gradoni si trova "Porta San Luca": la seconda delle porte urbane della città medioevale, della quale è rimasto un arco a tutto sesto in conci di pietra calcarea, che presenta anche parte del paramento murario in pietra squadrate e lavorate faccia a vista. Sul retro della porta sono ancora in loco i due conci di pietra sporgenti che portano il foro dei cardini del grande portone di legno che veniva chiuso al tramonto.
  • 18. TRINITA'        Non più esistente DENOMINAZIONI DIVERSE: Tassiello Porta Trinità, detta anche Tassiello fu una porta di minore importanza rispetto alle altre e per quanto si sa, non ebbe mai uno sbocco per uscire dalla Città. Consentiva, infatti di accedere a Largo Tassiello denominato successivamente piazza Duca della Verdura (dal nome di Francesco Benso Duca della Verdura, Intendente della provincia di Basilicata dal 1842 al 1847. Il Regolamento di Polizia Urbana e Rurale stabilì che dal 1845 nel largo si dovesse svolgere la vendita della carne e del pesce. Il sito era centrale, ma piuttosto angusto, malsano, inospitale; era invaso dalla spazzatura, non era pavimentato e di giorno e di notte circolavano animali in cerca di cibo. Nel luglio del 1943, a seguito dei lavori di ampliamento del Largo Tassiello, la Porta Trinità fu sostituita da una sorta di vicolo virtuale.
  • 19. VIA DELLE SACRE CHIESE Parallela a Via Pretoria ma più stretta e tortuosa, è la cosiddetta "Via sacra delle chiese": tra vicoli e cunicoli si presentano all'occhio attento dell'osservatore piccole perle tra cui figurano la romanica Chiesa di S. Michele, la duecentesca Chiesa di S. Francesco e l'imponente Duomo di S. Gerardo. Nei pressi della Chiesa di S. Michele, il Borgo S. Lucia con i suoi vicoli e le sue piccole case in pietra, rappresenta uno dei tanti suggestivi scorci che impreziosiscono il centro della città.
  • 20. Potenza , la città delle scale!