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Il messaggio dei Mandala: La natura geometrica del nostro Universo Olografico




                                      1
Mandala/Yantra, Labirinti, Rosoni , Graal e vibrazione/suono .

Si può, studiando il mandala , gli insegnamenti      della antica cultura orientale e medio -
orientale od i reperti archeologici percorrere un cammino che potrebbe portare a conoscere il
messaggio nascosto nelle antiche chiese, specie quelle medioevali?
Con l’auto di questo lavoro spero di dimostrare ciò.

Avvertenze :

-   Alcuni commenti, evidenziati in corsivo sia nel seguente testo che nelle Note, sono stati
    ricavati da Internet e poiché gli stessi sono riportati e ripetuti in molti link non è stato
    possibile elencarli tutti.
-   Nell’elaborare il presente studio sono state fatte alcune verifiche mediante alcuni reperti
    archeologici. Tali verifiche sono esposte dopo la conclusione a pag 26 e prima delle Note
    ed i riferimenti alle figure riportate nelle Verifiche sono evidenziati in rosso .

Vediamo innanzi tutto cosa è un mandala utilizzando le informazioni riportate su Internet e più
precisamente su Wilkipedia .
“Mandala (dal sanscrito         maṇḍala letteralmente: «essenza» (maṇḍa) + «possedere» o
«contenere» (la); tradotto anche come «cerchio-circonferenza» o «ciclo», entrambi i significati
derivanti dal termine tibetano dkyil khor) è un termine simbolico associato alla cultura Veda ed
in particolar modo alla raccolta di inni o libri chiamata Rig veda. La parola è utilizzata, anche,
per indicare un diagramma circolare costituito, di base, dall'associazione di diverse figure, le più
usate delle quali sono il punto, il triangolo, il cerchi il quadrato . Il disegno riveste un significato
spirituale e rituale   sia nel Buddismo che nell’Hinduismo.
 Il Mandala rappresenta, secondo i buddhisti, il processo mediante il quale il cosmo si è formato
dal suo centro; attraverso un articolato simbolismo consente una sorta di viaggio iniziatico che
permette di crescere interiormente.
Il termine Mandala (lett. cerchio) si ritrova in varie culture, tra cui quella buddista, mentre il
corrispettivo induista è lo Yantra (lett. strumento). Lo Yantra è simile al Mandala, tuttavia le
due tecniche si differenziano per la complessità: lo Yantra è molto più schematico, limitandosi ad
usare figure geometriche , mentre nel Mandala sono rappresentati anche - in maniera talvolta
particolareggiata - luoghi, figure ed oggetti.
In questo studio viene utilizzato uno Yantra particolare che si chiama Sri Yantra o Sri Chakra e
che è rappresentato in forma stilizzata nella fig.1.




                                                fig.1

La parte che è all’interno dei petali dei fiori di loto si chiama diamante ed è questa che verrà
presa in considerazione, vedi fig.2.




                                                   2
fig.2

Il triangolo centrale si chiama Bindu o chakra Bindu (il c.d. ottavo chakra) si trova nel
profondo del cervello. Secondo la tradizione tantrica (1) in questa parte del cervello c’è una
piccola cavità la quale contiene una goccia di liquido.
A proposito dello Sri Yantra il Saggio Ramana Maharshi dice: “Esso ha un profondo significato
…... è un metodo per la concentrazione della mente……. La mente è abituata a muoversi
esternamente. Deve essere controllata e portata all'interno.”, cioè verso il Bindu.
Lo Sri Yantra si può disegnare utilizzando i valori numerici e misure assegnate ai pianeti
conosciuti dagli antichi ….. e non solo.

Nel 1700 il fisico tedesco Ernst Chladni ricopre il fondo della cassa armonica di un violino con
uno strato di sabbia finissima; mettendo in vibrazione lo strumento (suonandolo) nota che la
sabbia forma delle precise e regolari forme geometriche, di vario e diverso tipo in funzione delle
frequenze prodotte. Nasce una nuova scienza, la Cimatica.
Nel 1960 il fisico svizzero Hans Jenny riprende gli esperimenti di Chladni, grazie anche al
progresso tecnologico, sperimentando e confermando quanto asserito dal fisico tedesco: il suono
influenza la materia.

Ponendo alternativamente sabbia, polvere, gesso, acqua e olio su un piatto metallico ed in
seguito investendolo con onde sinusoidali, notò che le sostanze creavano figure geometriche
regolari, e sempre le medesime alle stesse frequenze.
FORMA-FREQUENZA è quindi il rapporto che sta alla base di tutto ciò che esiste? (vedere anche
il capitolo relativo alla Vibrazione/suono ).
In seguito Jenny utilizzò un’altra sostanza, una polvere sottilissima , il lycopodium, che investì
con un’onda sonora vocale rappresentante il mantra OM.

La figura che il lycopodium formò era incredibilmente simile a quella del mandala Sri Yantra,
simbolo indiano del grande potere cosmico Tripura Sundari,,vedi fig.3.
Che sia una coincidenza che questo simbolo per gli antichi rappresentasse proprio l’atto creativo
associato al verbo, il suono della creazione?

Altra particolare intuizione di Jenny fu scoprire che pronunciando alcune lettere degli alfabeti
fenicio, ebraico e sanscrito, si disegnavano figure corrispondenti graficamente alle lettere
pronunciate .




                                              fig.3

Il 10 agosto 1990 l’equipaggio di un aereo della Idao Air National Guard, sorvolando una zona
desertica dell'Oregon, scoprì impresso nel letto arido di un lago l'immenso mandala Sri Yantra
,vedi fig.3°.
Secondo l’equipaggio la realizzazione dello Sri Yantra doveva essere avvenuta in meno di 48
ore.
Sembra che una persona ne abbia rivendicata la paternità ma ciò pare incredibile sia a causa
del poco tempo a disposizione per la sua realizzazione che a causa della difficoltà costruttiva.
Questo Sri Yantra, che è stato paragonato ad un crop circle, era immenso e consisteva di 13,3
miglia (22, 6 Km. ca.) di linee, 10 " (25 cm. ca.) di larghezza ed una profondità di 3 pollici (
7,62 cm. ca .)

