1. Scheda Paese
Emirati Arabi Uniti
a cura del Servizio Centrale Studi Economici
Federazione ANIE
2. Emirati Arabi Uniti
indice della Scheda Paese
Caratteristiche del Paese Pag. 3
Suddivisione amministrativa e ordinamento dello Stato Pag. 4
Indicatori macroeconomici Pag. 5
Partner commerciali Pag. 7
Interscambio commerciale dell’Italia con gli Emirati Arabi Uniti Pag. 8
Esportazioni italiane di Elettrotecnica ed Elettronica verso i Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC) Pag.9
Interscambio commerciale Italia - EAU di Elettrotecnica ed Elettronica Pag.12
Opportunità Paese: Trasporti Ferroviari, Energia elettrica, Costruzioni Pag. 14
Investimenti diretti esteri (IDE) Pag. 19
Zone franche – Free Zone Pag. 21
Mercato del lavoro Pag. 24
Fiscalità Pag. 25
Disciplina doganale Pag. 27
Rischio Paese (fonte SACE) Pag. 28
Indirizzi utili Pag. 29
Contatti ANIE Pag. 30
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3. Emirati Arabi Uniti
caratteristiche del Paese
Superficie: 83.600 km²
Popolazione: 5.148.664 (luglio 2011)
Densità della popolazione: 61 abitanti per km²
Lingua Ufficiale: Arabo
(altre lingue parlate: Inglese, Persiano, Hindi)
Moneta Ufficiale: Dirham Emirati Arabi (AED)
Tasso di cambio 2011 pari a 1 Euro = 5,11 AED
Distribuzione Popolazione:
- Area Urbana: 84%
- Area Rurale: 16%
Il 20,4% della Popolazione ha un’età inferiore ai 15 anni
Tasso di Alfabetizzazione: 77,9%
di cui:
- Uomini: 76,1%
- Donne: 81,7%
Fonte: CIA The World Fact Book
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4. Emirati Arabi Uniti
suddivisione amministrativa e ordinamento dello Stato
BANDIERA EMIRATO SUPERFICIE (Km²)
Abu Dhabi 37.340
Dubai 3.885
Sharjah 2.590
Ras al - Khaima 1.684
Fujaira 1.165
Umm al - Qaywayn 777
Ajman 259
ORDINAMENTO DELLO STATO
Gli Emirati Arabi Uniti sono una Monarchia Assoluta Federale. Capo Assoluto è il Presidente della Federazione
cooptato per 5 anni dal Consiglio Supremo della Federazione, composto dagli Emiri che sono al vertice degli Stati
federati. Il Presidente esercita i supremi poteri con l'ausilio del Primo ministro che di regola è lo sceicco di Dubai a
cui spetta anche la carica di Vice Presidente della Federazione. È invece consuetudine che la carica di Presidente
spetti allo sceicco di Abu Dhabi. Esiste inoltre un Consiglio Federale Nazionale consultivo composto di 40 membri
scelti sulla base di candidature individuali.
Fonte: Governo degli EAU
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5. Emirati Arabi Uniti
indicatori macroeconomici
Indicatori 2007 2008 2009 2010 2011* 2012**
PIL a prezzi correnti (Miliardi di Euro) 188,4 214,2 194,5 228,8 257,6 286,9
PIL pro capite a prezzi correnti (Migliaia di Euro) 42,0 44,9 38,4 43,9 47,9 51,8
Tasso di crescita del PIL (variazione % a prezzi costanti) 6,6 5,3 -3,2 3,2 3,3 3,8
Indice Produzione Industriale (variazione %) 8,5 16,6 0,7 5,9 4,7 5,0
Tasso d'Inflazione (variazione %) 11,2 12,3 1,6 0,9 2,5 2,5
Tasso di Disoccupazione (%) 3,2 3,5 3,7 4,2 4,3 4,2
Tasso di Cambio Euro (EUR) per Dirham (AED) 5,03 5,40 5,12 4,87 5,11 n.d.
Bilancia Commerciale
Esportazioni FOB beni (Miliardi di Euro) 130,4 162,7 138,0 159,6 181,4 208,4
Importazioni FOB beni (Miliardi di Euro) 96,4 119,9 107,7 121,4 133,5 167,2
Saldo Commerciale totale (Miliardi di Euro) 34,0 42,8 30,3 38,2 47,9 41,2
* preconsuntivi
* * dato di previsione
Fonte: elaborazioni Servizio Centrale Studi Economi ANIE su dati FMI, Central Bank of UAE, Ufficio Statistico Nazionale UAE, EIU
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6. Emirati Arabi Uniti
PIL per settori economici
Prodotto interno lordo
composizione per settori economici
…Prodotto interno lordo negli EAU
distribuzione per Emirati
Fonte: elaborazioni Servizio Centrale Studi Economi ANIE su dati Ufficio Statistico Nazionale UAE
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7. Emirati Arabi Uniti
partner commerciali
Aree di importazione degli EAU (Anno 2010)* Aree di esportazione degli EAU (Anno 2010)*
Nr. Paese Partner Quota % Nr. Paese Partner Quota %
1 India 17,1 1 India 28,1
2 Cina 10,3 2 Iran 17,0
3 USA 8,5 3 Iraq 8,2
4 Germania 6,1 4 Afghanistan 4,2
5 Giappone 5,9 5 Bahrain 3,2
6 Regno Unito 3,6 6 Arabia Saudita 2,9
7 ITALIA 3,1 7 Qatar 2,5
8 Francia 2,6 8 Hong Kong 2,3
9 Sud Corea 2,5 9 Belgio 1,9
10 Arabia Saudita 2,5 10 Kuwait 1,9
11 Altri Paesi 37,8 11 Altri Paesi 27,8
* Ultimo dato disponibile * Ultimo dato disponibile
Con un saldo della bilancia commerciale in attivo di oltre 40 Miliardi di Euro, le importazioni degli Emirati Arabi Uniti hanno
registrato una crescita di dieci punti percentuali nel 2011. Primo Paese fornitore si confermerebbe per l’anno appena
conclusosi l’India con una quota superiore al 15%. Settimo Paese fornitore, e terzo a livello europeo, l’Italia con una quota
di oltre il 3%.
