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L’analisi e la quantificazione della forza attraverso
la scala di Borg o mediante tavole di dati di riferimento
Dati preliminari
La forza rappresenta più direttamente l’impegno (bio)meccanico necessario per
compiere una determinata azione tecnica (o sequenza di azioni). La forza può essere intesa
come esterna (forza applicata) o interna (tensione sviluppata nei tessuti miotendinei e peri-
articolari). La necessità di sviluppare forza durante le azioni lavorative può essere connessa
con la movimentazione o mantenimento di strumenti e oggetti di lavoro oppure con il
mantenimento, in una determinata posizione, di un segmento corporeo.
La necessità di sviluppare forza in modo ripetitivo è segnalata in letteratura come fattore
di rischio tanto per le strutture tendinee quanto per quelle muscolari: è infatti documentata
un’interazione di tipo moltiplicativo tra i fattori forza e frequenza di azione (o ripetitività)
(Silverstein, et al 1986/7) nel determinismo delle patologie tendinee e delle neuropatie da
intrappolamento (es.: la sindrome del tunnel carpale).
La quantificazione della forza utilizzata, in contesti reali di applicazione, si presenta
come problematica.
Alcuni Autori ricorrono alla stima semiquantitativa della forza esterna attraverso il peso
degli oggetti manipolati; in altri casi si suggerisce il ricorso a dinamometri, meccanici o
elettronici; spesso i dati così ricavati sono utilizzati in modo “grezzo”; solo talvolta, in
modo più adeguato, si ricorre alla loro integrazione in modelli biomeccanici per una
migliore stima delle forze agenti sui diversi segmenti corporei e distretti articolari.
Per la quantificazione della forza interna viene per lo più suggerito il ricorso a tecniche
di elettromiografia di superficie: queste, opportunamente utilizzate, rappresentano di fatto il
“golden standard” per lo studio della forza in attività lavorative.
L’applicazione della scala di Borg e la stima dello sforzo fisico
I risultati derivati dalla applicazione della scala di Borg, laddove la si applichi ad un
adeguato numero di lavoratori addetti, si sono dimostrati almeno grossolanamente
paragonabili a quelli ottenuti attraverso l’elettromiografia di superficie (valore Borg CR10
Scale x 10 = valore percentuale rispetto alla Massima Contrazione Volontaria (MCV)
ricavata con l’EMG (Eastman Kodak C., 1983; Grant A. K., et al 1994).
La quantificazione dello sforzo percepito da tutto l’arto superiore dovrebbe essere
effettuata per ogni singola azione tecnica che compone il ciclo; a fini pratici possono essere
identificate le azioni che richiedono un impegno muscolare minimale (scala di Borg =
0/0,5), per poi applicare la procedura di valutazione dell’impegno tramite scala di Borg solo
per le azioni (o aggregazioni di azioni) che richiedono un impegno di forza diverso da
quello minimale. Si calcolerà, poi, il punteggio medio ponderato per l’insieme delle azioni
del ciclo, tenendo conto delle frazioni di tempo di ciascuna azione con il relativo livello di
Borg CR10 Scale.
Da esperienze acquisite emergono alcuni suggerimenti pratici di applicazione del metodo
che consentono di ricavare informazioni attendibili e anche di superare alcune incertezze
legate all’uso di dati “soggettivi”.
