VERSIONE COMPLETA - La straordinaria esistenza del campione brasiliano, ripercorsa attraverso tre diversi strumenti del coaching, é fonte d'ispirazione per focalizzare l'alchimia ideale dei talenti e delle potenzialità che le figure commerciali delle concessionarie possono sviluppare.
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Coaching senna complete version
1. COMPLETE
VERSION
Marco
Cucchi
Anatomia
di
un
campione
attraverso
la
metodologia
del
coaching
COMPLETE
VERSION
2. “Dedicato
a
tutti
i
consulenti
alla
vendita
delle
concessionarie
auto,
animati
ogni
giorno
dalla
passione
per
le
auto
e
per
le
relazioni
umane.”
Alessandro,
Davide,
Marco
e
Nicola
3. Buongiorno
Ayrton,
come
stai?
…Abbastanza
bene,
alla
=ine
me
la
sono
cavata
con
qualche
acciacco…
Per
il
resto
come
ti
senti?
Mi
sento
a
pezzi,
è
per
questo
che
ti
ho
chiesto
di
iniziare
questo
percorso
di
coaching….
Prima
di
decidere
come
procedere
cosa
ne
dici
di
condividere
i
pensieri
di
queste
ore?
Ok.…Ieri
in
ospedale
mi
ero
convinto
del
fatto
che
il
mio
“malessere”
fosse
legato
esclusivamente
alla
morte
di
Ratzenberger.
Oggi
invece
penso
a
come
ho
trascinato,
nella
mia
folle
ricerca
della
perfezione,
anche
i
tecnici
della
Williams
facendomi
modi=icare
in
soli
due
giorni
il
piantone
dello
sterzo.
Sono
io
che
li
ho
portati
all’errore…
Mi
stai
dicendo
che
non
avrebbero
potuto
dirti
“No
Ayrton,
per
questa
modi>ica
devi
aspettare
la
prossima
gara”?
Si,
esatto!
La
stessa
determinazione
con
cui
porto
le
persone
intorno
a
me
a
dare
il
110%,
questa
volta
stava
per
uccidermi.
A
34
anni,
con
tre
titoli
mondiali
alle
spalle,
mi
chiedo…cosa
sto
facendo….
Prologo
4. Il
precedente
dialogo
potrebbe
essere
l’inizio
di
un
immaginario
percorso
di
coaching
a
pochi
giorni
dall’incidente
di
Imola.
Nelle
pagine
che
seguono
verranno
analizzati
tutti
gli
elementi
che
hanno
portato
Senna
ad
elevare
così
tanto
il
suo
talento
di
pilota
e
le
sue
potenzialità
di
uomo.
Attraverseremo
i
suoi
pensieri
e
le
esperienze
più
signi>icative
della
sua
vita
>iltrando
più
di
100
interviste
rilasciate
in
tredici
anni
e
grazie
ai
contributi
giornalistici
di
Giorgio
Terruzzi
e
Leo
Turrini.
I
loro
testi
sono
stati
pubblicati
nel
2014
a
vent’anni
dalla
morte
di
Ayrton.
Grazie
alla
completezza
delle
risposte
nelle
interviste,
utilizzeremo
tre
diversi
strumenti
di
autovalutazione
impiegati
nel
coaching
per
comprendere
a
che
punto
fosse
arrivato
Ayrton
nella
sua
ricerca
della
felicità
e
quanto
davvero
fosse
vicino
alla
sua
autorealizzazione.
Utilizzeremo
La
ruota
della
vita,
La
Flow
Theory,
Le
Virtù
e
Le
Potenzialità.
Introduzione
5. La
vita
di
Senna
a=raverso
13
anni
di
interviste
6. La
famiglia
di
Ayrton
Ayrton
ha
un’intesa
speciale
con
la
madre
Neyde
ma
a
casa
Da
Silva
domina
la
>igura
di
papà
Milton,
un
patriarca,
uno
deciso,
che
guida
e
comanda
sul
lavoro
come
in
famiglia.
Figlio
di
un
autista,
inizia
commerciando
automobili
e
poi
immobili
>ino
a
diventare
costruttore,
industriale
metallurgico
e
titolare
di
aziende
agricole.
La
famiglia
vive
in
un
benessere
rassicurante
senza
sfarzo
esagerato
e
ostentazioni
gratuite.
Ayrton,
mancino
e
iperattivo,
in
famiglia
viene
chiamato
“Beco”,
nomignolo
dato
da
una
cuginetta
che
non
riusciva
a
pronunciarne
il
nome.
“Se
una
cosa
la
fai,
falla
bene”,
Milton
non
immagina
che
con
questo
“mantra”
sta
creando
un
pilota.
Ayrton
a
34
anni
de>inisce
Milton
“il
suo
più
grande
amico”.
Ma
è
davvero
così?
Ha
sempre
patito
quella
personalità
solida,
come
quella
volta
in
cui
viene
rimproverato
in
un
momento
di
gioia
per
aver
spruzzato
champagne
al
principe
Ranieri
sul
podio
di
Montecarlo
1987.
7. Il
cara=ere
Da
ragazzino,
in
un
pomeriggio
di
pioggia,
mentre
é
dentro
un
negozio,
nota
dall’altra
parte
della
strada
una
famiglia
poverissima
che
attende
l’autobus
diretto
ai
sobborghi.
Si
rende
conto
della
reale
situazione
del
suo
paese.
E’
un
uomo
con
un’
ombra
lunga,
consapevole
del
suo
talento
e
della
sua
ricchezza,
con
la
smania
di
voler
restituire
agli
altri.
Solo
in
macchina
riesce
a
liberarsi
della
sua
inquietudine
e
lo
fa
con
ferocia.
Una
dedizione
impressionante
di
chi
non
si
accontenta
mai,
autocritico
verso
il
miglioramento
e
desideroso
di
soddisfare
suo
padre
Milton
nel
profondo.
8. L’inizio
con
i
kart
Il
primo
kart
a
4
anni.
Fin
da
subito
impressiona
la
sua
concentrazione
assoluta.
A
otto
anni
la
prima
gara
con
il
sorteggio
delle
quali>iche.
Un
segnale
del
destino:
parte
in
Pole
e
resta
in
testa
per
35
giri
prima
di
essere
buttato
fuori
da
un
avversario.
Furioso
passa
il
resto
della
gara
con
il
casco
in
testa
a
bordo
pista.
Milton
lo
af>ida
ad
un
istruttore
professionista,
Lucio
Pascul
detto
“Tché”.
Gli
insegna
la
>luidità
della
guida
senza
sbavature
dividendo
la
pista
in
numerosi
settori.
Dopo
alcune
gare
un
altro
pilota
lo
de>inisce
una
schiappa
sul
bagnato.
Da
quel
giorno
per
oltre
un
anno,
ogni
pomeriggio
piovoso
si
reca
al
kartodromo
e
si
allena
>ino
a
sera
per
capire
come
si
guida
in
condizioni
estreme.
Arriva
a
far
bagnare
l’asfalto
per
allenarsi.
Diviene
un
pilota
professionista
del
Kart,
corre
per
l’italiana
DAP
e
conquista
4
titoli
Brasiliani,
2
titoli
Sud
Americani
e
per
2
volte
è
vice-‐campione
del
mondo.
9. 1981:
verso
l’Europa
Dopo
un
matrimonio
fulmineo
con
Lilian,
>iglia
di
amici
di
famiglia,
parte
con
lei
per
andare
a
conquistare
nel
vecchio
continente
l’accesso
all’Olimpo
dell’automobilismo.
