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Materia: ITALIANO
a cura della prof. Meri MASSI
Invito al viaggio
canzone di Franco Battiato da una
  poesia di Charles Baudelaire




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• 1. Distacco e sofferenza: desiderio del ritorno
  (NOSTALGIA = gr. nostos: viaggio + algia: dolore
• 2. Divertimento e divagazione
• 3. Coscienza della propria identità etnica
• 4. Esperienza dell’altro
• 6. Viaggio mentale
• 7. Viaggio = Persuasione
• 8. Il viaggio come mito letterario (ULISSE: uomo
  itinerante alla ricerca di sè e formazione
  interiore; salvezza e conoscenza = METAFORA
  DELLA VITA)
VIAGGIARE E’ SENTIRSI RANDAGI
    di C. Magris (La Repubblica, 10 maggio 2003)
• Chi viaggia è sempre un randagio, uno straniero, un
  ospite; dorme in stanze che, dopo di lui, albergano
  sconosciuti, non possiede il guanciale su cui posa il
  capo né il tetto che lo ripara. E così comprende che
  non si può mai possedere veramente una casa, uno
  spazio ritagliato nell’infinito dell’universo, ma solo
  sostarvi, per una notte o per tutta la vita, con
  rispetto e gratitudine.
• Non per nulla il viaggio è anzitutto un ritorno e
  insegna ad abitare più liberamente la propria casa .
• Poeticamente abita l’uomo su questa
  terra, dice un verso di Holderlin, ma solo se sa
  (altro verso di Holderlin) che la salvezza cresce
  là dove cresce il pericolo. Nel viaggio, ignoti fra
  gente ignota, si impara in senso forte a essere
  NESSUNO. Proprio questo permette , in un
  luogo amato divenuto quasi fisicamente una
  parte o un prolungamento della propria
  persona, di dire, echeggiando Don Chisciotte:
           QUI IO SONO CHI SONO
PERCORSO 8
ODISSEO-ULISSE : il viaggio come mito
letterario, uomo itinerante alla ricerca
               di sè
Attraverso lo studio interdisciplinare
condotto emergerà che l'uomo si porta
dietro consapevolmente o meno il mito
del viaggio, come bene compresero i
diversi autori affrontati, che seguendo le
proprie attitudini, propensioni, ma mai
scordando il punto di riferimento per
eccellenza, l'Odissea e Omero, lo
rielaborarono ora in chiave ironica, ora
polemica ora antitetica nei confronti
dell'antecedente mitico.
• L'Ulisse omerico costituisce il prototipo del
  viaggiatore,di colui che attraversa un'infinità di
  pericoli e di tentazioni, volendo
  fondamentalmente fare ritorno in patria.
• Egli costituisce un modello, una forma multiforme
  (polytropos) di vita umana piene di
  potenzialità, un paradigma della conoscenza del
  mondo e di sé nel dolore, ma anche un ossimoro
  vivente che nega se stesso per ritrovare la
  propria identità.
• Un'icona dell'esperienza, della scienza nella sua
  metis (Atena) e nella sua aletheia (Apollo).
• Nell'astuta arte della sapienza e' un modello di
  poesia.
Nella letteratura italiana ritroviamo
frequentemente la figura di Ulisse
mediata attraverso concezioni e
filtri sempre differenti secondo
l'originale visione di ogni autore:
T.1. Dante, Inferno , XXVI
Ulisse, VIII bolgia (consiglieri di frode):

1. esempio di umana magnaminità,
     si distingue per l'astuzia, il coraggio,
     l'abilità di parola, l’intelligenza, la sete
     di conoscenza