Per maggiori informazioni visionare su Internet il video
http://www.youtube.com/watch?v=1mr2G1_UYWY
                                                 3
fig.3a

                                            Labirinti

 Nella cultura occidentale la stessa funzione dello Sri Yantra potrebbe essere attribuita ai
Labirinti.
Il più famoso è quello della chiesa di Chartres in Francia,,vedi fig.4.




                                                                    fig.4

                                                         Labirinto nel pavimento della
                                                            Cattedrale di Chartres




Un’altra chiesa ove è rappresentato un labirinto simile a quello di Chartes è l’abbazia   trappista
di Notre Dame de Saint Remy Rochefor in Vallonia, vedi fig.5.


                                                4
fig.5


I labirinti sono sempre stati rappresentati in molti siti. Di seguito sono riprodotti i labirinti
che più si assomigliano a quello di Chartres, vedi fig.5a (il primo in alto a sinistra) .




                                            fig.5a
ò

Nel medioevo però i labirinti sono stati riprodotti in modo particolare in quella che viene
chiamata la via francigena (Nota1) , vedi fig.6.




                                               5
fig.6

Fra questi ci sono due labirinti che si riferiscono a Teseo, uno nel Duomo di Lucca (fig.7)   e
l’altro nel mosaico pavimentale del presbiterio della Chiesa di S. Michele a Pavia (fig.8).




                                          fig.7


A destra del labirinto (fig.7) vi è una scritta in latino che dice:
HIC QUEM / CRETICUS / EDIT DEDA - / LUS EST / LABERINT / HUS DEQ(U)- / O NULLU - / S
VADER - / E QUIVIT / QUI FUIT / INTUS / NI THESE - / US GRAT - / IS ADRIAN - / E STAMI- /
NE IUTUS così traducibile:
“Questo è il labirinto costruito da Dedalo cretese dal quale nessuno che vi entrò poté uscire
eccetto Teseo aiutato dal filo d’Arianna”.




                                                   6
fig.8

Anche nella rappresentazione della Chiesa di S. Michele a Pavia(fig.8) vi è una scritta che dice:
TESEUS INTRAVIT MONSTRUM (QUE) BIFORME NECAVIT. “ Teseo entrò e il mostro biforme
ammazzò “. Ecco la scena del clipeo centrale: il Minotauro bicornuto, che ha ucciso un uomo, il
quale ora giace a terra decapitato, ne tiene, appunto, la testa afferrandola per i capelli, mentre
con l'altra mano impugna ancora la spada. Teseo gli arriva alle spalle e lo colpisce alla testa
(sede del cervello).

Pure nel labirinto di Chartres sarebbe stato rappresentato Teseo.

Stando a quanto afferma Charles Challine, morto nel 1678, e altri, proprio al centro del labirinto
c'era una placca di bronzo, rimossa e fusa nel 1702 durante le guerre napoleoniche.
Secondo ciò che affermano gli esperti questa placca avrebbe rappresentato Teseo che combatteva
contro il Minotauro ed alle spalle dei combattenti Arianna ( la dea-Luna o , ariagne “la purissima” )
con in mano il famoso gomitolo di filo.
“La lotta tra Teseo e il Minotauro simboleggia la lotta tra bene e male: una lotta che si compie nella
nostra anima, lungo il percorso che costituisce il labirinto della nostra vita.”
“Una lotta che ha avuto inizio con il peccato originale di Adamo ed Eva, riprodotto in una vetrata
posta nell'abside meridionale della cattedrale, proprio al di sopra del labirinto”

Sul pavimento della cattedrale gotica di Chartres, in Francia, è disegnato il labirinto riprodotto qui
sotto, fig.8a.
La sua forma è circolare ed il diametro misura 12,87 m. Per andare dall'ingresso indicato con A, al
punto di arrivo indicato con B bisogna percorrere 261,5 m.

Questo labirinto può insegnare molte cose.
C'é un ingresso e l’ obiettivo è arrivare al centro del labirinto. Ma poi bisogna saper tornare indietro,
in questo mondo normale da cui si è partiti.
Solo in questo mondo infatti, ciò che si è imparato può essere utile per sé e per gli altri.




                                                   7
fig.8a
Il centro del labirinto verrà raggiunto da colui che è iniziato, colui che, attraverso le prove, avrà dimostrato di
essere degno di accedere alla rivelazione misteriosa.

Da sempre il labirinto simboleggia un percorso interiore attraverso il quale lo spirito si può
evolvere e innalzare ad un livello superiore.
Il centro del labirinto, secondo Mircea Eliade, “rappresenterebbe la sacralità. Il cammino
tortuoso per arrivarci assumerebbe quindi una funzione di protezione del sacro nei confronti dei
profani, essendone riservato l’accesso ai soli iniziati: la difesa di un luogo sacro, di un tesoro
molto prosaico (fatto di denaro o di beni materiali) o spirituale (immortalità, virtù, elevazione al
divino, conoscenza di sé)”.

Qui sotto (fig.8b) sono rappresentati i vari percorsi da fare per arrivare centro che equivale al
bindu sopra descritto relativo allo Sri Yantra che pure esso simboleggia “un percorso interiore”.