Con riferimento alle esportazioni degli EAU, escluso il settore oil e tenendo conto del fenomeno re-export largamente
diffuso negli EAU e in primis a Dubai, grazie alla posizione strategica che l’Emirato occupa all’interno dei Paesi del Golfo
Persico, risultano rafforzate nel 2011 e in ulteriore crescita per l’anno in corso di oltre quindici punti percentuali. Principali
mercati di sbocco: India, Iran e Iraq con una quota complessiva superiore al 50%.
Fonte: elaborazioni Servizio Centrale Studi Economi ANIE su dati Ufficio Statistico Nazionale UAE
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8. Emirati Arabi Uniti
interscambio commerciale dell’Italia con gli Emirati Arabi Uniti (EAU)
Con un calo di due punti percentuali rispetto al 2009, nel 2010 le esportazioni italiane verso gli Emirati Arabi Uniti
(EAU) hanno di poco superato i 3,5 Miliardi di Euro (nel 2008 il nostro export superava i 5 Miliardi di Euro). Segnali
positivi sono previsti per il 2011. Secondo i preconsutivi di chiusura anno le esportazioni italiane verso gli EAU
dovrebbero confermarsi in controtendenza con un’accelerazione a doppia cifra (+25%).
L’export italiano si focalizza nei settori della Meccanica strumentale, Metallurgia, Elettrotecnica ed Elettronica
con una quota complessiva del 42,2%.
Esportazioni italiane verso gli EAU per settori industriali (Anno 2010)
Con riferimento alle importazioni italiane dagli EAU, risultano nel 2010 pari a 450 Milioni di Euro. Per il 2011, a
fronte di una crescita record, si dovrebbe superare la soglia dei 700 Milioni di Euro.
Le principali voci di importazione sono i prodotti della raffinazione petrolifera e i metalli non ferrosi.
Il Saldo della bilancia commerciale si conferma nel 2010 positivo per il nostro Paese (oltre 3 Miliardi di Euro
l’avanzo).
Fonte: elaborazioni ANIE su dati ISTAT
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9. Emirati Arabi Uniti
esportazioni Italiane di Elettrotecnica ed Elettronica
verso i Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC)
* Preconsuntivi
Fonte: elaborazioni ANIE su dati Istat, IMF, UNComtrade
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10. Emirati Arabi Uniti
esportazioni Italiane di Elettrotecnica ed Elettronica verso i Paesi GCC
Fonte: elaborazioni ANIE su dati Istat, IMF, UNComtrade
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11. Emirati Arabi Uniti
esportazioni Italiane di tecnologie per infrastrutture** verso i Paesi GCC
** In questa voce vengono comprese tutte le
esportazioni italiane di tecnologie destinate al * Preconsuntivi
settore elettrico, trasporto elettrificato e ICT.
Fonte: elaborazioni ANIE su dati Istat, IMF, UNComtrade
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12. Emirati Arabi Uniti
interscambio commerciale Italia - EAU di Elettrotecnica ed Elettronica
Bilancia Commerciale (Dati in Milioni di €)
TOTALE ELETTROTECNICA ED ELETTRONICA
2006 2007 2008 2009 2010 2011⁺
Esportazioni da Italia verso EAU 206,6 258,6 494,6 434,9 367,3 444,4
Importazioni da EAU verso Italia 30,6 11,7 23,3 12,1 9,2 10,9
Saldo Commerciale 176,0 246,9 471,3 422,8 358,1 433,5
⁺ Preconsuntivi
Fonte: elaborazioni ANIE su dati Istat
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13. Emirati Arabi Uniti
esportazioni di Elettrotecnica ed Elettronica italiane verso gli EAU
COMPARTI ELETTROTECNICA mln € quota % (2010) ∆ % 2011*/2010
Produzione, Trasmissione, Distribuzione Energia 94,2 25,6 45,7
Apparecchi Domestici e Professionali 65,2 17,7 -10,7
Cavi 43,0 11,7 45,1
Illuminazione 38,0 10,4 9,3
Componenti e Sistemi per Impianti 4,5 1,2 47,1
Trasporti Ferroviari ed Elettrificati 1,1 0,3 -94,1
Ascensori e Scale Mobili 1,1 0,3 -37,9
* Preconsuntivi
Totale esportazioni nel 2010 = 367,3 Milioni di €
distribuzione per macro comparti
COMPARTI ELETTRONICA mln € quota % (2010) ∆ % 2011*/2010
Automazione e Misura 63,5 17,3 1,7
ICT 55,9 15,2 27,1
Componenti Elettronici 0,7 0,2 16,3
Sicurezza ed Automazione Edifici 0,0 0,0 -15,9
* Preconsuntivi Fonte: elaborazioni ANIE su dati Istat
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14. Emirati Arabi Uniti
opportunità Paese: Trasporti Ferroviari ed Elettrificati
FERROVIA DELLA PENISOLA ARABA
Un progetto significativo nel settore ferroviario, di valore superiore a 100 Miliardi di dollari, sta impegnando i sei Paesi del
Consiglio di Cooperazione del Golfo GCC (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar).