2. archetipo dell'uomo che va oltre
l'orizzonte individuale proteso a sfidare
l'ignoto
''Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e
canoscenza", XXVI, 118-120).
Condannato all'inferno per non aver tenuto
in debito conto i limiti della stessa ragione
e della conoscenza umana: “il folle volo”.
Richiamo di Dante all'umiltà: la morte di Ulisse risolta
da Dante in modo del tutto originale.
Limiti che ogni uomo deve rispettare se non
supportato dalla Fede (“com’Altrui piacque”)
T. 2. Ugo Foscolo, A Zacinto
dipinge la figura di Ulisse con
partecipazione emotiva: il
poeta, infatti, sente come sua la
dimensione di esule, lontano dalla
patria.
Dall'eroe omerico Foscolo coglie gli aspetti del vagar
lungo e lontano, la carica della
dimensione di esule, l’amore e la tensione
verso la patria, l'urgere di una vita intensa ed eroica,
il fascino di un Ulisse forte ed intrepido.
T. 3. In Pascoli, L'Ultimo viaggio di
Ulisse
c'è un Ulisse ormai vecchio e con in
mano solo dubbi e interrogativi
Pascoli reinventa una micro-Odissea in 24
canti, come quella omerica, nella quale
Odisseo giunto verso la fine della sua
vita, decide di imbarcarsi in un’impresa per
mare. Il suo però non è un viaggio verso
l’ignoto (come in Dante e Tennyson) bensì
un ritorno nel già noto, vuole ripercorrere
a ritroso l’antico itinerario alla ricerca di
luoghi e figure del passato per interrogarsi
sul senso della propria esperienza, per
accertarsi della sua stessa consistenza
• presente di         • dolcezza del
  angoscia e            mondo sognato
  drammaticità
• fuga dal presente- • vivere=ricordare
  ricerca del passato

                     • sonno/sogno-
• vicinanza della      illusioni/realta'
  morte
L’unica verità sarà una
definitiva, tragica disillusione, fatta di
silenzi e morte, ben rappresentata
dall’immagine delle Sirene che, per la
prima volta nella storia della
letteratura, tacciono, negando così
ad Ulisse ogni speranza di conoscenza.
(“nostos negato”)
L’Ultimo viaggio si chiude così con la
morte di Ulisse, la sua nave si scontra
fra gli scogli delle mute Sirene e le
acque trasporteranno il cadavere del
naufrago presso l’isola di Calypso dove
sarà la dea a ritrovarlo
Morte di Ulisse = Morte del Mito
L’Odisseo di Pascoli anela ad una verità
che dia senso alla vita e proprio in
questo suo desiderio di totalità
assoluta si annida il germe
dell’annientamento senza remissione.
L’uomo del nostro ieri vuole possedere
l’universo intero: al termine dell’ultimo
viaggio, stringe nelle mani un pugno di
sabbia.
T. 4. Sarà invece in
D'annunzio, Incontro con Ulisse che
la figura dell'eroe greco si caricherà
di quello slancio di un'umanità
superiore (teoria del
Superuomo), tipico della filosofia
di vita del poeta stesso.
Temi
esaltazione dell'io
     l'eroe antico è isolato ed esaltato come
prototipo di un'umanità eroica, in cui la
solitudine è un segno di superiorità e di
distacco dalla massa

ansia di agire, navigare come unica meta

aspirazione dannunziana a creare il mito di
se stesso
“Sol una è la palma ch'io voglio
da te, o vergine Nike:
    l'Universo!
Non altra.
Sol quella ricever potrebbe da te
Odisseo
che a sé prega la morte nell'atto”
La figura di Ulisse, modellata su quella
dell’Inferno dantesco, compare per
accendere, con i resti della nave
inabissata, il rogo votivo del poeta. L’eroe si
presenta insomma come variante del
superuomo che si erge sulla massa dei
deboli seguaci del “Galileo” (= Gesù) .
L’Altrui dantesco è scomparso una volta
per tutte.
 Il superuomo, l’Ulisside moderno, può fare
a meno sia degli uomini che di Dio.
Confronto Pascoli- D’Annunzio

L’Ultimo viaggio di Pascoli ci presenta un Ulisse
anti-eroico e può essere considerato quasi una
  risposta polemica al modello dannunziano.

