3. • 1. Distacco e sofferenza: desiderio del ritorno
(NOSTALGIA = gr. nostos: viaggio + algia: dolore
• 2. Divertimento e divagazione
• 3. Coscienza della propria identità etnica
• 4. Esperienza dell’altro
• 6. Viaggio mentale
• 7. Viaggio = Persuasione
• 8. Il viaggio come mito letterario (ULISSE: uomo
itinerante alla ricerca di sè e formazione
interiore; salvezza e conoscenza = METAFORA
DELLA VITA)
4. VIAGGIARE E’ SENTIRSI RANDAGI
di C. Magris (La Repubblica, 10 maggio 2003)
• Chi viaggia è sempre un randagio, uno straniero, un
ospite; dorme in stanze che, dopo di lui, albergano
sconosciuti, non possiede il guanciale su cui posa il
capo né il tetto che lo ripara. E così comprende che
non si può mai possedere veramente una casa, uno
spazio ritagliato nell’infinito dell’universo, ma solo
sostarvi, per una notte o per tutta la vita, con
rispetto e gratitudine.
• Non per nulla il viaggio è anzitutto un ritorno e
insegna ad abitare più liberamente la propria casa .
5. • Poeticamente abita l’uomo su questa
terra, dice un verso di Holderlin, ma solo se sa
(altro verso di Holderlin) che la salvezza cresce
là dove cresce il pericolo. Nel viaggio, ignoti fra
gente ignota, si impara in senso forte a essere
NESSUNO. Proprio questo permette , in un
luogo amato divenuto quasi fisicamente una
parte o un prolungamento della propria
persona, di dire, echeggiando Don Chisciotte:
QUI IO SONO CHI SONO
7. Attraverso lo studio interdisciplinare
condotto emergerà che l'uomo si porta
dietro consapevolmente o meno il mito
del viaggio, come bene compresero i
diversi autori affrontati, che seguendo le
proprie attitudini, propensioni, ma mai
scordando il punto di riferimento per
eccellenza, l'Odissea e Omero, lo
rielaborarono ora in chiave ironica, ora
polemica ora antitetica nei confronti
dell'antecedente mitico.
8. • L'Ulisse omerico costituisce il prototipo del
viaggiatore,di colui che attraversa un'infinità di
pericoli e di tentazioni, volendo
fondamentalmente fare ritorno in patria.
• Egli costituisce un modello, una forma multiforme
(polytropos) di vita umana piene di
potenzialità, un paradigma della conoscenza del
mondo e di sé nel dolore, ma anche un ossimoro
vivente che nega se stesso per ritrovare la
propria identità.
• Un'icona dell'esperienza, della scienza nella sua
metis (Atena) e nella sua aletheia (Apollo).
• Nell'astuta arte della sapienza e' un modello di
poesia.
9. Nella letteratura italiana ritroviamo
frequentemente la figura di Ulisse
mediata attraverso concezioni e
filtri sempre differenti secondo
l'originale visione di ogni autore:
T.1. Dante, Inferno , XXVI
10. Ulisse, VIII bolgia (consiglieri di frode):
1. esempio di umana magnaminità,
si distingue per l'astuzia, il coraggio,
l'abilità di parola, l’intelligenza, la sete
di conoscenza
2. archetipo dell'uomo che va oltre
l'orizzonte individuale proteso a sfidare
l'ignoto
11. ''Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e
canoscenza", XXVI, 118-120).
Condannato all'inferno per non aver tenuto
in debito conto i limiti della stessa ragione
e della conoscenza umana: “il folle volo”.
Richiamo di Dante all'umiltà: la morte di Ulisse risolta
da Dante in modo del tutto originale.
Limiti che ogni uomo deve rispettare se non
supportato dalla Fede (“com’Altrui piacque”)
12. T. 2. Ugo Foscolo, A Zacinto
dipinge la figura di Ulisse con
partecipazione emotiva: il
poeta, infatti, sente come sua la
dimensione di esule, lontano dalla
patria.