In Tab.1 viene proposto un modello applicativo della scala di Borg per la raccolta delle
informazioni sullo sforzo fisico percepito. E' opportuno procedere secondo le fasi operative
qui di seguito elencate:
2
• lo studio della forza segue quello relativo alla sequenza delle azioni tecniche: si deve
essere già a conoscenza di come si svolge il ciclo;
• può risultare più efficace intervistare il lavoratore/i a cura del tecnico aziendale
(eventualmente aiutato dal medico competente) che ha partecipato alla prima fase di
analisi del lavoro e alla descrizione delle azioni tecniche;
• va richiesto al lavoratore/i se all’interno del ciclo esistono azioni tecniche che
richiedono un’apprezzabile forza muscolare a carico degli arti superiori; questa
modalità di porre la domanda è importante perché spesso il lavoratore confonde lo
sforzo muscolare con la stanchezza complessiva che avverte a fine turno;
• una volta estrapolate le azioni con uso di forza, verrà chiesto al lavoratore/i di
attribuire, a ciascuna di esse, una delle voci indicate nella Scala di Borg CR10,
espresse col termine verbale e non numerico (es: lieve, moderata, ecc..); questa
modalità di porre la domanda, cioè descrivere il livello di forza senza usare i
punteggi, è importante perché spesso il lavoratore prende come riferimento le scale
scolastiche di valutazione. A ciascuna azione identificata corrisponderà un punteggio
progressivo da 0 a 10 (Tab.1). Il rilevatore attribuirà poi ad ogni azione indicata la
relativa durata (in secondi o in centesimi di minuto) e quindi in frazione di tempo
rispetto alla durata del ciclo;
• dato il fine prioritariamente preventivo delle procedure di valutazione
dell’esposizione, è importante che si richieda al lavoratore di spiegare il motivo della
eventuale presenza di “sforzo fisico” per le azioni segnalate come impegnative.
Questa informazione risulta di interesse pratico immediato perché, a volte, la
presenza di forza, nell’eseguire un’azione, è dovuta alla presenza di un difetto tecnico
del prodotto o dell’inefficienza degli attrezzi utilizzati, di un guasto, di una scelta
scorretta degli ausili meccanici, il tutto, spesso, facilmente risolvibile. una volta
individuate le azioni con forza e una volta attribuito ad esse un giudizio-punteggio in
scala di Borg, è possibile attribuire a tutte le altre azioni un unico punteggio (0
oppure, più comunemente 0,5 in scala di Borg);
• è importante far attribuire dal lavoratore/i stesso il valore dello sforzo fisico percepito
durante lo svolgimento delle diverse azioni. Far attribuire l’indice di sforzo da un
osservatore esterno può comportare notevoli errori. Infatti, soprattutto per azioni
compiute con la punta delle dita o dalle piccole articolazioni o in particolari posizioni
articolari (azionare un pulsante, una leva con le dita, azioni di “pinch”, braccia
sollevate, ecc.) è difficilmente percepibile da un osservatore esterno l’uso di forza,
anche quando essa sia di notevole entità. E’utile che l’intervistatore provi lui stesso
ad eseguire l’operazione, sia per aiutare il lavoratore ad esprimere il giudizio sul
livello di forza sia per avvalorare lui stesso il risultato ottenuto;
• ottenute dal/i lavoratore/i tutte le informazioni, si tratta di calcolare il punteggio
medio ponderato per l’insieme delle azioni del ciclo. Il calcolo dello sforzo medio
ponderato nel tempo si ottiene moltiplicando il valore (in scala di Borg) attribuito a
ciascuna azione per la sua frazione di durata nel ciclo e quindi sommando i risultati
parziali. La Tab.2 mostra un esempio di calcolo del punteggio (in scala di Borg)
medio ponderato per il tempo.
3
0 DEL TUTTO ASSENTE
0,5 ESTREMAMENTE LEGGERO
1 MOLTO LEGGERO
2 LEGGERO
3 MODERATO (MODESTO)
4
5 FORTE
6
7 MOLTO FORTE
8
9
10 ESTREMAMENTE FORTE (PRATICAMENTE MASSIMO)
Tab.1 - Valutazione soggettiva dello sforzo percepito tramite scala di Borg CR-10
Suddivisione del tempo in un ciclo di
35 secondi
(A)
Suddivisione % del livello di
forza nel tempo
(B)
Punteggio nella scala
di Borg
AxB
Punteggio di Borg
ponderato
Fase 1 (inserire viti)= 20 sec. 57 % 0,5 0,285
Fase 2 (avvitare)= 8 sec. 23 % 2 0,460
Fase 3 (battere)= 7 sec. 20 % 4 0,800
TOT = 35 sec. PUNTEGGIO MEDIO PONDERATO 1,545 [Σ(AxB)]
Tab.2 - Esempio di calcolo del valore medio ponderato dello sforzo percepito (Scala di Borg)
considerando le diverse azioni e la loro durata in un ciclo di 35 secondi.