L’eroe guerriero di D’Annunzio ha infatti il suo
       contrario nell’inquieto sognatore
       di Pascoli, permeato di nostalgia.
T. 5.
Con Guido Gozzano la figura di Ulisse
si immergerà nello scherno/parodia.
Nella sua Ipotesi (1907) l'ironia è
un'arma per colpire la brama di sapere
che ha caratterizzato per secoli
l'Occidente
 In sostanza il mito di Ulisse viene
demitizzato.
L’eroe antico diventa un marito
infedele che gira il mondo su uno
yacht e che ritornato a casa decide
di ripartire con alcuni compagni
alla volta dell’America per cercare lì
fortuna.
T. 6. Giuseppe Ungaretti nella sua
Allegria di naufragi vede nella
figura del tenace e coraggioso
Ulisse il modello del proprio
riscatto dalla tremenda esperienza
della prima guerra mondiale.
Il viaggio di Ungaretti è “il viaggio dell’io”che
si svolge con un movimento verticale di
“ascensione” ; è l’errare dell’anima nel suo
tentativo che mai demorde di ascendere ai
cieli della purezza, dell’essenza, dello
“spirito” nel suo valore assoluto, ormai
liberato dalle scorie dell’effimero, del
materiale. È per questa ragione che la
poesia come suprema forma di canto viene
eletta per il conseguimento di tale rito di
purificazione.
La “cifra” del viaggio connota l’intero discorso
poetico di Ungaretti che si proclama “sino alla morte
in balia del viaggio” (Lindoro di deserto, 1915) e
“subito riprende il viaggio come dopo il naufragio un
superstite lupo di mare” (Allegria dei
naufragi, 1917).
Egli è palombaro che si inabissa nel porto sepolto
per poi tornare alla luce con i suoi canti (Il porto
sepolto, 1916) ma rimane
sempre, programmaticamente, “pronto a tutte le
partenze” (Il capitano, 1929) fino a dirigersi al
termine della vita, a quel porto definitivo “Verso cui
va tranquillo il vecchio capitano” (Ultimi cori per la
terra promessa, 1952-1960).
In questa prospettiva,
il viaggio ungarettiano
                non è un nostos,
un semplice ritorno alla terra natale,
alla maniera di Odisseo,
    bensì un itinerario che si sviluppa
       in verticale, nell’interiorità,
sul modello dantesco di discesa agli
inferi e di risalita alla luce.
T. 7. Il mito di Ulisse in
Umberto Saba
Ulisse, 1946 (da Mediterranee)

Saba àncora al tema della sete di
conoscenza e del rifiuto della
tranquillità domestica la sua
interpretazione dell'eroe greco.
Il poeta contempla un giovane Saba-Odisseo
distante nel tempo, che navigava sospinto dalla
joie de vivre, attratto dalla bellezza e dal
pericolo. Ora, da vecchio, egli non rimpiange
l’avventura né, tantomeno, si arrende poiché il
“non domato spirito” e il persistente “doloroso
amore” della vita risospingono al largo la sua
mente e il suo cuore, e fanno di lui il re di quella
terra che è ancora di Nessuno.
 Il poeta riconsacra così Ulisse calandolo
nell’attualità del proprio vissuto personale.
Il nerbo della vita sta nella persistenza della
memoria mitica.
T. 8. Giorgio Caproni, Esperienza (da Il
muro della terra, 1972)

Tutti i luoghi che ho visto,
che ora ho visitato,
ora so- ne son certo:
non ci sono mai stato
Caproni ridisegna con tratti
essenziali il viaggiatore pascoliano
alla ricerca della conoscenza che
approda però alla coscienza del
nulla.
T. 9. Infine, anche la musica italiana dà
il suo contributo. Nella canzone
''Itaca''di Lucio Dalla c'è sia la figura
del coraggioso capitano Ulisse, sia
quella dei suoi compagni di viaggio.
Compagni attenti sì ai piccoli problemi
della vita, alle difficoltà e alla voglia di
ritornare al proprio porto, ma ancora
affascinati dal proprio capitano e dal
mare, ricco ancora di sorprese.