Si tratta della costruzione di una rete ferroviaria che collegherà il Kuwait, dal suo confine con l'Iraq, alla città di
Salalah, nell'Oman meridionale, attraverso l'intera costa orientale della Penisola Araba, isole (Bahrein) e penisole
(Qatar) comprese.
Secondo i progetti, la ferrovia del GCC sarà composta da due linee parallele: la prima, di 1.970 km, attraverserà tutti i sei
Paesi (collegando il Bahrein tramite un ponte); la seconda, di 1.984 km, si estenderà tra Kuwait, Arabia Saudita ed Emirati
Arabi per finire in Oman.
Nel corso del 2010, i Ministri dei trasporti dei Paesi GCC hanno approvato uno studio di fattibilità dell'intera rete che,
secondo stime ottimistiche, sarà operativa già dal 2017.
In seguito sono previsti progetti di lungo periodo per Investimenti e Numero di progetti nel settore
del trasporto ferroviario (Anno 2010)
estendere la rete ferroviaria dalla Penisola Araba a
Giordania, Siria e Turchia. Successivamente, la rete si
dovrebbe allargare ulteriormente fino a collegarsi con i
sistemi ferroviari di Europa ed Asia, tramite l'accesso alla
Turchia. Per completare un tale ambizioso progetto, i sei
Paesi GCC stanno sviluppando programmi di
modernizzazione delle rispettive infrastrutture.
Gli EAU nel biennio 2010-2011 hanno dato impulso ad otto
progetti, per un valore totale di circa 20,6 miliardi di dollari, e
stanno effettuando studi di fattibilità soprattutto con riguardo
al posizionamento di rotaie in territori desertici e
all'impatto che le dune di sabbia potrebbero avere sulle
linee.
La metropolitana di Dubai è attualmente il secondo sistema
ferroviario completamente automatizzato più lungo al
mondo; consta di due linee, la più recente (linea verde)
inaugurata nel settembre 2011. In programma la costruzione Fonte:GCC
della terza linea (avvio studio di fattibilità nel 2012).
a cura del Servizio Centrale Studi Economici di ANIE
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15. Emirati Arabi Uniti
opportunità Paese: Energia elettrica - Dubai I Capacità produzione energia elettrica a Dubai
Generazione energia elettrica a Dubai (dati in MW)
(quota per tipologia di impianti)
Estensione Linea di trasmissione (dati in km)
Trasmissione e Distribuzione energia elettrica a Dubai
Linea aerea 2009 2010
Numero sottostazioni 400 kV 870 870
400 kV 14 132 kV 466 459
132 kV 153 33 kV 113 113
33 kV 134 Linea interrata in cavo 2009 2010
6,6 - 11 kV 24.229
132 kV 1.002 1.137
33 kV 1.863 1.866
6,6 - 11 kV 20.920 22.635
Fonte: DEWA
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16. Emirati Arabi Uniti
opportunità Paese: Energia elettrica - Dubai II
Consumi energia elettrica
(distribuzione per consumatori finali, Anno 2010)
IMPIANTI ELETTRICI A DUBAI
Impianti MW
Jabel Ali Power Station D 1.027
Jabel Ali Power Station E 605
Jabel Ali Power Station G 798
Aweer Power Station H - Ph I 607
Aweer Power Station H - Ph II 421
Aweer Power Station H - Ph III 818
Jabel Ali Power Station K 831
Jabel Ali Power Station L - Ph I 861 L’Emirato di Dubai ha annunciato piani per la costruzione d'un
Jabel Ali Power Station L - Ph II 1.393 parco solare da 12 Miliardi di AED (3,27 Miliardi di dollari), con
una potenziale capacità da 1.000 MW quale parte dei suoi sforzi
di ridurre la dipendenza esterna dell'Emirato.