                                                    fig.8b


                                                          8
Il labirinto ed il deambulatorio.
Il deambulatorio, in modo similare al labirinto, permetteva ai pellegrini di fare un percorso che
in questo caso consisteva nel girare attorno all'altare maggiore, dove si trovavano le reliquie
del santo, e di pregare nelle cappelle laterali (cappelle radiali), senza disturbare le celebrazioni
di culto che si svolgevano sull'altare principale. Tra gli esempi francesi si possono citare la chiesa
di Saint-Sernin a Tolosa e la stessa Cattedrale di Santiago di Compostela.
Il deambulatorio che corre attorno al coro dell'abbazia di Saint-Denis, presso Parigi, è uno degli
esempi più rappresentativi di questo elemento architettonico che caratterizzerà l'epoca delle
grandi cattedrali gotiche francesi e che in alcuni casi sarà addirittura doppio (cioè composto da
due navate) come nella Cattedrale Notre-Dame de Coutances (in precedenza il deambulatorio
era stato utilizzato in alcune basiliche paleocristiane di Roma).
In Italia gli esempi sono rari e dovuti ad un influsso d'oltralpe; si distingue comunque l'Abbazia
di Sant'Antimo che possiede un deambulatorio a cappelle radiali di chiara ispirazione francese.
Il deambulatorio, ovvero il passaggio dietro il coro non è raro nell'architettura romanica ed era
presente per lo più in chiese situate sulle vie di pellegrinaggio dell'epoca , vedi fig. 6 (Santiago
di Compostela, Roma, Gerusalemme). Esso nacque dall'esigenza dei pellegrini di girare attorno
al Martyrium, ovvero alla cripta sotto l'altare dove erano deposte le reliquie del Santo, e sostarvi
in preghiera. Tale consuetudine affonda le sue radici nella cultura arcaica druidi.
“L’antico rito consisteva nel girare attorno alla tomba od al luogo di morte di un eroe per
proteggere l’area considerata dimora dell’Aldilà. Chiunque si segga sulle panche in pietra scolpite
all’interno delle cappelle radiali di Sant Antimo, non potrà fare a meno di osservare il continuo e
monotono percorso compiuto dai visitatori lungo il deambulatorio. Una ritualità che stranamente
pare sia stata tramandata fino ai nostri giorni. Sappiamo che molto tempo dopo la morte delle
stelle, i loro fotoni continuano ad esistere ed a viaggiare nel tempo e nello spazio. Potremmo
ipotizzare che analogamente, il nostro sistema info-energetico si espanda nel tempo. Se così
fosse, i luoghi sacri risulterebbero vibranti di energia di antica provenienza carica di
informazioni, le quali sono accolte dai pellegrini per risonanza. Quasi come se il luogo di culto
fosse non soltanto un ponte fra cielo e terra ma anche un Graal, un contenitore energetico,
continuamente rifornito di energie umane”.
Da recenti esperimenti sappiamo che le onde cerebrali dell’uomo possono essere soggette al
fenomeno della risonanza tendendo a sintonizzarsi sulla stessa frequenza, ( o coerenza, vedi
nota 8 e figg. 15,15a,b,c ) un po’ come succede per le onde sonore. Entrando in un luogo sacro
il cervello entrerebbe in risonanza con il tempio stesso e le onde da esso emesse si
abbasserebbero di frequenza(onde Delta). Acqua, forze telluriche, geometria sacra, intonazioni
armoniche, fungerebbero da catalizzatori per l’abbassamento della frequenza delle onde
cerebrali. Così facendo il cervello sarebbe eluso e l’individuo si libererebbe per un istante dalla
dittatura dei sensi.

Ma cosa può rappresentare il labirinto ?

Probabilmente Michelangelo lo aveva capito quando ha realizzato nella Cappella Sistina il
Giudizio Universale ma visto i tempi non lo ha esplicitamente detto.
Teologi, storici, filosofi, artisti, leggono storie diverse nelle successioni degli elementi pittorici
che costituiscono la volta della Cappella Sistina.
Adesso anche alcuni medici vogliono dire la loro: il gruppo di angeli attornianti la figura di Dio
(fig.9) crea una sagoma incredibilmente simile all'immagine di una sezione sagittale del cervello.
Ma perché raffigurare un cervello?
Si tratta di un messaggio per i posteri o di una falsa chiave di lettura?
E' riconosciuto l'interesse di Michelangelo per l'anatomia ma a quella rappresentazione
contribuiscono, con tutta probabilità, anche le concezioni neoplatoniche che proclamavano l'unità
dell'Uomo con Dio, attraverso un'ascesi di cui un gradino è l'intelletto.




                                                  9
fig.9

Osservando la volta della Cappella Sistina l'occhio del medico può cogliere nella "Creazione di
Adamo" (una delle scene principali) insospettate somiglianze tra l'immagine del Padreterno che
infonde      lo    spirito    in     Adamo,      e    l'immagine    di    un      cervello    umano.
Nella "Creazione di Adamo", con enorme sorpresa, è stato infatti constatato che il gruppo di
angeli attornianti la figura di Dio crea una sagoma incredibilmente simile all'immagine di una
sezione sagittale del cervello. Il primo a rivelare tale somiglianza è stato il neurologo Frank Lynn
Meshberger, del St. John's Medical Center in Anderson, Indiana (USA), pubblicando un suo
articolo sulla prestigiosa rivista " Journal of American Medical Association " (1) in cui ha descritto
minuziosamente le sorprendenti corrispondenze che esistono tra l'anatomia di un cervello
umano e la rappresentazione Michelangiolesca.