Dall'eroe omerico Foscolo coglie gli aspetti del vagar
lungo e lontano, la carica della
dimensione di esule, l’amore e la tensione
verso la patria, l'urgere di una vita intensa ed eroica,
il fascino di un Ulisse forte ed intrepido.
13. T. 3. In Pascoli, L'Ultimo viaggio di
Ulisse
c'è un Ulisse ormai vecchio e con in
mano solo dubbi e interrogativi
14. Pascoli reinventa una micro-Odissea in 24
canti, come quella omerica, nella quale
Odisseo giunto verso la fine della sua
vita, decide di imbarcarsi in un’impresa per
mare. Il suo però non è un viaggio verso
l’ignoto (come in Dante e Tennyson) bensì
un ritorno nel già noto, vuole ripercorrere
a ritroso l’antico itinerario alla ricerca di
luoghi e figure del passato per interrogarsi
sul senso della propria esperienza, per
accertarsi della sua stessa consistenza
15. • presente di • dolcezza del
angoscia e mondo sognato
drammaticità
• fuga dal presente- • vivere=ricordare
ricerca del passato
• sonno/sogno-
• vicinanza della illusioni/realta'
morte
16. L’unica verità sarà una
definitiva, tragica disillusione, fatta di
silenzi e morte, ben rappresentata
dall’immagine delle Sirene che, per la
prima volta nella storia della
letteratura, tacciono, negando così
ad Ulisse ogni speranza di conoscenza.
(“nostos negato”)
17. L’Ultimo viaggio si chiude così con la
morte di Ulisse, la sua nave si scontra
fra gli scogli delle mute Sirene e le
acque trasporteranno il cadavere del
naufrago presso l’isola di Calypso dove
sarà la dea a ritrovarlo
Morte di Ulisse = Morte del Mito
18. L’Odisseo di Pascoli anela ad una verità
che dia senso alla vita e proprio in
questo suo desiderio di totalità
assoluta si annida il germe
dell’annientamento senza remissione.
L’uomo del nostro ieri vuole possedere
l’universo intero: al termine dell’ultimo
viaggio, stringe nelle mani un pugno di
sabbia.
19. T. 4. Sarà invece in
D'annunzio, Incontro con Ulisse che
la figura dell'eroe greco si caricherà
di quello slancio di un'umanità
superiore (teoria del
Superuomo), tipico della filosofia
di vita del poeta stesso.
20. Temi
esaltazione dell'io
l'eroe antico è isolato ed esaltato come
prototipo di un'umanità eroica, in cui la
solitudine è un segno di superiorità e di
distacco dalla massa
ansia di agire, navigare come unica meta
aspirazione dannunziana a creare il mito di
se stesso
21. “Sol una è la palma ch'io voglio
da te, o vergine Nike:
l'Universo!
Non altra.
Sol quella ricever potrebbe da te
Odisseo
che a sé prega la morte nell'atto”
22. La figura di Ulisse, modellata su quella
dell’Inferno dantesco, compare per
accendere, con i resti della nave
inabissata, il rogo votivo del poeta. L’eroe si
presenta insomma come variante del
superuomo che si erge sulla massa dei
deboli seguaci del “Galileo” (= Gesù) .
L’Altrui dantesco è scomparso una volta
per tutte.
Il superuomo, l’Ulisside moderno, può fare
a meno sia degli uomini che di Dio.
23. Confronto Pascoli- D’Annunzio
L’Ultimo viaggio di Pascoli ci presenta un Ulisse
anti-eroico e può essere considerato quasi una
risposta polemica al modello dannunziano.
L’eroe guerriero di D’Annunzio ha infatti il suo
contrario nell’inquieto sognatore
di Pascoli, permeato di nostalgia.
24. T. 5.
Con Guido Gozzano la figura di Ulisse
si immergerà nello scherno/parodia.
