Primo appuntamento ‘Le nuove sfide della Corporate social responsability’, curato da Coopi in collaborazione con Pwc, Fondazione Sodalitas e Formaper: Terna, guidata dall’AD Flavio Cattaneo, è un esempio virtuoso di Corporate social responsability. L’azienda ha scelto la via della condivisione della conoscenza e del confronto critico come interlocutori quale il Wwf per le questioni ambientali: riduzione dell’impatto ambientale delle grandi linee elettriche di trasmissione, tutela della biodiversità, sottoscrizione di un accordo per condividere i tempi dello sviluppo delle linee elettriche con 18 associazioni di consumatori.
Flavio Cattaneo: Primo workshop Coopi, Terna esempio di Corporate social responsability
1. Primo workshop Coopi, Terna, guidata da Flavio Cattaneo,
esempio virtuoso di Corporate social responsability
Primo appuntamento 'Le nuove sfide della Corporate social responsability', curato da
Coopi in collaborazione con Pwc, Fondazione Sodalitas e Formaper: Terna, guidata
dall’AD Flavio Cattaneo, è un esempio virtuoso di Corporate social responsability.
L’azienda ha scelto la via della condivisione della conoscenza e del confronto critico
come interlocutori quale il Wwf per le questioni ambientali: riduzione dell'impatto
ambientale delle grandi linee elettriche di trasmissione, tutela della biodiversità,
sottoscrizione di un accordo per condividere i tempi dello sviluppo delle linee elettriche
con 18 associazioni di consumatori.
Essere socialmente responsabili conviene. E' quanto emerso dal primo
appuntamento di 'Le nuove sfide della Corporate social responsability', curato da Coopi
in collaborazione con Pwc, Fondazione Sodalitas e Formaper. Il primo del ciclo d'incontri
che si concluderà il 21 maggio si è concentrato sulle innovazioni della Csr a partire
dalla sua definizione ma anche di nuove relazioni con gli stakeholder, alla luce degli
2. sconvolgimenti prodotti dalla crisi finanziaria.
Ma perché un'impresa dovrebbe preoccuparsi dell'ambiente sociale in cui è inserita?
L'obiettivo non è solamente quello di fare profitto? Ebbene uno studio dell'Harvard
Business School condotto tra il 2010 e 2011 mostra i vantaggi economici derivanti
dalla Csr in un arco di tempo di 18 anni. Sono stati messi a confronto i bilanci di 180
aziende di cui 90 che implementano la Csr e 90 che non ne fanno uso. La performance
economica è nettamente più vantaggiosa nel primo caso piuttosto che nel secondo.
Dal workshop sono emersi tre modelli della Csr del futuro. La 'Csr reputazionale',
ovvero sfruttare la buona reputazione derivante dalle attività di Csr per limitare o
riparare eventuali danni. La Csr è quindi anche prevenzione e gestione del rischio
d'impresa e capacità di azione e reazione alla crisi. La 'Csr competitiva' nella quale
gli stakeholder sono parte attiva nelle iniziative di ottimizzazione socio-ambientale delle
imprese; in questo modo si punta a distinguersi dagli altri competitors intercettando allo
stesso tempo le aspettative sociali degli stakeholder.
Infine, sempre più impellente si è fatto il bisogno di coinvolgere i vertici aziendali
nella definizione di una nuova strategia di business che tenga conto della Csr. La 'Csr
diventa strategica', ma solo se il top managment è coinvolto. In generale, si sente la
necessità di allargare la mappa degli stakeholder. Non più solo i clienti/consumatori ma
anche l'intero sistema sociale all'interno della quale l'azienda è inserita.
Diversi gli esempi virtuosi presentati durante il workshop. Sea, riconosce i propri
stakelders come una leva competitiva, è per questo che ha avviato un nuovo rapporto
con loro basato sul dialogo e l'ascolto delle loro esigenze. Tre le azioni messe in
atto: 'Multi-Stakeholder Workshop 2012', Ses condivide con gli stakeholder propri
progetti e visioni di business; 'call for ideas' laboratorio dei portatori di interesse
dell'azienda con l'obiettivo di generare nuove 'business ideas' da sviluppare sul territorio
circostante allo snodo aeroportuale di Malpensa; laboratorio 'The Hub', Sea, community
di talenti e knowledge workers hanno dato vita a nuove metodologie e nuovi strumenti
diretti ai quadri aziendali.
Vodafone, ha distinto l'attività profit e non profit ed ha creato un dipartimento di
sostenibilità con caratteristiche organizzative tipicamente aziendali, per rispondere a
quell'esigenza di sostenibilità che ha a che fare con la creazione di nuovi prodotti, ed
una Fondazione dedicata appositamente alle azioni non profit. Palm, azienda di eco-
progettazione e produzione di prodotti e/o soluzioni innovative basate sulla sostenibilità
totale, opera nel rispetto della collettività con una costante attenzione all'ambiente e
all'uomo. Di recente ha avviato lo spin-off di Palm Design.
Atm, ha avviato un percorso di Csr interna volto a migliorare il welfare aziendale e
con esso le performance dei propri dipendenti. Ha attivato un sistema di monitoraggio
costante del welfare, tramite l'elaborazione di un 'cruscotto direzionale' nell'ottica di
miglioramento continuo del sistema. I risultati attesi sono prima di tutto individuali:
sviluppo del senso di appartenenza, fiducia, commitment (identificazione con obiettivi
aziendali), engagement (investimento emotivo), aumento della soddisfazione sul lavoro
e migliore rendimento. Inevitabilmente questi risultati mirano ad avere anche dei
risultati organizzativi: riduzione del 37% dei procedimenti disciplinari verso i dipendenti;
riduzione di 2 giorni di assenteismo; riduzione del 18% degli infortuni.
3. Terna, operatore di reti per la trasmissione dell'energia, parlando di stakeholder
engagement, ha scelto la via della condivisione della conoscenza e del confronto critico
con interlocutori quale il Wwf per le questioni ambientali. Duplice il focus: riduzione
dell'impatto ambientale delle grandi linee elettriche di trasmissione; tutela della
biodiversita', inoltre ha sottoscritto un accordo per condividere i tempi dello sviluppo
delle linee elettriche con 18 associazioni di consumatori.
Quanto alle criticità, dal workshop è emerso che soprattutto per le Pmi ci sono ancora
poche informazioni e conoscenza del tema; c'è difficoltà ad incorporare la Csr nella
strategia, ci sono poche risorse finanziarie, mancano le competenze ed ancora in
molti casi si tende a ragionare in termini di 'costi' e non in termini di 'opportunità'
ed investimento per il futuro. E il non profit? Quali suggerimenti per partnership di
successo? Non solo raccolta fondi ma consulenti d'impresa per rispondere a soluzione
sociali attraverso l'esperienza. Il non profit ha know how appetibile per l'impresa,
occorre fare rete ed avere un approccio imprenditoriale.
FONTE: Adnkronos