Sono ben visibili il contorno della volta del cervello, e della base; l'arco del braccio sinistro di Dio
delinea il giro del cingolo, il panneggiamento verde alla base descrive il corso dell'arteria
vertebrale; la schiena dell'angelo che sorregge Iddio corrisponde al ponte di Varolio, mentre le
sue gambe si prolungano a costituire il midollo spinale. Perfino il dettaglio della struttura
bilobata dell'ipofisi è riprodotto fedelmente nel piede apparentemente bifido di un angelo, a
differenza degli ordinari piedi di Dio e degli altri cherubini, dotati delle consuete cinque dita;
mentre la coscia dello stesso angelo si staglia in corrispondenza del chiasma ottico.
L'osservazione del dott. Meshbergher ha aperto un'altra strada da percorrere nel tentativo di
svelare i significati più profondi di carattere teologico e filosofico che si celano tra l'intreccio delle
forme e dei colori della volta della cappella Sistina.




Dunque la figura di Michelangelo rappresenterebbe la sezione sagittale (Nota 2) del cervello.




                                                     10
Osservando il labirinto di Chartres sotto questa ottica par di ravvisare nel suo percorso le pliche
(circonvoluzioni) e solchi (scissure) del cervello (Nota 3) , vedi fig.10.




                                              fig.10

Questo labirinto, originale del XII Secolo, simbolo del viaggio iniziatico nel proprio Essere che
accoglie i fedeli all'ingresso della navata principale è lungo complessivamente 262 metri ed è
del tipo lineare, nel senso che non ci si può perdere ma basta seguire il percorso per uscirne.
Inoltre il labirinto pare diviso in due parti , corrispondenti alla parte destra e sinistra del
cervello visto dall’alto , vedi fig.11




                                               fig.11


L’immagine del labirinto di fig.10 non pare somigliare anche ai labirinti sopra riprodotti , oppure
a quello che è raffigurato nei disegni rupestri della Valcamonica, vedi fig.12 o           a quello
riportato su Wikipedia ?, vedi fig.13.




                                              fig.12

                                                11
fig.13

Il labirinto ed il rosone di Chartres

Il rosone centrale del portale meridionale è diviso in 72 parti. Il 72 è un numero sacro già agli
Egizi (era il numero dei congiurati che uccisero Osiride); 72 anni è il tempo in cui il Sole percorre
un grado sull'asse dell'Eclittica (per l'esattezza, è la Terra a spostarsi precessionalmente); il
periodo in cui il Sole percorre precessionalmente un segno zodiacale è di 72x30, ossia 2160
anni; il periodo in cui il Sole equinoziale percorre tutti i 12 segni è di 2160x12, ossia 25960 anni.
Questa cifra è importante perché indica uno dei movimenti essenziali della Terra, appunto il
moto precessionale e anche a Giza ci sono molti riferimenti in tal senso.
La mandorla del rosone occidentale, rappresentante la Vergine, ad Agosto è attraversata da un
raggio di sole che va a proiettarsi sulla rosa posta al centro del labirinto che è in questa
cattedrale, come nelle altre cattedrali francesi chiamate a rappresentare la costellazione della
Vergine.
Oggi il fenomeno si verifica verso il 20 del mese ma si è calcolato che in origine il tutto accadeva
il 15 d’Agosto, il giorno dedicato alla Madonna. L’attuale scarto è dovuto al progredire del moto
processionale dal Medioevo ad oggi.

Il rosone di Chartres e quello di Collemaggio (L’aquila)

Secondo Michele Proclamato anche nel rosone di Collemaggio è presente il numero 72 (24
braccia + 48 mezzibusti) Infatti egli dice”Numericamente le Braccia per i Mezzibusti erano in
grado di darmi un riferimento numerico pari a: 2592 unità…….….I 25920 anni precessionali del
nostro pianeta erano stati magnificamente riassunti in modo anche architettonico durante il
medioevo e post isulla facciata centrale della creatura Celestiniana.”
Inoltre giorno 21 /06 /2010 , Solstizio d’Estate, alle ore 18 (19 ora legale) l’immagine del
Rosone viene proiettata sul pavimento della basilica ove sono stati disegnati i tre otto
(figg.14 , 14 a e b ) di cui parla Michele Proclamato nei suoi documenti e conferenze .




                                                 fig.14




                                                   12
fig.14a




                                          fig.14b

La fig.14b, sopra riprodotta, è stata realizzata con un software astronomico illustrante la vista
del cielo per il giorno 21/06/2010, Solstizio d’Estate, ora solare 18 riferita alla località
dell’Aquila. In questa figura si può notare quanto segue :

   1) Il Sole è in Cancro, così come indicato correttamente nella figura fig.14a di Proclamato.
   2) Il sole colpisce in tale data i tre otto.
   3) Nella vista assonometrica, sulla sinistra in baso, si può vedere ove è posizionato il
      mosaico con i tre otto, in relazione al Sole nel Solstizio d’Estate.
   4) In alto a sinistra è riprodottala planimetria della basilica di Collemaggio in relazione al
      metodo costruttivo delle chiese dell’epoca nelle quali venia usato il rapporto aureo (1,68
      o PHI) che è presente anche nella grande piramide di Cheope. Sul pavimento è stato
      disegnato un circuito (fig.14 e 14a) che viene costantemente attivato dalle correnti
      energetiche della terra (Nota 4). Questo circuito avrebbe la stessa funzione di un
      labirinto.
                                                 13
5) In alto a destra è riprodotta la figura del rosone di Collemaggio nella quale ho inserito
      lo schema(in rosso) del labirinto di Chartres (fig.8a) e lo schema (in blu) dello Sri Yantra
      (fig.2). Vi sarebbero dei punti in comune con le braccia , i mezzi busti ed altri particolari
      del rosone , segno che questi sono stati costruiti seguendo le regole architettoniche degli
      antiche costruttori, in particolare quelli del periodo medioevale.

Cosa succede quando si percorre le linee di un labirinto ?