Attualmente Dubai sta cercando di assicurare il
suo approvvigionamento energetico a lungo Nell'ambito della Strategia d'Energia Integrata 2030, Dubai
termine incoraggiando investimenti e intende ridurre le importazioni d’energia e le emissioni di anidride
diversificando risorse energetiche, includendo carbonica che causano riscaldamento climatico del 30% entro il
energie rinnovabili e il nucleare. 2030, usando la propria energia solare e attraverso il nucleare
importato dal vicino Emirato di Abu Dhabi per ridurre la
dipendenza dal gas. Idroelettrico
70,7
Il nuovo Sheikh Mohammed Bin Rashid Al Maktoum Solar Park
coprirà un’area di 48 kmq. Il primo impianto solare del parco avrà
una capacità di 10 MW e l’inizio delle attività è programmato
entro la fine del 2013. Fonte: DEWA
a cura del Servizio Centrale Studi Economici di ANIE
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17. Emirati Arabi Uniti
opportunità Paese: Energia elettrica - Abu Dhabi
Generazione energia elettrica
CAPACITA' E GENERAZIONE ABU DHABI (distribuzione per aziende produttrici, Anno 2010)
Capacità installata Generazione
Azienda produttrice
(MW) (GWh)
AMPC 550 813
APC 2.433 11.111
ECPC 759 4.294
ESWPC 861 3.597
FAPCO 2.114 4.632
GTTPC 1.672 7.162
RPC - 111
SCIPCO 1.615 9.806
TAPCO 2.220 8.414
TOTALE 12.222 49.942
Nel 2010 è stato assegnato il contratto per la realizzazione della grande
centrale solare di Medina Zayed, nell’Emirato di Abu Dhabi. Malgrado a livello mondiale siano stati sospesi i
L’impianto promosso da Abu Dhabi Future Energy Company (ADFEC) programmi atomici, gli EAU hanno rilanciato il
in collaborazione con la spagnola Abengoa Solar e la francese Total piano di investimento nel settore dell’energia
nell’ambito del progetto Masdar, sarà uno dei maggiori al mondo del nucleare. Con un investimento di 30 Miliardi di
tipo a concentrazione Concentrating Solar Power (CSP). Sarà infatti dollari è stata costituita una joint venture tra
costituito da 768 collettori cilindro-parabolici lineari distribuiti su una Emirates Nuclear Energy Corp, di proprietà
superficie di 300 ettari, per una potenza complessiva di 100 MW. dello Stato, e Korea Electric Power Corp.
L’investimento previsto ammonta a 600 Milioni di dollari e i lavori di Emirates Nuclear proseguirà pertanto con i
costruzione richiederanno due anni. piani di sviluppo di 4 reattori nucleari
L’energia elettrica prodotta sarà interamente acquistata dalla Abu Dhabi nell’Emirato di Abu Dhabi.
Water and Electricity Company (ADWEC) nell’ambito di un accordo di
Fonte: ADWEC
acquisto a lungo termine.
a cura del Servizio Centrale Studi Economici di ANIE
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18. Emirati Arabi Uniti
opportunità Paese: Costruzioni
Il valore dei progetti in corso di realizzazione ammonta a 604 Miliardi di dollari, con una flessione del 33% rispetto
all'anno precedente. Nuovi progetti per 14 Miliardi di dollari sono stati annunciati nel 2011, con una diminuzione del
58% rispetto al 2010. Il settore immobiliare è crollato negli EAU nel 2008 e il prezzo delle proprietà è diminuito fino al
60%, con il conseguente abbandono o ritardo nella realizzazione di numerosi progetti.
Anche Abu Dhabi ha sospeso la realizzazione dei progetti museali del Louvre e del Guggenheim.
APPROFONDIMENTO PROGETTI INFRASTRUTTURALI APPROVATI E IN FASE DI REALIZZAZIONE
EMIRATO: ABU DHABI EMIRATO: DUBAI
Il Governo di Abu Dhabi ha approvato nuovi progetti di sviluppo - Entro il 2012 è previsto l’avvio dei lavori per
nei settori immobiliare, sanità, trasporti ed educazione. l’espansione dell’aeroporto internazionale di Dubai. Il
- Il Governo ha dato luce verde per progetti di costruzione, progetto include lavori strutturali, meccanici, di
rinnovo ed infrastruttura a Liwa, Ghayathi, Al Hayer, Al-Shuaib, ingegneria e lavori sul sito per l’espansione del
Bida Al Mutawaa, Mazyed, Um Ghafa, Nema, Al Salamat Umm Terminal 2.
Alashtan e Alybanh. - Il developer immobiliare di Dubai - Meraas Holding -
- Il progetto North Wathba è uno dei maggiori progetti ha confermato che la realizzazione del progetto da 544
residenziali che sia mai stato approvato negli EAU. Copre Milioni di dollari del Phoenix Mart adiacente al Dragon
un’area di 4.178 ettari e al suo completamento realizzerà Mart nei pressi dell’International City a Dubai, inizierà
13.150 aree residenziali. entro il 2012. Il progetto del polo logistico comprenderà
- Il bilancio per lavori d’infrastruttura per Khalifa Port e lo anche la costruzione di un hotel a 5 stelle per
sviluppo di Khalifa Industrial Zone (KIZAD) è stato approvato un’estensione complessiva pari a 750.000 mq.
dal Governo. I primi lavori portuali sono previsti per l'inizio di - DAMAC Properties, la maggiore società immobiliare
settembre 2012. nel Medio Oriente, ha avviato a fine 2011 i lavori del
- Sono stati approvati progetti per lo sviluppo di nuove strutture progetto di edilizia residenziale - per un valore di 100
del terminal nell’aeroporto internazionale di Abu Dhabi. Milioni di dollari - in Dubai Marina. Il progetto prevede
Il nuovo edificio del terminal potrà accogliere entro il 2016 27 appartamenti da una, due, tre camere e suite, incluse
Milioni di passeggeri all’anno. strutture ricreative (alberghi, spa, etc.) da 5 stelle.
- E’ previsto un progetto di realizzazione di una rete
metropolitana e tram. Fonte: Governo degli EAU
a cura del Servizio Centrale Studi Economici di ANIE
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19. Emirati Arabi Uniti
investimenti diretti esteri (IDE)
Andamento degli IDE (2000 – 2011*)
Miliardi di dollari Miliardi di dollari I principali Paesi investitori negli EAU
sono: Regno Unito, USA e India.