• laddove vi siano più lavoratori che svolgono (anche in turni diversi) lo stesso compito, è
bene intervistarli tutti: più sono gli intervistati, più l’indice (medio ponderato) di “sforzo
fisico” risulterà affidabile. Se lo stesso lavoro è svolto da lavoratori di sesso diverso è utile
calcolare un indice per il sesso maschile e uno per il sesso femminile. Si consiglia inoltre
di escludere dal calcolo dell’indice di “sforzo” medio sia i lavoratori portatori di patologia
dell’arto superiore che i neoassunti con anzianità lavorativa inferiore all’anno o gli
“estremi antropometrici”, soggetti con misure antropometriche che non rientrano nel range
tra il 5° e il 95° percentile. Vanno inoltre esclusi i dati forniti da lavoratori (soprattutto se
molto elevati) che non hanno in qualche modo motivato tecnicamente il valore scelto.
Particolare attenzione va posta nel registrare la presenza di eventuali azioni richiedenti
“picchi” (valori uguali o superiori a 5 nella scala di Borg): a fini preventivi tali azioni
andrebbero (laddove risulti fattibile) eliminate o comunque corrette; d’altro lato, ai fini
valutativi, se è stata individuata la presenza di picchi in particolare superiori al valore 5 nella
scala di Borg, è necessario verificare quale frazione temporale essi rappresentano rispetto al
tempo di ciclo. Se la loro durata complessiva occupa almeno il 10% del tempo di ciclo, occorre
evidenziare il dato perché il fattore di rischio forza diviene assolutamente rilevante: il fattore
moltiplicativo corrispondente per il calcolo dell’indice OCRA si abbassa infatti a 0,01 (v.
oltre).
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  • 1. L’analisi e la quantificazione della forza attraverso la scala di Borg o mediante tavole di dati di riferimento Dati preliminari La forza rappresenta più direttamente l’impegno (bio)meccanico necessario per compiere una determinata azione tecnica (o sequenza di azioni). La forza può essere intesa come esterna (forza applicata) o interna (tensione sviluppata nei tessuti miotendinei e peri- articolari). La necessità di sviluppare forza durante le azioni lavorative può essere connessa con la movimentazione o mantenimento di strumenti e oggetti di lavoro oppure con il mantenimento, in una determinata posizione, di un segmento corporeo. La necessità di sviluppare forza in modo ripetitivo è segnalata in letteratura come fattore di rischio tanto per le strutture tendinee quanto per quelle muscolari: è infatti documentata un’interazione di tipo moltiplicativo tra i fattori forza e frequenza di azione (o ripetitività) (Silverstein, et al 1986/7) nel determinismo delle patologie tendinee e delle neuropatie da intrappolamento (es.: la sindrome del tunnel carpale). La quantificazione della forza utilizzata, in contesti reali di applicazione, si presenta come problematica. Alcuni Autori ricorrono alla stima semiquantitativa della forza esterna attraverso il peso degli oggetti manipolati; in altri casi si suggerisce il ricorso a dinamometri, meccanici o elettronici; spesso i dati così ricavati sono utilizzati in modo “grezzo”; solo talvolta, in modo più adeguato, si ricorre alla loro integrazione in modelli biomeccanici per una migliore stima delle forze agenti sui diversi segmenti corporei e distretti articolari. Per la quantificazione della forza interna viene per lo più suggerito il ricorso a tecniche di elettromiografia di superficie: queste, opportunamente utilizzate, rappresentano di fatto il “golden standard” per lo studio della forza in attività lavorative. L’applicazione della scala di Borg e la stima dello sforzo fisico I risultati derivati dalla applicazione della scala di Borg, laddove la si applichi ad un adeguato numero di lavoratori addetti, si sono dimostrati almeno grossolanamente paragonabili a quelli ottenuti attraverso l’elettromiografia di superficie (valore Borg CR10 Scale x 10 = valore percentuale rispetto alla Massima Contrazione Volontaria (MCV) ricavata con l’EMG (Eastman Kodak C., 1983; Grant A. K., et al 1994). La quantificazione dello sforzo percepito da tutto l’arto superiore dovrebbe essere effettuata per ogni singola azione tecnica che compone il ciclo; a fini pratici possono essere identificate le azioni che richiedono un impegno muscolare