Nel classico labirinto vi è un movimento sinistra-destra e destra-sinistra. In questo modo le due
parti del cervello sono stimolate ad operare in modo coerente .
Il termine coerenza in fisica indica il livello di ordine di un sistema. La relazione tra un sistema e
gli elementi che lo compongono e biunivoca, ma l'influenza di singoli elementi sul sistema è
troppo debole per essere avvertita su ampia scala. Quando tuttavia, in un sistema disordinato il
numero di elementi ordinati supera una soglia critica, il disordine viene spontaneamente
neutralizzato e tutto il sistema diventa perfettamente coerente e ordinato. Il passaggio da uno
stato disordinato a uno coerente provoca un salto di qualità nel sistema che comincia a esibire
un funzionamento ideale.
E’ questo salto di qualità che permette di sperimentare, per un tempo ragionevolmente lungo, lo
stato di coscienza che si ottiene quando si raggiunge il centro del labirinto che equivale al bindu
dello shri Yantra .
 A questo punto per capire meglio ciò che succede è necessario ricorrere agli studi eseguiti
dagli scienziati sul comportamento della fisiologia umana durante l’acquisizione di particolari
stati di coscienza quando il cervello opera in modo coerente.
La coerenza delle onde cerebrali è una misura di quanto il cervello funziona in modo integrato ed
efficiente. Diversi studi mostrano che la crescita della coerenza cerebrale è collegata a molti tipi
di miglioramento: ad una maggiore fluidità nel parlare e maggiore capacità di apprendere nuovi
concetti, ad un modo di pensare basato su principi morali, ad un quoziente di intelligenza più
alto, alla riduzione delle nevrosi e a una maggiore efficienza neurologica, al miglioramento dei
risultati scolastici e ad esperienze più chiare del proprio Sé.
Di norma esistono nel cervello aree non sviluppate oppure non funzionanti a causa dello stress o
di traumi particolari che per queste ragioni non sono in grado di espletare la propria funzione.
La regolare esperienza del quarto stato di coscienza (trascendenza) attiva le aree inutilizzate del
cervello e aumenta la coerenza delle onde cerebrali a tutte le frequenze.
Nell’ immagine come da figg.15, 15a,b,c si può vedere il funzionamento del cervello prima
della meditazione (MT) e durante la meditazione . Come si può osservare                      durante la
meditazione le due parti del cervello sono coinvolte (coerenza cerebrale) .

Il funzionamento del cervello durante la meditazione o durante il percorso nel labirinto, ovvero
con la danza mistica dei Dervisci (vedi fig.16) sarebbe simile.




                                                fig.15



                                                  14
,
                                               fig.15a
                 Ordine nelle onde cerebrali mostrato da un elettroencefalogramma (EEG)
                (J.P. Banquet, Electroencephalography and Clinical Neurophysiology , n.33)

Affascinanti, rigorosi e innovativi sono stati alcuni esperimenti sul cervello compiuti alcuni anni
fa dal medico e ricercatore italiano Federico Nitamo Montecucco e dai suoi collaboratori. Con uno
strumento chiamato "Brain Olotester", da lui inventato insieme a William Giroldini, è possibile
monitorare simultaneamente le onde cerebrali beta, alpha, theta e delta ed è anche possibile
verificare in modalità sincrona come si rapportano tra loro le attività degli emisferi destro e
sinistro del cervello. Uno speciale software è in grado di analizzare il livello di coerenza
emisferica. Dagli esperimenti risultò che nello stato di veglia le persone avevano un basso livello
di coerenza, cioè i miliardi di neuroni producono onde elettromagnetiche non coerenti tra loro.
Queste onde, dice Montecucco, si comportano un po' come dei musicisti che fanno le prove con i
loro relativi strumenti mentre si cimentano su un brano del loro spartito. Questo genera una
cacofonia diffusa, fino a che non entra il direttore d'orchestra che catalizza l'attenzione e inizia a
sincronizzare i tempi e i ritmi dell'intera orchestra. Gli ordini del direttore trasformano la
cacofonia in armonia. Il livello di coerenza raggiunto in stati particolari come quello di
meditazione è simile a quello dell'opera del direttore d'orchestra.
Ma Nitamo Montecucco si è voluto spingere oltre, cercando di verificare se questa coerenza e
sincronizzazione si potesse raggiungere con più persone nello stesso momento.
Uno storico esperimento scientifico sulla sincronizzazione tra le onde elettroencefalografiche
cerebrali di due gruppi di meditatori a più di 200 chilometri di distanza fu infatti sviluppato e
condotto dal Dott. Nitamo Montecucco dell'Istituto Cyber Ricerche Olistiche del Villaggio Globale
di Bagni di Lucca, in collaborazione con il Club di Budapest, e con il supporto tecnico scientifico
del Dr. William Giroldini e del Dr. Alessandro Marraccini.




                                               fig.15b




                                                  15
fig.15c

Meditazione, e percorso nel labirinto.
Più sopra si è parlato del funzionamento del cervello durante la meditazione . Come detto
precedentemente anche durante il percorso fino al centro del labirinto, che a Chartres è
rappresentato da un fiore a 6 petali, si dovrebbe ottenere un’alta coerenza cerebrale.
Nella tradizione orientale il fiore a 6 petali è rappresentato dal loto che corrisponde al Chakra
Svadisthana che rappresenta la Luna.
A questo Chakra tradizionalmente sono associate le seguenti caratteristiche : Poteri psichici,
conoscenza intuitiva e distruzione delle caratteristiche impure.
E’ possibile raggiungere il centro che rappresenta il vero SE’ in altri modi , compresa la danza
dei sufi o dervisci ruotanti o mistici dell’Islam . Il temine dervisci, Darwīsh in lingua farsi significa
letteralmente "cercatore di porte". In campo mistico il termine dervisci ha acquistato il
significato di colui che cerca il passaggio, la soglia, l'entrata che porta da questo mondo
materiale ad un paradisiaco mondo celestiale.
Anche il sufi/derviscio nel suo percorso di danza rotante (fig.16) ripercorre l’immagine
dell’enneagramma ( Nota 4 a) che pare essere una evoluzione dello Sri Yantra.
La rotazione dei dervisci rappresenta il grande meccanismo celeste nel suo incessante
movimento e le braccia aperte, una in direzione del cielo, e l’altra in direzione della terra, creano
un ponte immaginario fra il divino (il cielo) e l’umano (la terra). Così girano tutti da destra a
sinistra, in un’ampia vorticosa immagine dell’Essere .
La confraternita sufi Mevlevi fu fondata a Konya (Turchia) da Jalâl âlDîn Rûmî nel XIII° secolo.