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Il viaggio nella letteratura italiana

  • 1. Materia: ITALIANO a cura della prof. Meri MASSI
  • 2. Invito al viaggio canzone di Franco Battiato da una poesia di Charles Baudelaire Link al video
  • 3. • 1. Distacco e sofferenza: desiderio del ritorno (NOSTALGIA = gr. nostos: viaggio + algia: dolore • 2. Divertimento e divagazione • 3. Coscienza della propria identità etnica • 4. Esperienza dell’altro • 6. Viaggio mentale • 7. Viaggio = Persuasione • 8. Il viaggio come mito letterario (ULISSE: uomo itinerante alla ricerca di sè e formazione interiore; salvezza e conoscenza = METAFORA DELLA VITA)
  • 4. VIAGGIARE E’ SENTIRSI RANDAGI di C. Magris (La Repubblica, 10 maggio 2003) • Chi viaggia è sempre un randagio, uno straniero, un ospite; dorme in stanze che, dopo di lui, albergano sconosciuti, non possiede il guanciale su cui posa il capo né il tetto che lo ripara. E così comprende che non si può mai possedere veramente una casa, uno spazio ritagliato nell’infinito dell’universo, ma solo sostarvi, per una notte o per tutta la vita, con rispetto e gratitudine. • Non per nulla il viaggio è anzitutto un ritorno e insegna ad abitare più liberamente la propria casa .
  • 5. • Poeticamente abita l’uomo su questa terra, dice un verso di Holderlin, ma solo se sa (altro verso di Holderlin) che la salvezza cresce là dove cresce il pericolo. Nel viaggio, ignoti fra gente ignota, si impara in senso forte a essere NESSUNO. Proprio questo permette , in un luogo amato divenuto quasi fisicamente una parte o un prolungamento della propria persona, di dire, echeggiando Don Chisciotte: QUI IO SONO CHI SONO
  • 6. PERCORSO 8 ODISSEO-ULISSE : il viaggio come mito letterario, uomo itinerante alla ricerca di sè
  • 7. Attraverso lo studio interdisciplinare condotto emergerà che l'uomo si porta dietro consapevolmente o meno il mito del viaggio, come bene compresero i diversi autori affrontati, che seguendo le proprie attitudini, propensioni, ma mai scordando il punto di riferimento per eccellenza, l'Odissea e Omero, lo rielaborarono ora in chiave ironica, ora polemica ora antitetica nei confronti dell'antecedente mitico.
  • 8. • L'Ulisse omerico costituisce il prototipo del viaggiatore,di colui che attraversa un'infinità di pericoli e di tentazioni, volendo fondamentalmente fare ritorno in patria. • Egli costituisce un modello, una forma multiforme (polytropos) di vita umana piene di potenzialità, un paradigma della conoscenza del mondo e di sé nel dolore, ma anche un ossimoro vivente che nega se stesso per ritrovare la propria identità. • Un'icona dell'esperienza, della scienza nella sua metis (Atena) e nella sua aletheia (Apollo). • Nell'astuta arte della sapienza e' un modello di poesia.
  • 9. Nella letteratura italiana ritroviamo frequentemente la figura di Ulisse mediata attraverso concezioni e filtri sempre differenti secondo l'originale visione di ogni autore: T.1. Dante, Inferno , XXVI
  • 10. Ulisse, VIII bolgia (consiglieri di frode): 1. esempio di umana magnaminità, si distingue per l'astuzia, il coraggio, l'abilità di parola, l’intelligenza, la sete di conoscenza 2. archetipo dell'uomo che va oltre l'orizzonte individuale proteso a sfidare l'ignoto
  • 11. ''Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza", XXVI, 118-120). Condannato all'inferno per non aver tenuto in debito conto i limiti della stessa ragione e della conoscenza umana: “il folle volo”. Richiamo di Dante all'umiltà: la morte di Ulisse risolta da Dante in modo del tutto originale. Limiti che ogni uomo deve rispettare se non supportato dalla Fede (“com’Altrui piacque”)