* dato di previsione
La presenza imprenditoriale italiana negli Emirati Arabi Uniti è altamente qualificata ed è rappresentata da 180 società a
controllo o a partecipazione italiana (ultima rilevazione disponibile da parte dell’ex ICE). Molte di queste società dispongono
di una propria filiale (unità produttiva o branch office) e altre operano tramite agenti locali. Tra le principali società italiane
presenti in pianta stabile negli EAU molte operano nel settore delle costruzioni, oil&gas, logistica, elettromeccanica, ICT.
Fonte: elaborazioni ANIE su dati Unctad, Central Bank UAE
a cura del Servizio Centrale Studi Economici di ANIE
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20. Emirati Arabi Uniti
disciplina generale degli investimenti diretti esteri
Il mercato degli EAU è rimasto per lungo tempo chiuso agli investimenti esteri, anche a causa dell’esistenza di un monopolio
di Stato nella gestione dell’unica ricchezza del Paese, il settore petrolifero estrattivo.
Poiché si prevede che i giacimenti petroliferi possano esaurirsi in un periodo di 20 anni, il Governo ha avviato un
considerevole piano di diversificazione produttiva cercando di stimolare lo sviluppo di altri settori.
Uno degli obiettivi principali è quello di fare degli EAU (in primis Dubai) un importante centro finanziario.
Oggi, gli investimenti esteri sono incoraggiati attraverso numerosi incentivi, soprattutto nelle Free Trade Zone. Per il 2011 il
Governo federale ha approvato un piano di investimenti di 12 Miliardi di dollari concentrati nel settore infrastrutturale e
sociale.
Non ci sono restrizioni al cambio o al rimpatrio di profitti.
Da qualche anno gli EAU hanno avviato una politica di maggiore apertura verso i capitali esteri. L’unica forma societaria
aperta alle aziende straniere è la SRL, che ricalca il modello previsto in occidente.
Il capitale minimo di costituzione è di 65.000 AED, mentre nell’Emirato di Dubai è di 130.000 AED. Per creare una SRL è
necessario che il 51% delle quote societarie sia posseduto da cittadini locali; la parte straniera può mantenere il controllo e
l’amministrazione della società attraverso dei patti paralleli, i quali devono accordare agli azionisti locali un ruolo non solo
formale nella gestione dell’impresa. Il rapporto di agenzia tra locali e stranieri è regolato da una normativa molto restrittiva.
Tali accordi prevedono una scadenza temporale concordata, ma è prevista la possibilità per la parte straniera di rescindere il
contratto anticipatamente. Se su questo punto non ci fosse accordo con la parte locale, sarebbe necessario avviare un
contenzioso dimostrando a un'apposita commissione del Ministero dell’Economia le motivazioni di tale volontà di terminare il
rapporto con il partner locale. Durante il contenzioso i prodotti della ditta straniera non possono essere venduti.
Un’altra possibilità di accesso al mercato locale è attraverso la licenza commerciale a una società locale, individuale o no.
La parte locale generalmente si limita a percepire una percentuale dei profitti.
Poiché la possibilità di svolgere affari in EAU è legata ai rapporti che si instaurano con i partner locali (da questi dipende, tra
l’altro, anche la possibilità di ottenere o di perdere il diritto di soggiorno per gli stranieri che siano impegnati in attività
commerciali), è consigliabile che le parti straniere redigano dettagliatamente i contratti con una valida assistenza legale
coinvolgendo anche le autorità governative locali e la rappresentanza italiana in loco.
Il limite del 51% degli operatori nazionali non si applica alle Zone Franche di Dubai, dove gli investitori esteri
possono avere la proprietà al 100% dei propri progetti.
In linea con gli sforzi di diversificazione economica, è in corso di elaborazione un nuovo progetto di legge di riforma del
settore degli investimenti esteri diretti.
Fonte: Agenzia per la Promozione degli Investimenti esteri, EAU
a cura del Servizio Centrale Studi Economici di ANIE
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21. Emirati Arabi Uniti
zone franche – Free Zone
Attualmente esistono più di 30 zone franche. Alcune sono generaliste e consentono lo svolgimento di qualsiasi
attività economica o commerciale, altre sono specialistiche.
Le più importanti zone franche sono quelle di Jebel Alì e Dubai Internet City (DIC). La prima, istituita nel 1985 dall’Emirato
di Dubai, attualmente ospita circa 2.500 società, provenienti da più di 100 Paesi, e si è affermata come il principale snodo
commerciale della regione. La maggior parte degli investimenti si concentra nell`ingegneria leggera e nelle attività di
assemblaggio, mentre un gran numero di multinazionali utilizza le zone franche come centro di distribuzione.
La zona DIC, avviata nell’ottobre 2000, si sta invece affermando come centro regionale per l’e-commerce. Entrambe offrono
incentivi alle imprese che investono in queste zone, il più interessante dei quali è la possibilità per gli investitori stranieri di
possedere il 100% di una società locale (mentre nel resto degli EAU è applicato un limite alla partecipazione del 49%).
Altre zone franche sono presenti anche negli emirati di Ajman, Fujairah e Sharijah.
La principale zona franca della Federazione dovrebbe diventare nel prossimo futuro quella di Saadiyat, nell’Emirato di Abu
Dhabi, ancora allo stadio progettuale.
Le procedure per insediarsi nelle Free Zone degli Emirati Arabi Uniti sono relativamente semplici e veloci.