                                                 fig.16

Ho inserito l’enneagramma (schema in blu in fig. 17) nella foto rosone di Collemaggio , che è un
po’ deformata a causa dell’angolo di ripresa, ed anche in questo caso pare ci siano delle
coincidenze costruttive, in particolare per il cerchio che contiene i 12 petali il quale è inscritto
nel pentagono centrale dell’enneagramma stesso.


                                                   16
Vi è un notevole parallelismo che unisce la ricerca di chi medita , di chi osserva lo Sri Yantra ,
di chi percorre il labirinto e del derviscio che danza : il raggiungimento di un elevato stato di
coscienza che si può definire “trascendenza “.




                                             fig.17

Vibrazione e suono.
Un altro modo di raggiungere la coerenza cerebrale è l’uso del suono/vibrazione.
Anche in questo caso è necessario ricorrere alle culture orientali e medio - orientali tra le quali
quella vedica (Gandharva veda e suono primordiale) e sufi (musicoterapia sufi).

   -   Gandharva veda . “I testi vedici affermano che le melodie del Gandharva Veda, la
       musica classica dell'antica civiltà vedica composta dai Raga (formule melodiche)
       , sono le “melodie della natura”, l'intelligenza e i ritmi della natura espressi in
       forma musicale, e hanno pertanto una notevole efficacia terapeutica.
       La scienza moderna ha colto il principio dei suoni e delle melodie che è alla base
       dei fenomeni fisici e biologici. All'inizio degli anni ottanta studiando il DNA e
       l'evoluzione molecolare il dr. Susumu Ohno ha compiuto un'interessante
       scoperta notando che le sequenze dei nucleotidi del DNA che contengono il
       codice della vita formano configurazioni simili a quelle osservabili nella
       musica. Trasferendo le sequenze in spartiti musicali questo studioso rilevò
       che se ne ricavavano melodie simili quelle della musica classica barocca e
       romantica. Così come la terapia del Suono Primordiale anche i suoni del
       Gandharva Veda entrano in risonanza con i livelli materiali più sottili
        dell'organismo e riattivano il punto di congiunzione fra queste strutture e la
       sequenza della legge naturale che è alla loro base nella coscienza”.

   -   Suono primordiale – Secondo l’astronomia /astrologia vedica ci sono 108 possibili suoni
       primordiali che si riferiscono al suono del cosmo in un determinato periodo (ora) del
       giorno, mese ed anno. Ad esempio nel Solstizio d’Estate del 21/6/ 2010 il suono
       primordiale è quello che si avrebbe pronunciando in modo corretto la parola sanscrita:




       In India il suono primordiale è ritenuto molto importante e viene utilizzato come un mantra
       ma anche per dare il nome a un neonato .

       In precedenza si è visto che la vibrazione relativa alla parola OM o AUM ,
       in sanscrito , produce (vedi Cimatica, Nota ) un disegno riconducibile allo              Sri
       Yantra. Vedi anche nota (7).

   -   La Musicoterapia sufi praticata presso gli antichi popoli turchi .
       Essa è composta dai Maqam (equivalente ai raga vedici) che possono essere definiti
       come formule melodiche o la struttura portante in esecuzione.



                                                17
La Musicoterapia sufi studia gli effetti sugli organi del corpo, i rapporti temporali, le
      conseguenze terapeutiche psichiche e somatiche e le antiche possibili correlazioni con
      l'Astrologia.

Alla nota 7b si parla delle tre ottave e questo argomento viene così trattato da Michele
Proclamato a proposito dei 6 cerchi rappresentati nella fig.14a: Quei 6 CERCHI intimamente
uniti non erano altro che TRE OTTO: TRE OTTAVE.

Anche la chiesa di Chartes è stata edificata tenendo conto delle ottave e del numero aureo
come si può vedere dalla figura sotto riprodotta .




La PINEALE ...la ghiandola SACRA - Una ghiandola chiamata Graal .

A)- Per arrivare a comprendere ciò che potrebbe essere svelato ad una persona nel labirinto,
oppure nella meditazione e /o osservazione dello Sri Yantra , oppure nella danza dei dervisci
occorre attingere a diverse culture , così come probabilmente hanno fatto i costruttori delle
chiese nelle quali hanno inserito le loro conoscenze anche dal punto di vista architettonico.
Durante le crociate sono stati assimilati molti elementi della cultura araba la quale a sua volta
ha assimilato la cultura vedico/orientale, avendo dominato a lungo l’India.
Gli indiani, a loro volta, sono stati in contatto con i popoli vicini esperti nel campo
astronomico/astrologico, discipline che si basano su concetti matematici.
Tutte queste conoscenze potrebbero insegnare , una volta raggiunto il centro o la centralità
dell’Essere anche dal punto di vista fisico, ad ottenere una conoscenza superiore , conoscenza
che è già in noi ma che non siamo più abituati a contattare.
Tutte le culture parlano di questa conoscenza e talvolta queste hanno insegnato come ottenerla .
La cultura portata in occidente dai crociati/templari è una di queste ma è criptica per cui è
necessario, per comprenderla, rivolgersi ad altre culture alle quali i templari stessi hanno attinto.
Per i crociati/templari questa conoscenza era rappresentata da un oggetto che , come dice
Mircea Eliade, nel medioevo rappresentava:
 - un segnale della presenza di Dio e della sua potenza;
 - un elemento fondante del potere creativo primigenio;
 - un simbolo di regalità;
 - un ricettacolo di forza cosmica.
Questo oggetto è stato chiamato Graal .
Il Graal è un ben preciso organo, anzi una ghiandola: non un simbolo o un archetipo ma un
corpuscolo vero, fatto di "materia".
    1) Il Graal è un contenitore che porta in sé un liquido in grado di offrire dei “ doni” a chi lo
       beve.