  • 12. T. 2. Ugo Foscolo, A Zacinto dipinge la figura di Ulisse con partecipazione emotiva: il poeta, infatti, sente come sua la dimensione di esule, lontano dalla patria. Dall'eroe omerico Foscolo coglie gli aspetti del vagar lungo e lontano, la carica della dimensione di esule, l’amore e la tensione verso la patria, l'urgere di una vita intensa ed eroica, il fascino di un Ulisse forte ed intrepido.
  • 13. T. 3. In Pascoli, L'Ultimo viaggio di Ulisse c'è un Ulisse ormai vecchio e con in mano solo dubbi e interrogativi
  • 14. Pascoli reinventa una micro-Odissea in 24 canti, come quella omerica, nella quale Odisseo giunto verso la fine della sua vita, decide di imbarcarsi in un’impresa per mare. Il suo però non è un viaggio verso l’ignoto (come in Dante e Tennyson) bensì un ritorno nel già noto, vuole ripercorrere a ritroso l’antico itinerario alla ricerca di luoghi e figure del passato per interrogarsi sul senso della propria esperienza, per accertarsi della sua stessa consistenza
  • 15. • presente di • dolcezza del angoscia e mondo sognato drammaticità • fuga dal presente- • vivere=ricordare ricerca del passato • sonno/sogno- • vicinanza della illusioni/realta' morte
  • 16. L’unica verità sarà una definitiva, tragica disillusione, fatta di silenzi e morte, ben rappresentata dall’immagine delle Sirene che, per la prima volta nella storia della letteratura, tacciono, negando così ad Ulisse ogni speranza di conoscenza. (“nostos negato”)
  • 17. L’Ultimo viaggio si chiude così con la morte di Ulisse, la sua nave si scontra fra gli scogli delle mute Sirene e le acque trasporteranno il cadavere del naufrago presso l’isola di Calypso dove sarà la dea a ritrovarlo Morte di Ulisse = Morte del Mito
  • 18. L’Odisseo di Pascoli anela ad una verità che dia senso alla vita e proprio in questo suo desiderio di totalità assoluta si annida il germe dell’annientamento senza remissione. L’uomo del nostro ieri vuole possedere l’universo intero: al termine dell’ultimo viaggio, stringe nelle mani un pugno di sabbia.
  • 19. T. 4. Sarà invece in D'annunzio, Incontro con Ulisse che la figura dell'eroe greco si caricherà di quello slancio di un'umanità superiore (teoria del Superuomo), tipico della filosofia di vita del poeta stesso.
  • 20. Temi esaltazione dell'io l'eroe antico è isolato ed esaltato come prototipo di un'umanità eroica, in cui la solitudine è un segno di superiorità e di distacco dalla massa ansia di agire, navigare come unica meta aspirazione dannunziana a creare il mito di se stesso
  • 21. “Sol una è la palma ch'io voglio da te, o vergine Nike: l'Universo! Non altra. Sol quella ricever potrebbe da te Odisseo che a sé prega la morte nell'atto”
  • 22. La figura di Ulisse, modellata su quella dell’Inferno dantesco, compare per accendere, con i resti della nave inabissata, il rogo votivo del poeta. L’eroe si presenta insomma come variante del superuomo che si erge sulla massa dei deboli seguaci del “Galileo” (= Gesù) . L’Altrui dantesco è scomparso una volta per tutte. Il superuomo, l’Ulisside moderno, può fare a meno sia degli uomini che di Dio.
  • 23. Confronto Pascoli- D’Annunzio L’Ultimo viaggio di Pascoli ci presenta un Ulisse anti-eroico e può essere considerato quasi una risposta polemica al modello dannunziano. L’eroe guerriero di D’Annunzio ha infatti il suo contrario nell’inquieto sognatore di Pascoli, permeato di nostalgia.