Nella sua Ipotesi (1907) l'ironia è
un'arma per colpire la brama di sapere
che ha caratterizzato per secoli
l'Occidente
In sostanza il mito di Ulisse viene
demitizzato.
25. L’eroe antico diventa un marito
infedele che gira il mondo su uno
yacht e che ritornato a casa decide
di ripartire con alcuni compagni
alla volta dell’America per cercare lì
fortuna.
26. T. 6. Giuseppe Ungaretti nella sua
Allegria di naufragi vede nella
figura del tenace e coraggioso
Ulisse il modello del proprio
riscatto dalla tremenda esperienza
della prima guerra mondiale.
27. Il viaggio di Ungaretti è “il viaggio dell’io”che
si svolge con un movimento verticale di
“ascensione” ; è l’errare dell’anima nel suo
tentativo che mai demorde di ascendere ai
cieli della purezza, dell’essenza, dello
“spirito” nel suo valore assoluto, ormai
liberato dalle scorie dell’effimero, del
materiale. È per questa ragione che la
poesia come suprema forma di canto viene
eletta per il conseguimento di tale rito di
purificazione.
28. La “cifra” del viaggio connota l’intero discorso
poetico di Ungaretti che si proclama “sino alla morte
in balia del viaggio” (Lindoro di deserto, 1915) e
“subito riprende il viaggio come dopo il naufragio un
superstite lupo di mare” (Allegria dei
naufragi, 1917).
Egli è palombaro che si inabissa nel porto sepolto
per poi tornare alla luce con i suoi canti (Il porto
sepolto, 1916) ma rimane
sempre, programmaticamente, “pronto a tutte le
partenze” (Il capitano, 1929) fino a dirigersi al
termine della vita, a quel porto definitivo “Verso cui
va tranquillo il vecchio capitano” (Ultimi cori per la
terra promessa, 1952-1960).
29. In questa prospettiva,
il viaggio ungarettiano
non è un nostos,
un semplice ritorno alla terra natale,
alla maniera di Odisseo,
bensì un itinerario che si sviluppa
in verticale, nell’interiorità,
sul modello dantesco di discesa agli
inferi e di risalita alla luce.
30. T. 7. Il mito di Ulisse in
Umberto Saba
Ulisse, 1946 (da Mediterranee)
Saba àncora al tema della sete di
conoscenza e del rifiuto della
tranquillità domestica la sua
interpretazione dell'eroe greco.
31. Il poeta contempla un giovane Saba-Odisseo
distante nel tempo, che navigava sospinto dalla
joie de vivre, attratto dalla bellezza e dal
pericolo. Ora, da vecchio, egli non rimpiange
l’avventura né, tantomeno, si arrende poiché il
“non domato spirito” e il persistente “doloroso
amore” della vita risospingono al largo la sua
mente e il suo cuore, e fanno di lui il re di quella
terra che è ancora di Nessuno.
Il poeta riconsacra così Ulisse calandolo
nell’attualità del proprio vissuto personale.
Il nerbo della vita sta nella persistenza della
memoria mitica.
32. T. 8. Giorgio Caproni, Esperienza (da Il
muro della terra, 1972)
Tutti i luoghi che ho visto,
che ora ho visitato,
ora so- ne son certo:
non ci sono mai stato
33. Caproni ridisegna con tratti
essenziali il viaggiatore pascoliano
alla ricerca della conoscenza che
approda però alla coscienza del
nulla.
34. T. 9. Infine, anche la musica italiana dà
il suo contributo. Nella canzone
''Itaca''di Lucio Dalla c'è sia la figura
del coraggioso capitano Ulisse, sia
quella dei suoi compagni di viaggio.
Compagni attenti sì ai piccoli problemi
della vita, alle difficoltà e alla voglia di
ritornare al proprio porto, ma ancora
affascinati dal proprio capitano e dal
mare, ricco ancora di sorprese.