Nel
1981
il
bilancio
delle
corse
è
ottimo:
vince
due
campionati
di
Formula
Ford
1600.
La
vita
privata
è
invece
un
disastro.
Nella
grigia
Eaton
nel
Norfolk,
“parcheggia”
Lilian
in
un
tristissimo
appartamento
pensando
solo
a
farsi
largo
nel
poco
etico,
opportunista
e
menzognero
mondo
delle
corse.
Reagisce
malissimo
anche
al
rischio
paventato
di
diventare
papà.
E’
di
fatto
un
ragazzino
e
in
quella
infelice
cittadina
abbandona
alla
deriva
il
suo
matrimonio.
Milton
fa
una
sola
visita
in
UK
e,
constatata
la
condizione
generale
disagiata,
decide
di
far
rientrare
de>initivamente
il
>iglio
per
cambiare
vita
e
dirigere
un’azienda
di
famiglia.
10. ‘82-‐’83:
la
crescita
Ayrton
obbedisce
al
padre
ma
è
distrutto
e
non
riesce
ad
accettare
di
dover
rinunciare
alla
sua
carriera
sulle
auto.
Interviene
a
perorare
la
sua
causa
uno
dei
soci
di
Milton
che
lo
convince
sul
futuro
di
Ayrton
offrendosi
di
seguire
personalmente
i
delicati
rapporti
con
team,
sponsor
e
stampa.
Con
Lilian
va
come
doveva
andare:
si
lasciano
e
lui
torna
in
UK
solo
come
non
mai.
La
sua
vita
é
quella:
una
totale
immersione
nelle
corse.
1982
ancora
Formula
Ford:
27
gare,
23
vittorie,
14
pole
position,
25
giri
veloci.
Si
ripete
nel
1983
nella
Formula
3
inglese,
vincendo
il
campionato
dopo
aver
surclassato
l’inglese
Martin
Brundle.
Ottiene
il
suo
primo
test
di
Formula
1
a
Donington
con
la
vettura
che
in
futuro
gli
sarà
fatale:
la
Williams.
A
>ine
giornata
batte
il
tempo
fatto
sul
circuito
dal
pilota
uf>iciale
Jonathan
Palmer.
11. Il
rapporto
con
il
rischio
Ayrton
è
a
Zolder
in
quel
maledetto
week
end
del
1982
in
cui
perde
la
vita
Gilles
Villeneuve:
corre
con
la
Formula
Ford
2000.
La
morte
di
Villeneuve
non
lo
tocca,
in
quel
momento
è
solo
un
forsennato
senza
un
particolare
credo
e
respinge
quell’emozione.
Il
caso
vuole
che
in
gara
esca
di
pista
proprio
nello
stesso
punto
dell’incidente
del
canadese.
Negli
anni
il
rapporto
con
il
rischio
cambia:
nel
‘90
piange
al
centro
medico
osservando
Donnelly
che
lotta
tra
la
vita
e
la
morte,
nel
‘91
ad
Hockenheim
decolla
con
la
sua
McLaren
a
5
metri
d’altezza
e
dichiara:
“L’auto
è
atterrata
capottata,
attendevo
il
colpo
mortale”,
nel
‘92
a
Spa
scende
dall’auto
e
salva
Comas
intrappolato.
Ad
Imola
nel
‘94
il
venerdì
visita
Barrichello
al
centro
medico
e
il
sabato
va
a
vedere
Ratzenberger
in
pista
dopo
lo
schianto.
Nel
pomeriggio,
quando
viene
avvisato
della
morte
dell’austriaco,
piange
nel
suo
box.
12. La
preparazione
psico-‐fisica
Già
dal
1983
Milton
gli
af>ianca
Nuno
Cobra,
un
esperto
preparatore
>isico
che
lo
trasforma
nel
>isico
e
nello
spirito.
Dal
corpo
gracile
e
poco
resistente,
Nuno
lo
porta
con
l’allenamento
ad
essere
un
atleta
eccezionale.
22
km
di
running
in
90
minuti,
48
pulsazioni
a
riposo
per
abbassare
il
ritmo
di
gara
da
198
a
150
battiti
al
minuto.
Circonferenza
toracica
aumentata
di
quasi
il
venti
percento.
Ma
tutto
questo
non
è
suf>iciente,
il
ragazzo
a
contatto
con
la
Formula
Uno
è
una
corda
di
violino:
nel
1984
a
soli
24
anni
manifesta
una
paresi
facciale.
Nuno
Cobra
capisce
che
la
resilienza
alle
situazioni
di
stress
psico-‐>isico
va
aumentata
e
interviene
più
pesantemente,
un
coach
a
360
gradi.
Stabilisce
con
lui
precise
regole
del
sonno
e
dell’alimentazione
abbinate
alla
pratica
della
meditazione
e
alla
tecnica
della
visualizzazione
per
preparare
le
gare.
Fa
sue
le
tecniche
di
focalizzazione
e
quando
rientra
ai
box
sa
descrivere
minuziosamente
ai
suoi
tecnici
il
comportamento
del
propulsore
e
del
telaio
in
ogni
punto
della
pista.
Le
sue
sensazioni
corrispondono
in
modo
preciso
con
i
dati
della
telemetria.
13. Sedere,
>ianchi
e
schiena
fusi
con
il
telaio.
Le
giunture
dell’asfalto
come
briciole
nel
letto,
individuate
una
per
una,
segnate,
memorizzate,
una
mappa
del
tesoro.
Gomme
pizzicate
come
corde
di
uno
strumento
ad
arco.
Millesimi
raccolti
come
pepite
d’oro,
messi
via,
in
tasca,
sino
ad
avvertirne
il
peso.
Ma
qual
è
il
senso
di
questa
ricerca
della
perfezione?
Il
senso
sta
in
un
confronto
personale
capace
di
sedare
quella
perenne
inquietudine.
La
sua
vita
è
quella,
consapevole
di
essere
un
portento.
Il
talento
14. Nel
1984
debutta
>inalmente
nel
dorato
mondo
della
Formula
1
con
la
Toleman,
vettura
da
metà
schieramento.
A
Montecarlo
sul
bagnato
mostra
per
la
prima
volta
il
suo
talento
al
mondo
intero.
Jackie
Ickx,
pilota
Porsche,
amico
di
Prost,
nell’occasione
direttore
di
gara,
lo
priva
della
vittoria
interrompendo
la
competizione
mentre
Senna,
dopo
aver
superato
oltre
dieci
piloti,
si
appresta
a
sorpassare
anche
il
francese
in
testa
alla
gara.
Sul
podio
non
nasconde
la
sua
delusione.
Sta
comunque
scrivendo
la
storia
della
Formula
1.
Viene
cercato
dalla
Ferrari
su
diretto
interessamento
del
“Grande
Vecchio”.
Purtroppo
per
l’85
ha
già
>irmato
con
la
Lotus.
Il
debu=o
in
F1
15. Estoril
1985,
ancora
una
volta
sul
bagnato,
arriva
la
prima
vittoria.
Una
supremazia
assoluta
su
tutti
i
contendenti:
dal
terzo
in
poi
tutti
doppiati.
Da
poco
in
Brasile
è
caduta
la
dittatura
militare
e
il
paese
è
alla
ricerca
di
un
riscatto,
di
una
rinascita.
Ayrton
sventola
dalla
sua
auto
la
bandiera
nazionale
e
diventa
subito
un
idolo
nazionale.
Un
altro
pezzo
del
suo
sogno
si
realizza:
donare
un
pizzico
di
gioia
al
suo
popolo.
