2. Definizione degli investimenti
Uno degli aspetti più importanti della finanza aziendale è la valutazione degli
investimenti che un responsabile dovrebbe fare prima di dare avvio a qualsiasi
iniziativa economica, sia che si tratti di una nuova idea di business, sia che si
tratti di una acquisizione di un nuovo macchinario o impianto per migliorare
l’efficienza aziendale di un’azienda già operativa.
In un sistema di risorse scarse, l’analisi degli investimenti rappresenta un
complesso processo decisionale finalizzato ad individuare, valutare e
selezionare le opportunità di impiego del capitale.
In questo contesto è necessario il ricorso a definizioni e a criteri di
classificazioni che consentono di chiarire meglio l’oggetto di analisi.
3. Definizione degli investimenti
Esistono varie possibili definizioni del termine “investimento”.
In primo luogo l’investimento può essere considerato come un mezzo per
equilibrare consumi presenti e futuri.
In tal senso consiste nella decisione di non consumare oggi una determinata
dotazione di capitale (liquidità) con l’obiettivo di poter consumare di più in
futuro.
Tali definizioni prescindono dall’oggetto specifico dell’investimento ed
intercettano l’ordine di preferenza del soggetto investitore (utilità attesa)
rispetto a due opzioni di fondo: rimandare (capitalizzare) o anticipare
(attualizzare), lungo un determinato orizzonte temporale, la decisione di
consumo.
4. Definizione degli investimenti
È possibile definire l’investimento anche in modo più puntuale come la
decisione di impiegare anticipatamente risorse correnti al fine di ottenere in
futuro risorse in misura maggiore rispetto a quelle inizialmente impegnate.
Si evince che l’investimento è un processo che va collocato nel tempo ed in
senso finanziario rappresenta un esborso di risorse monetarie al quale
normalmente conseguono dei flussi, a loro volta monetari.
Combinando le due definizioni è possibile proporre una sintesi che identifica
l’investimento come una serie di uscite inziali di risorse monetarie che si
verificano in uno o più momenti, ai quali di norma fanno seguito, in momenti
temporali successivi, entrate monetarie nette maggiori rispetto all’esborso
inizialmente sostenuto.
5. Definizione degli investimenti
E’ evidente, quindi, che l’elemento “tempo” ha una rilevanza cruciale in
qualsiasi decisione di investimento, poichè non è la stessa cosa sapere che i
soldi investiti “rientreranno” in tre/quattro anni, oppure in dieci!
La vita di un qualsiasi investimento si può dividere in due fasi: la prima è
chiamata “fase di impianto“, ed è quella in cui solitamente i flussi monetari
sono negativi a causa delle risorse monetarie che sono state immesse nella
nuova idea (e in tal senso non si devono calcolare solo i costi di acquisto di un
nuovo macchinario/impianto, ma anche tutta una serie di costi connessi alla
nuova iniziativa).
La seconda è chiamata “fase di esercizio” e normalmente coincide con il
periodo in cui i flussi generati dall’iniziativa sono positivi.
7. Classificazione degli investimenti
Chiarito il concetto generale di investimento occorre procedere a una
classificazione.
Esistono diversi criteri di classificazione, parzialmente interconnessi fra di
loro.
Criteri di classificazione:
• In base all’oggetto
• In base all’impatto
• In base all’accadimento temporale
• In base alla caratteristiche intrinseche (entità delle risorse da impiegare,
grado di indipendenza da altri progetti, finalità e rischiosità)
8. Classificazione degli investimenti
In base all’oggetto occorre distinguere tra le opportunità di investimento reali
e quelle finanziarie.
Con l’attributo reale si intende l’investimento in attività produttive mentre nel
secondo caso si considerano gli investimenti in strumenti ed attività
finanziarie presenti sui mercati regolamentati e non.
Pur riconoscendo l’esistenza di collegamenti importanti fra le due tipologie di
investimenti sia per quanto riguarda principi decisionali che strumenti
applicativi di valutazione, nel nostro caso fare riferimento quasi
esclusivamente alla prima categoria di investimenti, quelli reali.
9. Classificazione degli investimenti
Una classificazione ulteriore riguarda l’impatto che l’investimento reale può
avere sul soggetto attuatore:
• Investimenti che hanno esclusivo effetto sui costi
• Investimenti che hanno esclusivo effetto sui ricavi
• Investimenti che hanno unicamente impatto sulle dimensioni del capitale
circolante
• Investimenti che hanno effetto sul mix di costi, ricavi e circolante
10. Classificazione degli investimenti
In relazione alle modalità di accadimento temporale si classificano gli
investimenti in funzione del tempo delle entrate e delle uscite monetarie.