Per quanto riguarda le questioni legali e commerciali, le società in possesso di una licenza per operare nella zona franca
sono autorizzate ad operare all’interno della zona franca e al di fuori degli Emirati.
Per stabilire un’impresa in una Free Zone è necessario richiedere una licenza. Tendenzialmente le licenze sono di 4 tipi:
- Commerciale
- Industriale
- Servizi
- Industria nazionale
Per favorire l’insediamento di attività straniere nelle Free Zone vengono concessi vari incentivi, fra cui:
- 100% della proprietà dell’attività in capo all’investitore straniero
- Nessuna tassa sul reddito personale o sulle plusvalenze
- Nessuna tassa sulle operazioni societarie per un determinato periodo
- Esenzione dai dazi d’importazione e di esportazione
- Possibilità di trasferire, completamente e senza alcuna formalità, profitti e utili all’estero
- Fornitura energetica abbondante e a basso costo
- Libertà completa nell’assunzione del personale che può essere anche interamente straniero
- Sistema bancario flessibile
Fonte: Agenzia per la Promozione degli Investimenti esteri, EAU
a cura del Servizio Centrale Studi Economici di ANIE
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22. Emirati Arabi Uniti
nuova legge che regola l’attività economica a Dubai
La legge n. 13/2011 è composta da 37 articoli e ha lo scopo di regolamentare le attività economiche dell'Emirato per creare
un ambiente favorevole per sviluppare il business ed accrescere gli investimenti stranieri a Dubai.
La legge prevede che il Dipartimento di sviluppo economico (DED) sia l'organismo incaricato per la regolamentazione
dell'attività economica di tutte le imprese site al di fuori delle Free Zone.
I poteri in capo al DED riguardano, fra l’altro, il rilascio delle licenze, la classificazione delle attività economiche consentite
all'interno di Dubai, il rilascio di permessi per le attività di marketing e la fissazione degli orari di lavoro.
Sportello Unico
La legge stabilisce un unico ente attraverso il quale i diversi organi di Governo possono coordinare la regolamentazione
delle attività economiche che si svolgono a Dubai.
A norma dell'articolo 20 della nuova legge, viene anche introdotto un unico sportello per il rilascio delle licenze alle imprese
e per tenere i rapporti con gli investitori.
La nuova legge mira a rafforzare il coordinamento tra le autorità competenti a Dubai al fine di "facilitare gli interessi
commerciali". La nuova legge ha lo scopo anche di sviluppare l'ambiente economico garantendo l’accesso ad informazioni
precise e trasparenti, ottenute con le tecnologie più recenti.
Questa iniziativa consentirà alle imprese di beneficiare dei più avanzati sistemi tecnologici per redigere piani di marketing e
permetterà la pubblicità di tutte le migliori opportunità di investimento dell'Emirato.
Parametri per il rilascio delle licenze
La legge stabilisce anche i parametri per il rilascio delle licenze. Viene ribadito il divieto di svolgere attività economiche a
Dubai senza aver previamente ottenuto una licenza di business da parte del DED.
Secondo l'articolo 8 della legge, la licenza è valida per un solo anno ed è rinnovabile annualmente. E’ peraltro possibile il
rilascio della licenza per un periodo fino a quattro anni, con l'approvazione del DED.
L'articolo 13 prevede che un imprenditore possa chiedere la sospensione della licenza allorché debba fermare
temporaneamente la sua attività.
La legge stabilisce anche che non si possono svolgere attività economiche se non utilizzando le forme giuridiche stabilite
dalla legge. Queste includono la società unipersonale e la società commerciale. Possono operare a Dubai anche le branch
delle società straniere o delle società costituite in free zone.
La legge stabilisce una multa fino a 100.000 AED per chiunque violi le disposizioni ivi previste.
Fonte: Governo degli EAU
a cura del Servizio Centrale Studi Economici di ANIE
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23. Emirati Arabi Uniti
procedure per la costituzione di un insediamento in una zona franca
Un insediamento nella Free Zone è un insediamento formato e Forme di insediamento
registrato all’interno della zona franca e regolato unicamente Free Zone
Acronimo
dalle autorità della zona franca.
Free Zone Company FZCO
La FZCO ed il FZE devono avere un capitale minimo, che varia a Free Zone Establishment FZE
seconda della Free Zone, e la responsabilità sarà limitata Branch Office -
all’ammontare del capitale corrisposto (per il Branch Office non è
richiesto alcun capitale).
La FZE necessita solo di un singolo azionista ed è un’entità legale indipendente. Da un punto di vista legale, può essere
assimilato alla nostra società a responsabilità limitata con un unico socio.
L’insediamento deve avere sempre un ufficio nella Free Zone in cui vengono inviate tutte le comunicazioni.
L’insediamento deve avere almeno un amministratore e un segretario, anche se i due ruoli possono essere rivestiti dalla
medesima persona. Devono essere entrambi persone fisiche e almeno uno di essi deve risiedere negli Emirati.
Deve essere inoltre nominato un revisore dei conti, scelto tra coloro che sono iscritti in un apposita lista tenuta dalle
Autorità della Free Zone.
Va infine detto che gli insediamenti nella Free Zone, pur non dovendo rispettare le formalità di documentazione e di
depositi richiesti dalle autorità degli Emirati Arabi Uniti, devono comunque rispettarne le leggi.