Capita
anche
nel
1986
a
Detroit
con
il
Brasile
battuto
il
giorno
prima
dalla
Francia
ai
Mondiali.
Ayrton
con
orgoglio
sventola
il
riscatto
nazionale.
Piquet
esce
praticamente
annientato
nell’immaginario
brasiliano.
La
prima
vi=oria
16. Da
alcuni
anni
Milton
spinge
Jacoto,
amico
di
Ayrton
a
seguirlo
per
il
mondo
in
qualità
di
suo
segretario
af>inché
abbia
sempre
accanto
una
persona
di
>iducia.
Sono
sempre
assieme
e
la
cosa
stimola
Piquet
nel
creare
illazioni
sul
loro
conto.
Ayrton
concentratissimo
sulle
gare,
effettivamente
non
è
>idanzato,
la
sua
vita
privata
si
svolge
lontano
dai
ri>lettori,
in
Brasile,
dove
ha
un
susseguirsi
di
>lirt
ma
ai
box
è
sempre
e
solo
assieme
a
Jacoto.
Nell’87
Ayrton,
un
po’
scocciato,
si
lascia
andare
ad
una
provocazione
dichiarando
ad
un
giornalista
di
farsi
un
po’
da
parte
durante
l’inverno
“…per
lasciare
un
po’
di
spazio
mediatico
anche
a
Piquet”.
La
risposta
è
immediata:
Piquet
toccato
sull’orgoglio
in
un’intervista
lo
de>inisce
omosessuale.
E’
una
bomba
mediatica
che
fa
fatica
a
spegnersi.
Milton
invita
subito
Jacoto
a
rientrare
in
Brasile.
La
guerra
con
Piquet
17. Nel
1984,
appena
si
affaccia
al
mondo
della
Formula
,1
viene
invitato
con
tutti
i
nuovi
colleghi
al
Nurburgring
per
una
gara
alla
guida
delle
Mercedes
stradali.
Prost,
già
pilota
affermato,
fa
gli
onori
di
casa
con
il
neo
arrivato
e
gli
da
uno
strappo
dall’aeroporto
di
Francoforte
alla
pista.
Prost
in
pole,
Senna
secondo.
Al
via
Ayrton
parte
meglio,
“accompagna”
il
francese
fuori
pista
e
vince.
Prost
undicesimo.
Fine
dei
riguardi
per
il
giovane
brasiliano.
Prost,
chiamato
il
professore,
è
il
vero
uomo
da
battere
per
affermarsi
davvero
in
Formula
1.
Più
di
Piquet,
più
di
Mansell,
più
di
chiunque
altro.
Lo
stesso
tipo
di
confronto
lo
cercherà
anche
Schumacher
nei
confronti
di
Senna
negli
anni
a
venire.
Prost:
la
figura
di
confronto
18. Per
lottare
per
il
titolo
occorre
guidare
una
McLaren.
Vi
arriva
nel
1988
e
si
porta
in
eredità
l’af>inità
con
i
tecnici
della
Honda
che
lo
conoscono
già
dai
tempi
della
Lotus.
Mai
sazi,
come
lui,
nella
ricerca
del
dettaglio,
nell’analisi
dei
dati
protratta
per
ore.
Vince
>inalmente
il
titolo
dopo
un
dif>icilissimo
confronto
con
Prost.
16
gare,
13
pole
position,
8
vittorie.
E’
una
stagione
di
prestazioni
straordinarie
con
qualche
errore
clamoroso
come
la
distrazione
di
Montecarlo
e
un
maldestro
doppiaggio
a
Monza
che
gli
costeranno
il
ritiro
in
entrambe
le
gare.
Il
capolavoro
in
Giappone.
Ad
Ayrton
si
spegne
il
motore
al
via
e
precipita
in
14°
posizione.
Con
la
consueta
determinazione
e
l’aiuto
della
pioggia
supera
tutti
compreso
Prost.
Va
a
realizzare
un
altro
pezzo
del
suo
sogno:
essere
campione
del
mondo
di
Formula
1.
‘88:
Campione
di
F1
19. Nell’88
a
Montecarlo
in
prova
stabilisce
la
pole
e
invece
di
rientrare
ai
box
resta
in
pista
per
altri
5
giri
nei
quali
abbassa
sempre
il
suo
tempo
>ino
ad
in>liggere
a
Prost
un
distacco
di
1,5
secondi.
Un’eternità.
“Per
la
prima
volta
nella
mia
vita
mi
sentivo
in
un’altra
dimensione,
come
in
trance,
senza
essere
cosciente
dei
gesti
che
facevo
per
guidare”.
In
gara
sopravvaluta
questa
sensazione
e
dopo
aver
distaccato
Prost
di
quasi
1
minuto,
abbassa
la
guardia
e
sbatte
alla
curva
del
Portier.
Era
rabbioso
verso
se
stesso.
Prost
dichiara:
“non
voleva
solo
battermi
voleva
umiliarmi”.
La
sorella
Vivienne,
molto
religiosa,
interpreta
l’episodio
del
sabato
come
un
segno
del
Signore
riservato
ad
una
persona
speciale
e
lo
convince
ad
avvicinarsi
alla
fede.
Aiutato
da
Alex
Dias
Ribeiro,
un
ex
pilota
molto
religioso
e
amico
di
famiglia,
impara
a
leggere
la
Bibbia
e
a
cercare
un
contatto
con
Dio.
A
>ine
gara
in
Giappone,
racconta
di
aver
ringraziato
Dio
e
di
aver
sentito
che
questi
si
manifestava
a
lui.
Molti
lo
bollano
come
un
esaltato.
Senna
incontra
Dio
20. Nel
Natale
del
1988,
Ayrton
conosce
Xuxa,
nota
conduttrice
televisiva
brasiliana.
Dopo
tante
brevi
avventure
nasce
un
grande
sentimento
che
lo
lega
alla
showgirl
>ino
al
1990.
Purtroppo
anche
Xuxa
ha
una
>igura
“genitoriale”
di
assoluto
controllo:
la
direttrice
della
rete
televisiva
per
cui
lavora.
Sia
Milton
che
la
direttrice
in
questione
preferiscono
vederli
separati
in
quanto
impegnati
nelle
loro
rispettive
carriere.
Quasi
una
relazione
nascosta:
il
rigore
dei
due
lavori
li
separa.
L’epilogo
>inale
a
NY.
Litigano
prima
di
Natale,
lei
vola
a
NY
per
un
evento
a
casa
di
un
produttore
televisivo.
Ayrton
nel
cercare
di
riconquistarla
fa
un
“colpo
di
testa”:
lascia
San
Paolo,
senza
avvisare
nessuno,
portandosi
con
se
solo
un
costume
da
Babbo
Natale.
Si
cambia
su
un
taxi
presentandosi
senza
preavviso
alla
festa
dove
si
trova
Xuxa.
Lei
reagisce
male,
si
sente
messa
in
imbarazzo
e
non
lo
fa
neanche
entrare.
Ayrton,
neo
campione
del
mondo
di
F1,
questa
volta
torna
in
Brasile
con
la
consapevolezza
di
aver
perso.
Arriva
Xuxa
21. Nel
1989
la
s>ida
continua:
Ayrton
sempre
al
top
delle
prestazioni
in
pista
e
Alain
grande
politico
e
con
potentissime
amicizie
nella
FIA.