È possibile identificare le seguenti tipologie di investimento:
• Point Input – Point Output
in questo caso, l’investimento comporta semplicemente un esborso iniziale ed un'unica
entrata finale (ad esempio, l’acquisto e la successiva rivendita di terreni)
• Point Input – Continuous Output
in questo caso, a fronte di un esborso iniziale, l’investimento produce solo entrate nella
fase successiva (ad esempio l’acquisto di impianti produttivi)
11. Classificazione degli investimenti
• Continuous Input – Point Output
in questo caso, l’investimento comporta una serie di uscite consecutive nella prima
fase e poi un'unica entrata (generalmente consistente) nella fase finale (ad esempio la
costruzione e successiva vendita di un fabbricato oppure la stipulazione di una
assicurazione sulla vita)
• Continuous Input – Continuous Output:
in quest’ultimo caso, la fase iniziale prevede un certo numero di uscite consecutive,
mentre la fase finale prevede un certo numero di entrate consecutive (esempio tipico è
la consueta gestione degli impianti produttivi).
13. Classificazione degli investimenti
Infine particolare attenzione va dedicata ad alcune caratteristiche intrinseche
degli investimenti quali l’entità delle risorse da impiegare, il grado di
indipendenza da altri progetti, la finalità e la rischiosità.
In relazione all’entità si distinguono investimenti di capacità e di esercizio.
Gli investimenti di capacità comportano una modifica sostanziale dell’attività
d’impresa, influendo ad esempio sulla sua capacità produttiva (investimenti
per lo sviluppo di nuovi prodotti o per la sostituzione degli impianti).
Gli investimenti di esercizio riguardano beni e servizi destinati ad esaurire la
loro utilità nel breve termine (si pensi agli impieghi di circolante).
14. Classificazione degli investimenti
In relazione al grado di indipendenza si distinguono gli investimenti in:
• alternativi
Quando la realizzazione di un progetto rende impossibile la realizzazione di un altro
• vincolati
Quando la realizzazione di una determinata iniziativa richiede l’attuazione di un altro
progetto
• sequenziali
Quando è necessario attuare più investimenti incrementali e connessi al progetto
principale al fine di trarre da quest’ultimi i maggiori benefici attesi
• concorrenti
Quando data la scarsità di risorse non è possibile effettuare determinati progetti
contemporaneamente
• indipendenti
Qualora i progetti non presentano alcuna correlazione fra loro
15. Classificazione degli investimenti
Con riferimento alle finalità:
• investimenti di primo impianto: quelli effettuati durante la fase di start-up;
• investimenti di espansione (o di ampliamento): aumento della capacità
produttiva (tipici della fase di sviluppo dell’azienda);
• investimenti di sostituzione: sostituzione di impianti o attrezzature al
termine della durata fisica;
• investimenti di razionalizzazione (o di ammodernamento): sostituzione di
impianti con altri tecnologicamente più avanzati;
• investimenti di innovazione: produzione di nuovi prodotti o modifica di quelli
esistenti;
• investimenti ergonomici: miglioramento dell’ambiente di lavoro.
16. Classificazione degli investimenti
Infine per quanto riguarda la rischiosità potremo avere investimenti più o
meno rischiosi in base:
• Al momento in cui gli stessi vengono sostenuti
• Ai settori nei quali vengono impiegate le risorse
• All’età e all’esperienza del soggetto investitore
• Alla prevedibilità della domanda
• All’affidabilità del sistema economico, sociale e istituzionale nel quale sono
sostenuti
• Alle fasi più o meno turbolenti dei mercati
17. Classificazione degli investimenti
Tutti i criteri trattati per quanto rilevanti non sono esclusivi e soprattutto non
possono essere considerati sempre stand-alone, nel senso che il più delle volte
le varie classi di investimento ricavate attraverso criteri diversi tendono a
sovrapporsi e a completarsi.
Un investimento classificato strategico per il suo impatto potenziale sulle
prospettive di sviluppo, va necessariamente classificato rispetto anche il
rischio.
Un investimento con effetti nel lungo termine in caso di complementarietà con
interventi di natura corrente finirà con il produrre effetti anche operativi nel
breve termine.