Fonte: Agenzia per la Promozione degli Investimenti esteri, EAU
a cura del Servizio Centrale Studi Economici di ANIE
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24. Emirati Arabi Uniti
mercato del lavoro
Occupazione per Settori
SALARI
(VALORI MEDI MENSILI IN DOLLARI)
Categorie da a
Operaio 350 400
Operaio qualificato 400 600
Impiegato 900 1.100
Dirigente 3.000 7.000
Il mercato del lavoro, soggetto a una rigida disciplina, è costituito per l’80% da manodopera straniera. I lavoratori meno
specializzati provengono prevalentemente dal sub continente indiano, mentre tra i lavoratori più specializzati è alta la
percentuale di europei e medio-orientali. Per entrare nel Paese è necessaria la richiesta da parte di una società o cittadino
locale, che diviene garante del lavoratore.
I lavoratori occupati nel settore dei servizi e dell’industria sono normalmente assunti con contratto. I contratti di
lavoro sono soggetti al controllo del Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali.
L’obiettivo è di assicurare che il salario pattuito soddisfi i bisogni di base del lavoratore, consentendogli di vivere in condizioni
accettabili. Non esiste, infatti, una disciplina legislativa o amministrativa relativa al salario minimo. L’offerta e la domanda di
lavoro determinano la retribuzione. Esiste semplicemente un livello di salario minimo non ufficiale, il quale dovrebbe
consentire al lavoratore ed alla sua famiglia uno standard di vita dignitoso.
Inoltre, gli EAU non riconoscono ai lavoratori il diritto di organizzarsi in sindacati. Esiste una giurisdizione speciale per cause
di lavoro, che generalmente è più favorevole al dipendente.
L’orario di lavoro standard è di 8 ore al giorno per 6 giorni a settimana. I giorni di ferie sono minimo 24, ai quali si aggiungono i
giorni di festa retribuiti che sono 10 all’anno. Questi standard non sono tuttavia sempre rispettati.
Fonte: elaborazioni ANIE su dati del Ministero del lavoro degli EAU
a cura del Servizio Centrale Studi Economici di ANIE
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25. Emirati Arabi Uniti
fiscalità
Il sistema fiscale degli Emirati Arabi Uniti è caratterizzato dalla presenza di numerosi regimi speciali e di favore, volti a
incentivare gli investimenti nel Paese.
Gli EAU sono inclusi, anche se con alcune limitazioni, nelle tre black list che individuano gli Stati considerati a fiscalità
privilegiata ai fini della normativa italiana.
Nonostante gli Emirati Arabi Uniti siano inclusi nelle black list italiane, tra i due Stati è in vigore una Convenzione contro
le doppie imposizioni. La Convenzione, firmata ad Abu Dhabi il 22 gennaio 1995, è stata ratificata con legge 28 agosto
1997, n. 309, ed è in vigore dal 5 novembre 1997.
Gli Emirati, infine, sono inclusi anche nella white list (decreto ministeriale del 4 settembre 1996) che individua i Paesi
che consentono lo scambio di informazioni e che, pertanto, possono beneficiare di una tassazione di favore
relativamente agli interessi e ai proventi da titoli obbligazionari e assimilati provenienti dall'Italia.
Negli Emirati non è presente alcuna imposta sul reddito delle persone fisiche, nemmeno a titolo di ritenuta alla
fonte. Le imprese che impiegano cittadini degli Emirati sono obbligate a versare una quota del salario a questi corrisposto
in appositi fondi pensione.
Al momento negli Emirati non è previsto alcun tipo di tassazione generale sui consumi. Nel corso del 2008, le autorità
emiratensi hanno preannunciato l'introduzione di un'imposta generale sul valore aggiunto, con un'aliquota del 3%.
L'introduzione della nuova imposta, inizialmente prevista per i primi mesi del 2009, sembra tuttavia essere stata rinviata.
Gli Emirati applicano alcune tasse e contributi locali. A Dubai, ad esempio, sono dovute: un'imposta sugli edifici
residenziali, che grava sul reddito derivante dalla locazione di unità abitative e stanze d'albergo a cittadini esteri (aliquota
del 10%); un'imposta sugli immobili commerciali, pari al 5% del reddito derivante dall'affitto dei medesimi.
Fonte: Governo degli EAU
a cura del Servizio Centrale Studi Economici di ANIE
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26. Emirati Arabi Uniti
imposta sulle persone giuridiche
L'imposta sul reddito delle società è l'unica vera imposta presente negli Emirati. Non esiste, in realtà, un'imposta
societaria unica, ma tante imposte societarie quanti sono gli Emirati, che le disciplinano con propri decreti. I decreti fiscali
adottati dai sette Emirati, tuttavia, sono improntati ai medesimi principi e criteri generali. L'imposta è tendenzialmente
applicabile all'utile netto prodotto da tutti gli enti e le società - con o senza personalità giuridica - che svolgono
attività commerciali o industriali negli Emirati.
Sono soggetti ad imposta anche gli utili prodotti da branch, filiali e sedi secondarie (stabili organizzazioni) di società estere.
Il calcolo del reddito imponibile viene effettuato sulla base delle risultanze contabili. È possibile dedurre dal reddito
lordo tutti i costi e le spese sostenuti per la sua produzione, anche se all'estero. Le spese deducibili includono le spese di
amministrazione e di gestione, nonché i costi derivanti da perdite su crediti o su beni strumentali. La legislazione fiscale
di Dubai ammette anche la deduzione delle spese preparatorie, nonché di quelle comunque sostenute per avviare
un'attività produttiva o commerciale nell'Emirato. La deduzione è ammessa nel limite del 10% annuo.