Senna
nell’88
ha
manifestato
il
suo
lato
spirituale
ma
l’uomo
non
è
perfetto
e
alla
seconda
gara
del
‘89
ad
Imola
non
rispetta
un
accordo
verbale
preso
con
Prost
per
non
superarsi
nei
primi
giri.
Da
quel
momento
Prost
porta
la
s>ida
sul
piano
psicologico
e
mediatico
descrivendo
Senna
come
una
persona
poco
corretta.
Durante
tutta
la
stagione
cerca
di
smitizzare
l’uomo
prima
che
il
pilota.
Con
4
ritiri
per
cause
tecniche
e
due
incidenti
di
troppo,
Senna
alla
>ine
di
stagione
deve
inseguire.
Al
Gran
Premio
del
Giappone
la
tensione
è
alle
stelle
e
Prost
guida
la
gara.
Senna
attacca,
Prost
chiude
la
strada:
i
due
si
toccano
ed
escono.
Ayrton,
riesce
a
ripartire
e
a
recuperare
la
testa
della
gara.
Una
prestazione
magni>ica
che
il
francese
della
FIA
Balestre
,
riesce
a
vani>icare.
Senna
perde
il
mondiale
per
un
articolo
del
regolamento
mai
applicato
prima:
rientro
dalla
via
di
fuga
con
salto
di
chicane.
Senna
furioso
grida
allo
scandalo.
Balestre
rincara
la
dose:
100.000
$
di
multa
e
richiesta
di
scuse
formali
pena
il
ritiro
della
licenza
di
correre.
Ayrton
medita
il
ritiro
dalla
F1.
’89:
La
guerra
fredda
22. Le
più
grandi
amicizie
di
Ayrton
sono
le
persone
di
sempre,
gli
amici
con
cui
è
cresciuto
ma
anche
sui
circuiti
stabilisce
qualche
rapporto
speciale.
Gerard
Berger
è
l’unico
pilota
a
stabilire
una
vera
amicizia
con
Ayrton.
Scanzonato
e
guascone
stimola
il
suo
lato
goliardico.
Da
Gerard
accetta
comportamenti
come
non
fa
con
nessuno:
dalla
valigetta
di
Ayrton
lanciata
dall’elicottero
alle
improbabili
amanti
sovrappeso
in>ilate
nella
camera
del
brasiliano.
Berger
lo
aiuta
a
prendersi
meno
sul
serio.
Angelo
Orsi,
fotografo
di
automobilismo
conosce
Senna
da
prima
della
F1.
Orsi
conquista
la
sua
>iducia
per
la
sua
riservatezza.
Ayrton
ogni
volta
che
si
trova
a
Imola
passa
da
Angelo
a
prendere
un
caffè
a
San
Lazzaro.
Nella
palazzina,
abitata
quasi
esclusivamente
da
giornalisti,
nessuno
se
ne
è
mai
accorto.
Sid
Watckins,
neurochirurgo
inglese,
responsabile
medico
della
Formula
1
dal
1978
al
2005.
Malgrado
la
grande
differenza
d’età
legano
subito
condividendo
la
passione
per
la
pesca.
Watckins
trascorse
una
vacanza
nella
Fazenda
Da
Silva
in
Brasile
a
pescare.
Gli
amici
della
F1
23. Nei
primi
mesi
del
’90
ripensa
a
ciò
che
è
successo
in
Giappone
l’anno
prima,
a
ciò
che
gli
hanno
tolto,
sotto
gli
occhi
di
tutti.
Medita
vendetta
interpretando
la
sua
>idata
Bibbia
nel
peggiore
dei
modi.
E
all’ultima
gara
va
proprio
così.
Si
trova
in
vantaggio
in
classi>ica
anche
se
la
Ferrari
di
Prost
adesso
è
più
competitiva.
In
Giappone
decide
che
Prost
non
uscirà
in
testa
dalla
prima
curva
e
così
è:
Prost
cerca
di
sorpassarlo,
lui
lo
sperona
in
fondo
al
rettilineo.
Entrambi
ritirati
e
Ayrton
campione
del
mondo.
Nella
sua
testa
giustizia
è
fatta.
Dopo
alcuni
mesi
si
accorge
che
con
quell’atto
ha
manifestato
il
lato
più
oscuro
del
suo
carattere.
Di
fatto
Senna
avrebbe
meritato
il
titolo
nel
1989
e
Prost
nel
1990.
Per
le
statistiche
non
cambia
nulla
se
non
il
danno
subito
dalla
Ferrari
che
dovrà
attendere
altri
dieci
anni
per
vincere
un
titolo.
’90:
La
vende=a
24. Nella
località
Angra
Dos
Reis,
a
Sud
di
Rio,
Ayrton
acquista
una
villa
sul
mare
al
centro
della
baia.
La
località
dove
si
ricarica
durante
l’inverno,
non
è
un
centro
mondano
e
per
Ayrton
questo
è
il
suo
angolo
di
paradiso,
lontano
da
tutti,
con
un
mare
incontaminato
in
cui
nuotare,
guidare
la
moto
d’acqua
e
andare
a
pesca
con
il
motoscafo.
La
villa,
inconfondibile
con
il
suo
particolare
eliporto
sul
prato
all’inglese,
è
in
grado
di
ospitare
tutti
i
suoi
cari
e
gli
amici
più
intimi.
Nelle
pause
tra
un
Gran
Premio
e
l’altro
sceglie
un
altro
luogo
di
luce
e
mare:
una
bellissima
villa
ad
Algarve
in
Portogallo.
Questa
è
il
nido
che
condivide
con
le
donne
più
importanti
della
sua
vita.
Venduta
dalla
famiglia
Senna
oggi
la
villa
è
un
Luxury
Resort.
I
luoghi
più
cari
25. Nel
‘91
conosce
a
Monaco
Christine
Ferracciu,
una
donna
solida,
centrata,
realizzata.
Con
lei
Ayrton
trova
un
equilibrio
da
vera
coppia.
Diciotto
mesi
di
una
relazione
coinvolgente
e
rassicurante.
Con
lei
trascorre
giornate
magni>iche
nella
villa
dell’Algarve
in
Portogallo.
Quando
la
madre
di
Christine
si
ammala
di
cancro,
lui
è
super>iciale
ed
egoista
non
curante
della
presenza
e
dell’appoggio
di
cui
lei
ha
bisogno.
Viene
lasciato
dolorosamente.
Ancora
una
volta
non
è
stato
in
grado
di
dare
certezze
alla
donna
che
ama
e
non
manifesta
il
reale
interesse
a
costruire
una
vita
assieme.
CrisXne
Ferracciu
26. Alla
>ine
del
1991,
dopo
aver
conquistato
il
terzo
titolo,
arriva
l’offerta
della
Williams
20
mln
di
$
e
la
certezza
della
macchina
migliore.
Ayrton
ri>iuta
e
resta
nel
team
che
lo
ha
trasformato
in
un
campione
affermato.
La
gratitudine
e
il
rispetto
per
le
persone
che
ti
hanno
sostenuto
è
un
altro
di
quei
valori
trasmessi
nel
profondo
da
papà
Milton.
Questa
sua
scelta
non
paga,
la
Honda
sta
per
lasciare
la
Formula
1
e
non
sviluppa
più
i
suoi
propulsori.
Con
sette
ritiri
e
sole
3
vittorie
arriva
4°
in
un
campionato
dominato
dalle
Williams
di
Mansell
e
Patrese.
Davanti
a
lui
anche
il
tedesco
Schumacher.
Tra
i
due
cominciano
subito
le
scintille.
Non
si
sa
per
quale
strana
alchimia
ma
i
campioni
si
riconoscono
subito
tra
di
loro.