In sintesi queste classificazioni sono utili e servono ad inquadrare le tipologie
di investimento su cui l’analisi teorica e l’esperienza pratica possono
concentrarsi. Si rende opportuna una visione sistemica dei diversi criteri e
delle diverse categorie d’investimento.
18. Valore finanziario del tempo
Uno dei problemi tipici che concerne la scelta se attuare o meno un
determinato progetto è rappresentato dalla ricerca di un valore finanziario da
attribuire al fattore temporale.
La valutazione di tale fattore è riconducibile a quattro aspetti principali:
• La decisione del timing per la realizzazione dell’investimento
• La dimensione e la distribuzione dei flussi di cassa associati al progetto
• Il tempo necessario per recuperare il capitale investito
• La stima del rendimento in grado di remunerare adeguatamente il rischio
temporale (probabilità che i rendimenti attesi dell’investimento non si
realizzino)
19. Valore finanziario del tempo
Il concetto di valore finanziario del tempo si ricollega immediatamente al
concetto di tasso di interesse, ovvero al costo opportunità del capitale al quale
un investitore non intende rinunciare con un atto di consumo nel momento
attuale rimandando così il proprio consumo ad un momento futuro.
La variabile temporale diviene fondamentale quando un investitore vuole
verificare la convenienza finanziaria del suo investimento riportando allo
stesso tempo della valutazione t0 tutti i flussi in uscita ed in entrata,
sostenuti o incassati nei diversi periodi.
20. Valore finanziario del tempo
La determinazione del valore finanziario del tempo tiene conto di tre elementi
principali:
1. La preferenza temporale
Per cui se un Euro domani vale meno di un Euro oggi ci si attende che un soggetto
razionalmente propenso al rendimento, sia disposto a rinunciare al consumo attuale
solo se si attende un rendimento sufficiente per tale rinuncia
2. L’inflazione
Per cui la crescita del livello dei prezzi renderà sicuramente più costoso un consumo
posticipato nel tempo, confermando la perdita di valore di domani dell’Euro di oggi
3. L’incertezza
L’eventualità non nota relativa all’impossibilità di incassare in futuro un determinato
flusso finanziario, concludendo che un Euro di domani è più rischioso di un Euro oggi
21. Valore finanziario del tempo
In condizioni di piena certezza
il tasso di interesse sarà determinato esclusivamente dalla preferenza
temporale e dell’inflazione e si deriverà un unico tasso di riferimento
di mercato, generalmente corrispondente al tasso di rendimento dei
titoli di Stato, che offrirà una remunerazione puramente monetaria
per il trasferimento temporale della ricchezza.
In condizioni di incertezza
il tasso di interesse sarà influenzato anche dalla terza variabile e
concorrerà alla formazione del costo opportunità del premio per il
rischio.
22. Valore finanziario del tempo
L’istante temporale nel quale bisogna riportare tutti i flussi di cassa è quello
presente o attuale e si identifica con l’anno o con il generico tempo zero ( t0 ).
Per omogeneità nel trattamento dei flussi bisogna considerare il loro valore
finanziario: se i flussi ricevuti al tempo 3 e al tempo 7 fossero costanti, ci si
aspetta che il valore attuale di un Euro ricevuto alla fine dell’anno 3 sia
maggiore del valore di un Euro ricevuto alla fine dell’anno 7.
Dato che quest’ultimo sconterà un maggiore tasso di inflazione e un più alto
rischio temporale legato all’investimento e, dunque, una maggiore
remunerazione per aver posticipato le scelte di consumo su una durata più
lunga.
23. Valore finanziario del tempo
L’attualizzazione dei flussi di cassa permette di conoscere il valore equivalente di
ciascun flusso come se si manifestassero tutti al tempo zero.
Il valore attuale di un investimento coerente con i flussi di cassa attesi è la
risultante dello sconto ad un tasso rappresentativo del valore temporale della
ricchezza e sarà così rappresentato:
VA = 𝑡=1
𝑛 𝐹𝐶𝑡
1 + 𝑟 𝑡
𝐹𝐶𝑡 = flussi di cassa attesi dell’investimento
r = tasso di attualizzazione rappresentante il costo opportunità del capitale
derivante da progetti d’investimento alternativi, da applicare ai flussi che si
manifestano in futuro al fine di convertirli in valore attuale equivalente
t = periodi in cui si manifestano i flussi
1 / (1+𝑟)𝑡 = fattore di attualizzazione