                                                 18
2) Si tratta della ghiandola pineale, un corpuscolo grande come una lenticchia, a forma di
      cono (quindi ricorderebbe una minuscola coppa), situata alla base del nostro cervello.
   3) La ghiandola pineale - o epifisi in gergo scientifico - produce, tra l'altro, la melatonina, un
      ormone prodigioso le cui caratteristiche sono state scoperte solo di recente ma che
      ricordano incredibilmente quelle del liquido contenuto nel Graal.
   4) Chi “beve” le secrezioni contenenti melatonina dalla ghiandola pineale diventa "immortale"
      (effetto antinvecchiamento e rafforzamento del sistema immunitario) e ottiene
      "l'illuminazione" (aumento delle facoltà paranormali, dell'intuizione e altro).
      Il piccolo cono, dunque, come la coppa graaliana, elargisce questo succo miracoloso: ma
      come fare a berlo ?
   5) La melatonina può essere assimilata alla Amrita, ovvero il Soma, come viene chiamata nel
      Vedismo
   6) Nella tradizione graaliana vi sono due simboli che vengono considerati interscambiabili tra
      loro e "sinonimi" della sacra coppa: la torre e la scala. La Torre viene chiamata la Casa di
      Dio.
   7) Per ulteriori informazioni sul Graal si rimanda alla Nota 5.

 Dal punto di vista letterario il Graal fa la sua comparsa con un trovatore provenzale attivo tra
1160 e 1190 di nome Chretién de Troyes, che, attorno al 1180, scrive un testo in ottonari in
rima baciata dal titolo Conte del Graal.

Il Bindu e la Pineale.
Il Saggio Ramana Maharshi parlando dello Sri Yantra dice : “Esso ha un profondo significato. Vi
sono quarantatre angoli con sopra le sacre sillabe. La sua contemplazione è un metodo per la
concentrazione della mente. Deve essere controllata e portata all'interno. La sua abitudine è di
dimorare in nomi e forme, perché tutti gli oggetti esterni possiedono nomi e forme. Tali nomi e
forme sono resi simbolici dalle concezioni mentali in modo da stornare la mente dagli oggetti
esterni e farla rimanere in se stessa. essere controllata e portata all'interno”
Da altre fonti si ha inoltre la seguente informazione relativamente al centro dello Sri Yantra o
bindu nel quale avviene la concentrazione tramite la contemplazione di esso :
Il centro Bindu è la parte del cervello (fig.18) dove il Conscio costituisce le Vibrazioni che,
tramite il sistema nervoso simpatico e il parasimpatico, si trasmettono verso ogni cellula,
legandosi al DNA. L’Energia Bindu rappresenta le Vibrazioni condensate che si costituiscono in
ogni cellula ma con maggior facilità nella zona del cervello – dall’ipotalamo verso l’apice della
nuca, da dove si indirizzano verso la direzione desiderata.
Attivando il Bindu si consegue la possibilità di poter consapevolmente provocare e utilizzare:
– le Vibrazioni (che abbiamo definito nettare Bindu).
– l’Energia (che abbiamo definito Energia Bindu), le quali si esprimono come principi vitali.
Perciò è necessario che il Conscio riconosca, con l’aiuto della mente, il centro Bindu oppure il
chakra Bindu. Per quel che riguarda l’efficacia del loro utilizzo, questa dipenderà dal grado di
maturità del singolo Conscio. Così come i chakra, anche il Bindu non è un fenomeno materiale,
bensì un fenomeno vibratorio – energetico.
Bindu significa goccia (oppure seme) e di solito si raffigura con una goccia bianca che
simboleggia il nettare. Il suo simbolo tradizionale è la Luna giovane, perché la Luna influisce sul
Bindu, il quale stimola le ghiandole endocrine ed è reputato la fonte del nettare ma se non è
usato in modo corretto anche fonte di veleno.
Il Bindu rappresenta l’essenza del cosmo. Così affermano i testi tantrici.




                                             fig.18
                                                 19
Considerazioni relative alle a quanto sopra detto

  -   La ghiandola pineale che è l’equivalente del    Bindu è situata   nel cervello come
      indicato nella fig.19 (vedi punto in rosso ).




                                           fig.19

  -   Il Soma o Amrita o Ambrosia, il nettare degli dei, è anche sinonimo della Luna e quindi
      anche di Arianna che era rappresentata, secondo alcuni testimoni, nella placca in bronzo
      che era al centro del labirinto di Chartres come è pure rappresentata nella Chiesa di S.
      Michele a Pavia.

  -   Nella basilica di Collemaggio vi è una immagine su una mattonella (fig.20) nella quale
      sono raffigurate una torre e la Luna. In egiziano e in ebraico la parola "torre" viene
      scritta "MGDL" ovvero "Magdal" o "Migdal", da cui Magdalena, la donna per eccellenza
      connessa al mito del Graal.
      La Luna altre che sinonimo del Soma(Amrita) è anche raffigurata col simbolo della
      mezzaluna nell’Islam.