Nel
GP
di
Francia
il
tedesco
tampona
il
brasiliano.
Prima
del
secondo
via
Senna
si
avvicina
a
Schumacher
per
un
chiarimento
faccia
a
faccia.
Più
che
altro
una
“lezione
di
forma”
al
tedesco
che
é
solito
lamentarsi
con
i
giornalisti
invece
di
parlare
di
persona.
’92:
La
graXtudine
27. Con
Adriane
Galisteau
è
una
cosa
sorprendente
anche
per
Ayrton.
Conosciuta
all’inizio
del
1993
durante
il
GP
del
Brasile.
Lei,
ventenne
è
hostess
della
Shell.
Lui
trentatreenne
è
un
mito
dell’automobilismo.
Quella
ragazzina
vivace
e
spensierata
lo
rende
felice.
Sa
trasmettergli
quella
leggerezza
che
nella
sua
vita
è
sempre
mancata.
Neanche
a
dirlo,
Milton
non
approvava
la
relazione
con
questa
ragazza
“inadeguata
per
l’ambiente
selettivo
della
Formula
1”
e
che
addirittura
ha
posato
per
Playboy.
Molti
giornalisti
la
ricordano
ad
un
evento
di
Montecarlo
nel
1993
silenziosa
e
in
imbarazzo
seduta
tra
Richard
Gere,
Cindy
Crawford
e
i
membri
della
famiglia
Ranieri.
Ayrton,
quasi
per
provocare
Milton,
si
fa
riprendere
con
lei
in
pose
da
innamorati
dal
suo
fotografo
di
>iducia,
il
giapponese
Norio
Koike,
nella
casa
all’Algarve
e
mette
le
foto
a
disposizione
di
una
rivista
brasiliana.
Il
futuro
smentirà
Milton:
nella
vita
la
“leggera”
Adriane
si
realizza
come
presentatrice
tv
ed
è
tuttora
molto
apprezzata
dal
pubblico.
La
leggerezza
di
Adriane
28. Nella
stagione
precedente
ha
capito
che
deve
cambiare
team
per
poter
ritornare
a
lottare
per
il
titolo
e
realizzare
il
suo
grande
obiettivo:
vincere
5
titoli
come
il
mitico
Fangio.
Al
momento
l’unica
vettura
possibile
per
farlo
è
la
Williams
ma
Prost,
che
ha
già
>irmato
per
loro,
ha
preteso
nel
contratto
una
clausola
che
impedisce
di
assumere
anche
Senna.
Ancora
una
volta
condizionato
dagli
inciuci
del
francese.
Nel
1993,
deluso,
continua
quindi
con
la
McLaren
che
ha
perso
i
motori
Honda
ed
è
palesemente
in
dif>icoltà.
Quella,
per
Ayrton,
è
una
stagione
frustrante
ma
incredibile.
Prost
sulla
Williams
vince
il
titolo
in
scioltezza
ma
Senna,
con
una
vettura
nettamente
inferiore,
fa
la
sua
più
bella
stagione
di
sempre.
Secondo
in
campionato
riuscendo
a
vincere
5
gare
che
entrano
negli
annali
della
Formula
1.
A
Donington
sotto
l’acqua
il
capolavoro
di
una
vita:
supera
5
avversari
durante
il
primo
giro.
Fine
dei
giochi:
vince
con
1’23”
su
Damon
Hill
e
doppia
addirittura
Prost
terzo
classi>icato.
‘93:
La
consacrazione
29. Il
GP
d’Australia
del
1993
è
l’ultima
gara
di
Prost
prima
del
ritiro.
Senna
vince
e
lancia
un
chiaro
segno
di
de>initiva
distensione
nei
confronti
del
francese
invitandolo
a
condividere
il
gradino
più
alto
del
podio.
La
sera
il
francese
restituisce
il
pensiero
quando
durante
il
concerto
di
Tina
Turner,
che
chiude
l’evento
del
Gran
Premio,
fa
salire
sul
palco
Senna
al
suo
posto,
sulle
note
di
“The
Best”.
Durante
quell’inverno
cominciano
a
sentirsi
telefonicamente
e
a
condividere
eventi
promozionali
come
la
gara
di
kart
di
Bercy.
Hanno
combattuto
una
lunghissima
guerra
su
fazioni
diverse
scrivendo
le
pagine
più
belle
della
Formula
1.
Ora
è
il
tempo
di
manifestare
la
stima
e
il
rispetto
per
l’avversario
più
forte.
La
mattina
del
1°
maggio
1994
durante
il
warm
up,
collegato
dalla
sua
auto
con
la
diretta
della
televisione
francese,
Ayrton
dice:
“Un
saluto
speciale
al
mio
amico
Alain
Prost.
Alain
mi
manchi!”
La
pace
con
Prost
30. Finalmente
nel
1994
si
guadagna
il
volante
della
Williams
ma
in
quell’anno
avviene
un
cambio
di
regolamento:
via
le
sospensioni
attive
dalle
vetture
e
via
il
sistema
anti-‐
pattinamento.
In
pratica
via
l’elettronica
e
torniamo
all’antico.
La
Williams
smette
immediatamente
di
essere
la
vettura
imbattibile
dei
due
anni
precedenti.
Anche
nel
team
Ayrton
non
si
sente
a
casa
sua.
Nelle
due
prime
gare
due
ritiri,
uno
dei
quali
per
un
suo
errore
di
guida
quando
insegue
Schumacher
con
la
Benetton
che
è
a
otto
secondi
davanti
a
lui.
“La
vettura
salta
in
continuazione,
mi
sembra
di
essere
su
una
sedia
elettrica”.
“L’abitacolo
è
troppo
stretto
per
il
mio
corpo,
non
riesco
a
guidare
come
vorrei”.
Nel
team
qualcuno
comincia
a
pensare
che
il
viale
del
tramonto
sia
iniziato
anche
per
“The
Magic”.
Deluso,
comincia
ad
avere
dei
contatti
con
Jean
Todt
e
Luca
Cordero
di
Montezemolo:
forse
è
arrivato
il
momento
della
Rossa?
’94:
La
delusione
31. Arrivato
a
Imola
con
l’assoluto
bisogno
di
vincere,
chiede
al
team
di
modi>icare
il
piantone
dello
sterzo
per
poter
stare
più
comodo.
Il
venerdì
Barrichello
sbatte
a
200
Km/h.
Se
la
cava
con
una
commozione
cerebrale
e
il
setto
nasale
rotto.
Ayrton
si
precipita
da
lui
alla
clinica
mobile.
Il
sabato,
Ayrton
stabilisce
la
pole.
Alla
>ine
delle
prove,
Ratzenberger,
che
lotta
nelle
retrovie,
subisce
la
rottura
dell’alettone
e
sbatte
a
circa
300
km/h.
Dai
box
Ayrton
vede
la
scena
sui
monitor.
Contro
il
regolamento
si
reca
sul
posto
e
trova
un
abitacolo
distrutto
e
completamente
insanguinato.
Dalla
Suite
200
dell’Hotel
Castello
di
Castel
San
Pietro
chiama
Adriane:
“E’
morto
davanti
ai
miei
occhi,
non
voglio
correre”.
Lo
raggiunge
suo
fratello
minore
Leonardo,
che
obbedisce
a
Milton,
non
valutando
lo
stato
d’animo
di
Ayrton,
e
gli
fa
ascoltare
una
registrazione
di
Adriane
che
“ridacchia”
di
lui
al
telefono
con
un
suo
ex.