  • 24. T. 5. Con Guido Gozzano la figura di Ulisse si immergerà nello scherno/parodia. Nella sua Ipotesi (1907) l'ironia è un'arma per colpire la brama di sapere che ha caratterizzato per secoli l'Occidente In sostanza il mito di Ulisse viene demitizzato.
  • 25. L’eroe antico diventa un marito infedele che gira il mondo su uno yacht e che ritornato a casa decide di ripartire con alcuni compagni alla volta dell’America per cercare lì fortuna.
  • 26. T. 6. Giuseppe Ungaretti nella sua Allegria di naufragi vede nella figura del tenace e coraggioso Ulisse il modello del proprio riscatto dalla tremenda esperienza della prima guerra mondiale.
  • 27. Il viaggio di Ungaretti è “il viaggio dell’io”che si svolge con un movimento verticale di “ascensione” ; è l’errare dell’anima nel suo tentativo che mai demorde di ascendere ai cieli della purezza, dell’essenza, dello “spirito” nel suo valore assoluto, ormai liberato dalle scorie dell’effimero, del materiale. È per questa ragione che la poesia come suprema forma di canto viene eletta per il conseguimento di tale rito di purificazione.
  • 28. La “cifra” del viaggio connota l’intero discorso poetico di Ungaretti che si proclama “sino alla morte in balia del viaggio” (Lindoro di deserto, 1915) e “subito riprende il viaggio come dopo il naufragio un superstite lupo di mare” (Allegria dei naufragi, 1917). Egli è palombaro che si inabissa nel porto sepolto per poi tornare alla luce con i suoi canti (Il porto sepolto, 1916) ma rimane sempre, programmaticamente, “pronto a tutte le partenze” (Il capitano, 1929) fino a dirigersi al termine della vita, a quel porto definitivo “Verso cui va tranquillo il vecchio capitano” (Ultimi cori per la terra promessa, 1952-1960).
  • 29. In questa prospettiva, il viaggio ungarettiano non è un nostos, un semplice ritorno alla terra natale, alla maniera di Odisseo, bensì un itinerario che si sviluppa in verticale, nell’interiorità, sul modello dantesco di discesa agli inferi e di risalita alla luce.
  • 30. T. 7. Il mito di Ulisse in Umberto Saba Ulisse, 1946 (da Mediterranee) Saba àncora al tema della sete di conoscenza e del rifiuto della tranquillità domestica la sua interpretazione dell'eroe greco.
  • 31. Il poeta contempla un giovane Saba-Odisseo distante nel tempo, che navigava sospinto dalla joie de vivre, attratto dalla bellezza e dal pericolo. Ora, da vecchio, egli non rimpiange l’avventura né, tantomeno, si arrende poiché il “non domato spirito” e il persistente “doloroso amore” della vita risospingono al largo la sua mente e il suo cuore, e fanno di lui il re di quella terra che è ancora di Nessuno. Il poeta riconsacra così Ulisse calandolo nell’attualità del proprio vissuto personale. Il nerbo della vita sta nella persistenza della memoria mitica.
  • 32. T. 8. Giorgio Caproni, Esperienza (da Il muro della terra, 1972) Tutti i luoghi che ho visto, che ora ho visitato, ora so- ne son certo: non ci sono mai stato
  • 33. Caproni ridisegna con tratti essenziali il viaggiatore pascoliano alla ricerca della conoscenza che approda però alla coscienza del nulla.
  • 34. T. 9. Infine, anche la musica italiana dà il suo contributo. Nella canzone ''Itaca''di Lucio Dalla c'è sia la figura del coraggioso capitano Ulisse, sia quella dei suoi compagni di viaggio. Compagni attenti sì ai piccoli problemi della vita, alle difficoltà e alla voglia di ritornare al proprio porto, ma ancora affascinati dal proprio capitano e dal mare, ricco ancora di sorprese.