Le quote di ammortamento dei beni strumentali materiali e immateriali impiegati dalla società sono, in linea di principio,
deducibili.
Le perdite sono deducibili illimitatamente, salvo ad Abu Dhabi, dove il riporto è possibile per un solo anno.
I dividendi infragruppo non sono tassati.
IMPOSTA SUL REDDITO DELLE SOCIETA'
Occorre evidenziare che l'applicazione dell'imposta sulle società è
di fatto piuttosto limitata, per le vaste e numerose esenzioni
ammesse dalle locali leggi fiscali. Tra le esenzioni di tipo oggettivo, Reddito imponibile Aliquota (%)
spettanti in ragione dell'attività svolta, si possono ricordare quelle < 1.000.000 0
previste per le attività edilizie o comunque costruttive, così come 1.000.001 - 2.000.000 10
quelle per le attività svolte in esecuzione di contratti governativi.
2.000.001 - 3.000.000 20
L'imposta non è comunque dovuta da enti e società stabilite nelle
zone franche (Free Zone). Le autorità degli EAU, inoltre, possono 3.000.001 - 4.000.000 30
accordare esenzioni anche totali, con proprio provvedimento, a 4.000.001 - 5.000.000 40
qualsivoglia società o ente. > 5.000.001 50
Fonte: Governo degli EAU
a cura del Servizio Centrale Studi Economici di ANIE
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27. Emirati Arabi Uniti
disciplina doganale
Gli Emirati Arabi hanno aumentato le tariffe doganali su alcuni prodotti chiave al 4%, mentre per gli altri prodotti continua
a essere applicata all’aliquota del 5%. Alcuni prodotti importati sono esenti da dazio (tra questi i materiali da costruzione,
acciaio e alluminio).
Gli EAU sono membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC). Il 1° gennaio 2003, dopo quindici anni di
negoziati, è entrata in vigore l'unione doganale tra i Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo. Si tratta di un’area di
libero scambio di oltre 30 milioni di consumatori. L'unione doganale ha introdotto una tariffa unica del 5% su circa 1.500
voci merceologiche e una lista di prodotti duty-free. Conformemente all'accordo istitutivo dell'area doganale, gli Emirati
Arabi hanno dovuto adeguare alcune tariffe doganali, elevate dal 2% al 4%, mentre la maggior parte dei membri del
GCC le ha dovute ridurre. L'unione doganale prevede la libera circolazione di ogni prodotto entrato da una
frontiera esterna dell'area, senza il pagamento di ulteriori tariffe.
Molti sono tuttavia gli ostacoli che ancora si frappongono alle realizzazione effettiva di un'area di libero scambio. In
primo luogo il monopolio di pochi singoli agenti autorizzati a importare beni dall'estero.
La realizzazione di un'unione doganale incrementerà sensibilmente l'interscambio commerciale intra-regionale, finora
piuttosto modesto. L'entrata in vigore dell'unione doganale accelera la conclusione di un accordo di libero
scambio con l'Unione europea. I negoziati tra l'UE e il GCC sono da alcuni anni in una fase di stallo, avendo l'UE
posto come condizione alla loro ripresa proprio la creazione di un’unione doganale tra i Paesi GCC. Un accordo
commerciale con l'Unione europea consentirebbe ai Paesi GCC l´accesso ai mercati europei, in particolare per quanto
riguarda la produzione di alluminio e prodotti petrolchimici, attualmente soggetti a elevate tariffe doganali.
Risvolti altrettanto importanti potrebbero discendere da un accordo tra UE e GCC per quanto attiene all'afflusso di
capitali europei nel settore industriale e manifatturiero.
Fonte: Governo degli EAU
a cura del Servizio Centrale Studi Economici di ANIE
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28. Emirati Arabi Uniti
Rischio Paese (fonte SACE)
RISCHIO POLITICO
La situazione politica è stabile, anche grazie al totale controllo detenuto dalle famiglie regnanti e allo stato di benessere
economico diffuso tra la popolazione. L’atteggiamento verso l’Iran tende a bilanciare gli interessi economici e politici con
gli USA e quelli economici che la federazione ha con il mercato iraniano.
RISCHIO ECONOMICO
La recessione globale e la crisi finanziaria hanno avuto un impatto significativo sull’economia degli EAU, soprattutto a
Dubai. Il prossimo biennio vedrà una ripresa trainata dal potenziamento di politiche fiscali, l’incremento della spesa
pubblica e dall’aumento del prezzo delle materie prime.
RISCHIO BANCARIO E OPERATIVO
Il settore bancario resta vulnerabile con una stima di aumento dei non performing loan. Riforme strutturali sulla
trasparenza e governance rappresentano le misure necessarie per migliorare il contesto operativo.
Condizioni di assicurabilità SACE:
categoria OCSE: 3/7- rischio medio-basso 7
Rischio sovrano: senza condizioni
3
Rischio bancario: senza condizioni
Rischio privato: senza condizioni
Ultimo aggiornamento SACE: ottobre 2010 0
EAU
a cura del Servizio Centrale Studi Economici di ANIE
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29. Emirati Arabi Uniti
indirizzi utili
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