Questa
volta
se
ne
frega
di
Milton,
ha
decisamente
altri
pensieri
per
la
testa.
Nella
notte
la
decisone:
il
giorno
dopo,
a
Imola,
correrà.
Ha
bisogno
di
ritrovare
il
suo
oro…
Imola
1994
32. Ayrton
Senna
sapeva
mettere
a
frutto
la
sua
immagine
a
>ini
pubblicitari.
La
“Senna
Promoceo”
fattura
8
mln
di
dollari
già
nel
1991.
Firma
un
modello
Ducati,
una
bicicletta
in
carbonio
della
Carraro,
una
scarpa
per
Diadora,
crea
il
fumetto
Senninha
e
diventa
importatore
uf>iciale
del
marchio
Audi
in
Brasile.
Dedica
molto
tempo
a
tutto
questo.
Come
mai?
Gli
introiti
di
tutta
la
promozione
li
devolve
in
anonimato
a
diverse
ONG
brasiliane
e
centri
di
assistenza
per
minori
disagiati.
Il
completamento
del
suo
sogno,
quello
di
creare
una
vera
e
propria
fondazione
per
il
sostegno
e
l’educazione
dei
giovani
delle
favelas
brasiliane,
viene
portato
a
termine
nel
1994
dalla
sorella
Vivienne.
La
fondazione
che
ha
già
sostenuto
12
milioni
di
minori,
oggi
conta
75.000
educatori
che
seguono
2
milioni
di
ragazzi.
La
fondazione
Senna
33. Il
profilo
di
Senna
a=raverso
gli
strumenX
del
Coaching
34. Che
cos’è
la
Ruota
della
Vita?
Sono
le
domande
che
ci
poniamo
su
noi
stessi
che
possono
aiutarci
a
capire
la
qualità
della
nostra
esistenza.
Da
questa
intuizione
nasce
la
Ruota
della
Vita,
lo
strumento
del
coaching
che
sa
dare
una
fotogra>ia
fedele
di
com’è
la
propria
esistenza
in
un
determinato
momento,
rivelando
anche
aspetti
di
cui
non
si
é
pienamente
consapevoli.
La
Ruota
della
Vita
offre
una
nuova
visione
della
propria
situazione
attuale
e
aiuta
a
individuare
facilmente
quelle
aree
che
hanno
più
bisogno
di
un
cambiamento
per
assecondare
la
propria
ricerca
di
autorealizzazione.
La
Ruota
della
Vita
aiuta
le
persone
a
valutare
il
proprio
livello
di
soddisfazione
in
relazione
a:
Condizione
>isica,
spiritualità,
famiglia,
amore,
vita
sociale,
lavoro,
>inanze
e
proprio
contributo
al
mondo.
Riattraversando
le
sue
interviste
abbiamo
tutte
le
risposte
necessarie
per
tracciare
la
sua
Ruota
della
vita,
quella
in
cui
si
sarebbe
potuto
riconoscere
intorno
al
maggio
del
1994.
La
ruota
della
vita
di
Ayrton
36. La
condizione
6isica:
La
preparazione
>isica
quotidiana,
con
il
running
e
la
palestra,
per
Senna
era
quasi
una
scienza
e
veniva
completata
anche
con
attività
ludiche
come
lo
sci
nautico
e
la
moto
d’acqua.
Comprendeva
che
la
sua
condizione
di
salute
>isica
si
ri>letteva
sia
sul
suo
status
mentale,
alleggerito
da
ogni
tipo
di
stress,
sia
sulla
sua
auto-‐stima
di
uomo
divenuto
più
attraente.
La
spiritualità:
Il
suo
percorso
di
crescita
personale
lo
ha
portato
a
comprendere
l’importanza
per
ogni
individuo
di
potersi
sentire
parte
di
qualcosa
di
più
grande.
Qualcuno
lo
chiamerebbe
l’assoluto,
il
tutto,
l’energia
che
ci
unisce.
Per
Ayrton
tutto
questo
era
Dio.
Il
suo
carisma,
a
vent’anni
di
distanza
è
immutato
proprio
perché
ha
avuto
sempre
il
coraggio
di
manifestare
questo
suo
sentimento
supremo.
La
ruota
della
vita
di
Ayrton
37. La
famiglia:
Ayrton
era
legatissimo
ai
suoi
familiari.
Il
fratello
Leo,
la
sorella
maggiore
Viviane
e
il
nipotino
Bruno,
mamma
Neyde
e
papà
Milton.
E’
la
>igura
di
Milton
che
condiziona
fortemente
la
sua
vita.
Avverte
il
suo
rigore
e
la
sua
invasiva
presenza
anche
a
10.000
km.
di
distanza.
Tra
le
aree
di
miglioramento
che
Ayrton
avrebbe
potuto
esprimere
c’è
la
ricerca
di
un
equilibrio
adulto-‐adulto
con
il
padre.
L’amore:
Dagli
errori
con
la
prima
giovane
moglie,
al
periodo
da
playboy
per
poi
passare
a
Xuxa,
Christine
e
alcune
amanti.
Ayrton
sapeva
davvero
amare?
Il
suo
approccio
era
adolescenziale
e
non
riusciva
a
dedicarsi
a
qualcuno
totalmente.
Ma
con
la
giovane
Adriane
qualcosa
era
cambiato.
Stare
con
lei
era
semplice
e
appagante.
Per
la
prima
volta
sentiva
il
desiderio
di
prendersi
cura
di
qualcuno
e
di
avere
un
bambino
con
lei?
Ayrton
avrebbe
esplorato
dentro
di
se.
La
ruota
della
vita
di
Ayrton
38. La
vita
sociale:
C’è
una
netta
spaccatura
tra
il
“Beco”
di
San
Paolo
che
invita
i
suoi
vecchi
amici
a
giocare
con
gli
aeromodelli
e
l’Ayrton
dei
circuiti.
Osservando
il
suo
volto
nelle
immagini
che
lo
ritraggono
mentre
gioca
tra
le
onde
dell’oceano,
viene
da
pensare
che
nel
mondo
della
F1
non
fosse
mai
veramente
se
stesso.
Era
il
leader
indiscusso
di
quell’ambiente,
aveva
ancora
bisogno
di
alzare
muri
con
quasi
tutti?
Il
lavoro:
Per
qualsiasi
altro
pilota
la
s>ida
personale
di
pilota
sarebbe
stata
vinta
da
un
bel
pezzo
ma
Ayrton,
per
appagare
de>initivamente
la
sua
inquietudine,
“doveva”
eguagliare
il
migliore
di
tutti
i
campioni
del
mondo:
Juan
Manuel
Fangio.
Gli
mancavano
due
titoli
mondiali:
era
convinto
di
poter
vincere
con
la
Williams
e
poi
chiudere
in
bellezza
con
la
Ferrari.
Forse
era
arrivato
il
momento
di
scoprire
qualcosa
in
più
di
quella
sua
inquietudine...
La
ruota
della
vita
di
Ayrton
39. La
ruota
della
vita
di
Ayrton
Le
6inanze:
“Sono
un
privilegiato,
ho
sempre
avuto
una
vita
molto
bella.
Ma
tutto
quello
che
ho
ottenuto
dalla
vita
l'ho
guadagnato
con
l'impegno”.
Senna
nella
sua
vita
ha
guadagnato
tantissimo
ma
il
denaro
non
è
mai
stato
il
suo
obiettivo,
piuttosto
un
favorevole
effetto
collaterale
del
successo
ottenuto
e
della
dedizione
messa
nella
sua
grande
passione:
le
corse.