minimale (scala di Borg = 0/0,5), per poi applicare la procedura di valutazione dell’impegno tramite scala di Borg solo per le azioni (o aggregazioni di azioni) che richiedono un impegno di forza diverso da quello minimale. Si calcolerà, poi, il punteggio medio ponderato per l’insieme delle azioni del ciclo, tenendo conto delle frazioni di tempo di ciascuna azione con il relativo livello di Borg CR10 Scale. Da esperienze acquisite emergono alcuni suggerimenti pratici di applicazione del metodo che consentono di ricavare informazioni attendibili e anche di superare alcune incertezze legate all’uso di dati “soggettivi”. In Tab.1 viene proposto un modello applicativo della scala di Borg per la raccolta delle informazioni sullo sforzo fisico percepito. E' opportuno procedere secondo le fasi operative qui di seguito elencate:
  • 2. 2 • lo studio della forza segue quello relativo alla sequenza delle azioni tecniche: si deve essere già a conoscenza di come si svolge il ciclo; • può risultare più efficace intervistare il lavoratore/i a cura del tecnico aziendale (eventualmente aiutato dal medico competente) che ha partecipato alla prima fase di analisi del lavoro e alla descrizione delle azioni tecniche; • va richiesto al lavoratore/i se all’interno del ciclo esistono azioni tecniche che richiedono un’apprezzabile forza muscolare a carico degli arti superiori; questa modalità di porre la domanda è importante perché spesso il lavoratore confonde lo sforzo muscolare con la stanchezza complessiva che avverte a fine turno; • una volta estrapolate le azioni con uso di forza, verrà chiesto al lavoratore/i di attribuire, a ciascuna di esse, una delle voci indicate nella Scala di Borg CR10, espresse col termine verbale e non numerico (es: lieve, moderata, ecc..); questa modalità di porre la domanda, cioè descrivere il livello di forza senza usare i punteggi, è importante perché spesso il lavoratore prende come riferimento le scale scolastiche di valutazione. A ciascuna azione identificata corrisponderà un punteggio progressivo da 0 a 10 (Tab.1). Il rilevatore attribuirà poi ad ogni azione indicata la relativa durata (in secondi o in centesimi di minuto) e quindi in frazione di tempo rispetto alla durata del ciclo; • dato il fine prioritariamente preventivo delle procedure di valutazione dell’esposizione, è importante che si richieda al lavoratore di spiegare il motivo della eventuale presenza di “sforzo fisico” per le azioni segnalate come impegnative. Questa informazione risulta di interesse pratico immediato perché, a volte, la presenza di forza, nell’eseguire un’azione, è dovuta alla presenza di un difetto tecnico del prodotto o dell’inefficienza degli attrezzi utilizzati, di un guasto, di una scelta scorretta degli ausili meccanici, il tutto, spesso, facilmente risolvibile. una volta individuate le azioni con forza e una volta attribuito ad esse un giudizio-punteggio in scala di Borg, è possibile attribuire a tutte le altre azioni un unico punteggio (0 oppure, più comunemente 0,5 in scala di Borg); • è importante far attribuire dal lavoratore/i stesso il valore dello sforzo fisico percepito durante lo svolgimento delle diverse azioni. Far attribuire l’indice di sforzo da un osservatore esterno può comportare notevoli errori. Infatti, soprattutto per azioni compiute con la punta delle dita o dalle piccole articolazioni o in particolari posizioni articolari (azionare un pulsante, una leva con le dita, azioni di “pinch”, braccia sollevate, ecc.) è difficilmente percepibile da un osservatore esterno l’uso di forza, anche quando essa sia di notevole entità. E’utile che l’intervistatore provi lui stesso ad eseguire l’operazione, sia per aiutare il lavoratore ad esprimere il giudizio sul livello di forza sia per avvalorare lui stesso il risultato ottenuto; • ottenute dal/i lavoratore/i tutte le informazioni, si tratta di calcolare il punteggio medio ponderato per l’insieme delle azioni del ciclo. Il calcolo dello sforzo medio ponderato nel tempo si ottiene moltiplicando il valore (in scala di Borg) attribuito a ciascuna azione per la sua frazione di durata nel ciclo e quindi sommando i risultati parziali. La Tab.2 mostra un esempio di calcolo del punteggio (in scala di Borg) medio ponderato per il tempo.