Il
contributo
al
mondo:
“Non
potrai
mai
cambiare
il
mondo
da
solo.
Però
puoi
dare
il
tuo
contributo
per
cambiarne
un
pezzetto.
Quello
che
faccio
davvero
io
per
la
povertà
non
lo
dirò
mai.
La
F1
è
ben
misera
cosa
in
confronto
a
questa
tragedia.”
Senna
è
stato
davvero
un
grande
esempio
di
solidarietà,
faceva
bene>icenza
per
un
motivo
ben
preciso:
“Nella
vita
devi
avere
degli
obiettivi
da
raggiungere
e
purtroppo
in
Brasile
tante
persone
non
hanno
la
possibilità
di
provarci”.
41. Le
prestazioni
secondo
la
Flow
Theory
Secondo
lo
studio
denominato
Flow
Theory,
in
ogni
momento,
ciascun
individuo
riceve
una
grande
quantità
di
informazioni
provenienti
dal
mondo
circostante.
Lo
psicologo
ungherese
Mihaly
Csikszentmihalyi,
che
ha
introdotto
il
concetto
di
“Flusso”,
ha
scoperto
che
la
mente
può
gestire
solo
un
certo
numero
di
informazioni
alla
volta:
circa
126
bit
di
dati
al
secondo.
Una
conversazione
ad
esempio
“pesa”
circa
40
Bit,
cioè
un
terzo
della
nostra
capacità,
e
questo
è
il
motivo
per
cui
non
è
facile
focalizzare
l’attenzione
su
altre
attività
quando
si
sta
tenendo
un
discorso.
Il
termine
Flow,
utilizzato
per
illustrare
questa
affascinante
teoria,
si
riferisce
al
concetto
di
esperienza
ottimale,
a
volte
citato
come
trance
agonistica,
che
è
uno
stato
di
coscienza
in
cui
la
persona
è
completamente
immersa
in
un’attività
42. Le
prestazioni
secondo
la
Flow
Theory
Quando
si
è
in
“Stato
di
Flusso”
siamo
completamente
assorbiti
nell'azione
e
si
perde
la
consapevolezza
di
tutte
le
altre
cose:
tempo,
persone,
distrazioni
e
persino
esigenze
>isiologiche.
Ciò
si
veri>ica
perché
tutta
l'attenzione
è
occupata
da
quella
particolare
azione.
I
più
grandi
musicisti,
pittori
e
atleti
sanno
bene
cosa
signi>ica
trovarsi
nello
stato
di
>lusso.
Tra
questi
certamente
Ayrton
Senna.
Durante
le
prove
del
Gran
Premio
di
Monaco
del
1988,
il
brasiliano
raccontò
la
sua
“esperienza”:
"Ero
già
in
pole
e
continuavo
ad
andare
sempre
più
forte...
ero
quasi
due
secondi
più
veloce
di
chiunque
altro,
e
ho
realizzato
che
non
stavo
più
guidando
la
macchina
coscientemente.
La
stavo
guidando
attraverso
una
specie
di
istinto,
ero
in
una
dimensione
differente,
come
se
fossi
in
un
tunnel”.
Successivamente
a
questo
episodio
Senna
ha
descritto
più
volte
questa
sensazione
come
durante
il
GP
del
Brasile
del
1991
durante
il
quale,
negli
ultimi
6
giri,
guidò
con
il
cambio
bloccato
in
sesta
marcia
con
un
livello
di
concentrazione
tale
da
mantenere
un
ritmo
suf>iciente
per
poter
vincere
alla
gara.
43. Le
prestazioni
secondo
la
Flow
Theory
Nella
Flow
Theory
vengono
individuati
nove
fattori
determinanti
che
in
combinazione
tra
loro
costituiscono
la
cosiddetta
esperienza
di
>lusso:
-‐
Obiettivi
chiari:
le
aspettative
e
le
modalità
di
raggiungimento
sono
chiare;
-‐
Concentrazione
totale
sul
compito:
un
alto
grado
di
concentrazione
in
un
limitato
campo
di
attenzione
(la
persona
non
ragiona
su
passato
e
futuro
ma
solo
sul
presente);
-‐
Perdita
dell’autoconsapevolezza:
il
soggetto
è
talmente
assorto
nell'attività
da
non
preoccuparsi
del
suo
ego;
-‐
Distorsione
del
senso
del
tempo:
si
altera
la
percezione
del
tempo.
Non
si
rende
conto
del
suo
scorrere;
-‐
Bilanciamento
tra
s=ida
e
capacità:
l’altissimo
livello
di
s>ida
è
bilanciato
dalle
straordinarie
capacità
in
ciò
che
si
sta
facendo;
-‐
Retroazione
diretta:
il
risultato
delle
proprie
azioni
è
percepito
così
prontamente
da
in>luenzare
le
azioni
successive
(correzioni
impercettibili);
-‐
Senso
di
controllo:
la
percezione
di
avere
tutto
sotto
controllo
e
di
poter
dominare
la
situazione;
-‐
Piacere
intrinseco:
l’azione
dà
un
piacere
intrinseco,
>ine
a
se
stesso
-‐
Integrazione
tra
azione
e
consapevolezza:
la
concentrazione
e
l'impegno
sono
massimi.
La
persona
è
talmente
assorta
nell'azione
da
fare
apparire
l'azione
naturale.
44. Le
virtù
e
le
potenzialità
umane
Lo
studio
del
2004
di
Martin
Seligman
e
Christopher
Peterson,
i
padri
fondatori
della
psicologia
positiva,
analizza
sei
principali
virtù̀
riconosciute
in
tutto
il
mondo
e
in
differenti
contesti
religiosi,
economici
e
culturali.
In
pratica
l’approfondimento
della
storia,
della
>iloso>ia
e
delle
religioni,
porta
a
convergere
i
punti
di
forza
degli
uomini
in
6
differenti
virtù
e
24
potenzialità.
Ogni
persona,
attraverso
un
percorso
autovalutativo,
può
individuare
le
proprie
virtù
e
potenzialità
e
comprendere
meglio
quali
sono
le
strade
che
lo
portano
più
facilmente
alla
realizzazione
di
una
vita
felice
e
piena
di
signi>icato.
45. Le
virtù
e
le
potenzialità
umane
Classi6icazione
delle
6
virtù̀
e
delle
24
potenzialità
Amore
Gentilezza
Intelligenza
sociale
Creatività
Curiosità
Apertura
mentale
Amore
per
l’apprendimento
Lungimiranza
Audacia
Persistenza
Integrità
Vitalità
Senso
civico
Imparzialità
Leadership
Capacità
di
perdonare
Umiltà
e
modestia
Prudenza
Autocontrollo
Apprezzamento
della
bellezza
Gratitudine
Speranza
Humor
Religiosità
46. Le
virtù
e
le
potenzialità
umane
“Virtù
e
punti
di
forza
funzionano
per
costruire
la
resilienza.
I
punti
di
forza
sono
tratti
morali
che
possono
essere
sviluppati,
appresi,
e
che
richiedono
grande
impegno”.