  • 3. 3 0 DEL TUTTO ASSENTE 0,5 ESTREMAMENTE LEGGERO 1 MOLTO LEGGERO 2 LEGGERO 3 MODERATO (MODESTO) 4 5 FORTE 6 7 MOLTO FORTE 8 9 10 ESTREMAMENTE FORTE (PRATICAMENTE MASSIMO) Tab.1 - Valutazione soggettiva dello sforzo percepito tramite scala di Borg CR-10 Suddivisione del tempo in un ciclo di 35 secondi (A) Suddivisione % del livello di forza nel tempo (B) Punteggio nella scala di Borg AxB Punteggio di Borg ponderato Fase 1 (inserire viti)= 20 sec. 57 % 0,5 0,285 Fase 2 (avvitare)= 8 sec. 23 % 2 0,460 Fase 3 (battere)= 7 sec. 20 % 4 0,800 TOT = 35 sec. PUNTEGGIO MEDIO PONDERATO 1,545 [Σ(AxB)] Tab.2 - Esempio di calcolo del valore medio ponderato dello sforzo percepito (Scala di Borg) considerando le diverse azioni e la loro durata in un ciclo di 35 secondi. • laddove vi siano più lavoratori che svolgono (anche in turni diversi) lo stesso compito, è bene intervistarli tutti: più sono gli intervistati, più l’indice (medio ponderato) di “sforzo fisico” risulterà affidabile. Se lo stesso lavoro è svolto da lavoratori di sesso diverso è utile calcolare un indice per il sesso maschile e uno per il sesso femminile. Si consiglia inoltre di escludere dal calcolo dell’indice di “sforzo” medio sia i lavoratori portatori di patologia dell’arto superiore che i neoassunti con anzianità lavorativa inferiore all’anno o gli “estremi antropometrici”, soggetti con misure antropometriche che non rientrano nel range tra il 5° e il 95° percentile. Vanno inoltre esclusi i dati forniti da lavoratori (soprattutto se molto elevati) che non hanno in qualche modo motivato tecnicamente il valore scelto. Particolare attenzione va posta nel registrare la presenza di eventuali azioni richiedenti “picchi” (valori uguali o superiori a 5 nella scala di Borg): a fini preventivi tali azioni andrebbero (laddove risulti fattibile) eliminate o comunque corrette; d’altro lato, ai fini valutativi, se è stata individuata la presenza di picchi in particolare superiori al valore 5 nella scala di Borg, è necessario verificare quale frazione temporale essi rappresentano rispetto al tempo di ciclo. Se la loro durata complessiva occupa almeno il 10% del tempo di ciclo, occorre evidenziare il dato perché il fattore di rischio forza diviene assolutamente rilevante: il fattore moltiplicativo corrispondente per il calcolo dell’indice OCRA si abbassa infatti a 0,01 (v. oltre).
  • 4. 4