Martin
Seligman
2002
Peterson
indica
le
caratteristiche
per
riconoscere
un
Punto
di
Forza:
• Senso
di
appartenenza
e
autenticità
(consapevolezza
del
proprio
punto
di
forza)
• Sensazione
di
eccitazione
nei
momenti
di
utilizzo
dello
stesso
• Rapida
curva
di
apprendimento
quando
si
comincia
a
metterlo
in
pratica
• Continui
apprendimenti
nel
modo
di
usarlo
• Desiderio
di
agire
in
conformità
con
quella
forza
• Sentimento
di
inevitabilità
nell'uso
di
quel
punto
di
forza,
come
se
non
si
potesse
essere
fermati
dall’usarlo
• Scoperta
di
possedere
quel
punto
di
forza
come
un’illuminazione
• Rinvigorimento
anziché
spossatezza
quando
viene
utilizzato
• Creazione
e
perseguimento
di
progetti
personali
incentrati
su
di
esso
• Motivazione,
soddisfazione,
entusiasmo,
persino
estasi
mentre
lo
si
usa.
47. Le
virtù
e
le
potenzialità
di
Ayrton
Analisi
delle
virtù
e
dei
punti
di
forza
individuabili
in
Ayrton
Senna:
LA
VIRTU’
DEL
CORAGGIO
Forza
emotiva
che
porta
a
raggiungere
le
mete
nonostante
le
opposizioni
interne
ed
esterne
PUNTI
DI
FORZA
Autenticità:
Dire
la
verità̀,
essere
sinceri
Audacia:
Non
tirarsi
indietro
di
fronte
alle
minacce,
ai
cambiamenti,
alle
dif>icoltà
e
alle
sofferenze
Persistenza:
Finire
quello
che
si
è
cominciato
Slancio:
Approcciarsi
alla
vita
con
entusiasmo
ed
energia
48. Le
virtù
e
le
potenzialità
di
Ayrton
Analisi
delle
virtù
e
dei
punti
di
forza
individuabili
in
Ayrton
Senna:
LA
VIRTU’
DELLA
SPIRITUALITA’
E
TRASCENDENZA
Forza
di
creare
legami
con
un
universo
più̀
ampio
e
trovare
signi>icati
PUNTI
DI
FORZA
Apprezzamento
della
bellezza
e
dell’eccellenza:
Conoscenza
della
bellezza
e
dell’eccellenza
Gratitudine:
Essere
consapevoli
e
riconoscenti
per
le
cose
belle
che
accadono
Speranza:
Aspettarsi
il
meglio
e
lavorare
per
raggiungerlo
Religiosità:
Avere
credenze
coerenti
circa
gli
scopi
importanti
della
vita
49. Senna
nei
suoi
34
anni
di
vita,
con
impegno
e
determinazione,
ha
saputo
raggiungere
nella
personale
scala
dei
bisogni
il
livello
di
autorealizzazione.
Tutto
lascia
pensare
che,
se
fosse
sopravvissuto
a
quel
maledetto
Gran
Premio,
a
cinquanta
anni
compiuti,
sarebbe
stato
il
più
titolato
ex
pilota
di
Formula
1,
a
capo
della
sua
fondazione
bene>ica,
e
sicuramente
un
buon
padre
di
famiglia.
E’
passato
alla
storia
per
essere
stato
capace
di
esaltare
le
masse
con
le
sue
straordinarie
virtù
di
coraggio,
e
spiritualità.
E’,
e
sarà
sempre,
un
fulgido
esempio
per
tutti
coloro
che
nella
vita
hanno
scelto
di
“accettare
la
s>ida”.
Conclusioni
50. La
passione
per
il
talento
HL
Automotive
Consulting
dal
2009
si
occupa
di
training,
consulenza
e
coaching
per
af>iancare,
consigliare
e
motivare
tutte
le
>igure
di
front
end
delle
Concessionarie
Automotive.
Nel
settore,
il
livello
di
complessità,
la
pressione
competitiva
e
le
marginalità
decrescenti
hanno
raggiunto
livelli
estremi.
Le
risorse
umane
che
vi
operano
necessitano
di
grande
professionalità
ma
anche
elevata
resilienza.
Un
“buon
venditore”,
proveniente
da
settori
meno
maturi,
lanciato
senza
paracadute
nell’arena
della
concessionaria,
rischia
in
poco
tempo
di
“farsi
male”.
Il
nostro
obiettivo
è
focalizzare
al
meglio
l’alchimia
ideale
dei
talenti
e
delle
potenzialità
da
sviluppare
con
le
>igure
commerciali
in
concessionaria.
La
metafora
dei
grandi
campioni
dello
sport
è
per
noi
fonte
d’ispirazione
e
questo
lavoro
su
Ayrton
Senna
vuole
essere
l’inizio
di
un
lungo
percorso
di
scoperta.
51. Il
team
di
HL
AutomoXve
ConsulXng
Nicola
Colantonio,
classe
1969
domiciliato
a
Vasto.
Principali
esperienze
Automotive:
Dealer
Operator
e
Responsabile
Vendite
presso
F.lli
Colantonio
Concessionaria
AUDI
Socio
e
Responsabile
Commerciale
presso
Nuove
Iniziative
Area
Motoristica
srl
Co-‐fondatore
di
Five
Stones
Group
srl
–
Formatore
e
consulente
per
la
divisione
HL
Automotive
Consulting
Svolge
formazione
d’aula
anche
in
lingua
spagnola
Alessandro
Coscarella,
classe
1969
domiciliato
a
Firenze.
Principali
esperienze
Automotive:
Dealer
Operator
e
Responsabile
Finanziario
presso
F.lli
Coscarella
srl
Concessionaria
ALFA
ROMEO
Consulente
della
direzione
commerciale
presso
Brandini
Spa
Concessionaria
Fiat
Co-‐fondatore
di
Five
Stones
Group
srl
–
Formatore
e
consulente
per
la
divisione
HL
Automotive
Consulting
Svolge
formazione
d’aula
anche
in
lingua
inglese
Marco
Cucchi,
classe
1971
domiciliato
ad
Ancona.
Principali
esperienze
Automotive:
Consulente
di
Business
Management
presso
SNAP
ON
Italia
Dealer
Operator
e
Responsabile
Service
presso
Car
Point
Concessionaria
BMW
Co-‐fondatore
di
Five
Stones
Group
srl
–
Formatore
e
consulente
per
la
divisione
HL
Automotive
Consulting
Nel
2011
ha
ottenuto
la
quali=ica
di
Professional
Business
Coach
c/o
Ia
scuola
La
Scuola
Incoaching®
Davide
Manzoni,
classe
1979
domiciliato
a
Brescia.
Principali
esperienze
Automotive:
Responsabile
immagini
e
rapporti
con
fotogra>i
freelance
presso
il
settimanale
“Sport
Auto
Moto”
Responsabile
Marketing
e
CRM
presso
Zampedri
Commerciale
SPA
Concessionaria
Opel
Co-‐fondatore
di
Five
Stones
Group
srl
–
Formatore
e
consulente
per
la
divisione
HL
Automotive
Consulting
dal
2009
è
presidente
del
CDA
di
Five
Stones
Group
srl
ed
è
responsabile
dell’attività
di
progettazione
e
R&S
Cristina
Marini,
classe
1982
domiciliata
a
Brescia.
Principali
esperienze
professionali:
Responsabile
segreteria
sportiva
presso
Brescia
Golf
Country
Club
Responsabile
amministrativa
e
rapporti
con
giornalisti
freelance
presso
il
mensile
“Rugby!”
Collabora
dal
2010
con
Five
Stones
Group
srl
–
si
occupa
della
segreteria
organizzativa
per
la
divisione
HL
dal
2012
è
responsabile
dell’organizzazione
e
della
logistica
degli
eventi
di
lancio
prodotto
52. Via
San
Zeno
99
A
–
25124
Brescia
www.hlconsulting.it