                                            fig.20
                                                20
Percorrere un labirinto, meditare , osservare in modo corretto lo Sri Yantra, danzare come fanno
i dervisci od usare altre tecniche       induce l’operatore ad ottenere un particolare stato di
coscienza , vedi cartografia degli stati di coscienza di Fisher (fig.21) .
Questo stato di coscienza (Self o Essere) si raggiunge attraverso il Samadhi, l’ Estasi mistica,
od altri metodi che sono presenti in molte culture.




                                             fig.21

Spiegazione della MAPPA DEGLI STATI DI COSCIENZA SECONDO FISHER
“Il simbolo di infinito che riunisce tra loro;estasi e il samadhi (stato terminale dello yoga)
simboleggia la possibilità di passaggio dall’ uno all’ altro stato senza dover passare per le tappe
dei continuum ergo trofico (energia) e trofotrofico (materia). I numeri da 35 a 7 sono
coefficienti di variabilità dell’ elettroencefalogramma secondo Goldstein e indicano che l’aumento
di attivazione ergotrofica si accompagna ad una netta diminuzione della variabilità EEG. I numeri
da 26 a 4 sul continuum trofotrofico esprimono le frequenze in Hertz che predominano negli stati
beta, alfa e theta “

Ma quali sono i “doni “ che si ottengono (vedi voce 1 a pag 18)

Anche in questo caso è necessario ricorrere ad altre culture di carattere iniziatico.
Di seguito viene utilizzata la cultura orientale ed in particolare quella relativa allo Yoga e più
precisamente al Raja Yoga (Yoga regale) per dare una risposta .
Secondo questa tecnica quando si raggiunge il samadhi, che equivale al centro del labirinto se
percorso nel modo corretto, vengono attivate le potenzialità che ognuno ha ma che sono
nascoste entro noi.
E’ proprio il passaggio dall’interno all’esterno e viceversa, rispetto al centro (SE’), che provoca la
capacità di ottener i “doni” che sono chiamati “Siddhi” o “perfezioni” ma che vengono tradotti
dagli occidentali , in modo errato, come “poteri”.
Queste “perfezioni” sono innumerevoli e vengono attivate tramite i sutra o forme pensiero
In questo modo l’uomo, al solito vittima dei propri desideri e della propria natura inferiore, può
diventare vittorioso e trionfare sul mondo, e tutto ciò si produce quando il cervello diviene
consapevole del proprio Sé, della propria Anima liberata da tutti gli oggetti di desiderio, da tutti i
veli e da tutte le forme. E lo scopo è raggiunto quando lo stato di essere cosciente dell’uomo
spirituale non è più vittima del mondo fenomenico ma procede libero e splendente, non più
soggiogato dalle emozioni o dagli umori, bensì distaccato e in perfetto equilibrio fra gli opposti
Come si è detto in precedenza questa tecnica, che trova un riscontro in altre culture, riveste un
carattere iniziatico e che dà origine al mistero che alcune opere d’arte sembrano nascondere .
Visto che si è parlato della Luna viene qui riportato il “dono”che si ottiene quando si utilizza la
relativa forma pensiero .
“Cabdre tara-vyuha-jnanam” - “Dal samyama sulla Luna viene la conoscenza della disposizione
delle stelle”.

                                                 21
Dunque si parla di conoscenza

Gli altri sutra, che sono collegati ad immagini/simboli, presenti anche nelle antiche chiese ed
altri edifici costruiti nel mondo con opportuni orientamenti geografici e/o ubicazioni in zone
con particolari caratteristiche geomagnetiche ( vedi nota 6) , servono per ricollegare tramite la
conoscenza l’uomo al suo creatore (lo Jana Yoga, la via della conoscenza, per gli orientali) .
Ed è forse proprio questo che i crociati/templari, insieme agli antichi costruttori di vari edifici
costruiti     in tutto il mondo, volevano insegnare o tramandare a noi, inserendo nella
architettura (ma anche nella filosofia, poesia , pittura musica, ecc) le loro conoscenze come la
matematica, l’astronomia/astrologia ed i segreti delle culture di quel tempo che per tradizione
venivano insegnate per via iniziatica.


Conclusione
In questi ultimi decenni molti scienziati , specialmente i fisici, pensano che il cervello /mente
operino al livello della meccanica quantistica. A questo proposito il fisico Fabrizio Coppola dice
:”Il funzionamento della natura a livello atomico e sub-atomico è governato dalle leggi della
cosiddetta "meccanica quantistica", una teoria fisica sviluppata agli inizi del secolo ventesimo,
che risulta molto valida e precisa ma che presenta risvolti molto strani o perfino paradossali.
Al livello della fisica sub-atomica esistono solo campi di energia, che vibrano o si propagano per
onde (come la luce): l'aspetto "solido" della materia è solo un risultato grossolano dovuto al
gioco delle forze sub-atomiche, le quali derivano da un unico campo fondamentale che Einstein
definì "campo unificato". In pratica, l'universo che sembrava intrinsecamente materiale ha
rivelato che la sua essenza fondamentale è pura energia immateriale.
La nozione classica di "materia" è valida dal familiare livello degli oggetti visibili fino al livello
molecolare ed atomico (stadio chimico), ma ai livelli sub-atomici decade. Normalmente si dice
che all'interno degli atomi vi sono delle particelle in movimento (gli elettroni ed i nucleoni); in
realtà tali presunte "particelle" consistono di campi oscillanti, ovvero di strutture immateriali
recanti "informazione": a questi livelli la realtà naturale rivela la sua intrinseca”.
Uno scienziato è riuscito a realizzare la levitazione acustica come meglio sotto specificato:“Un
team di ricercatori della Northwestern Polytechnical University di Xi'an, in Cina, hanno utilizzato
ultrasuoni per sollevare piccole sferette di iridio, mercurio e altri materiali solidi e liquidi , vedi
fig.22.




.




                                        fig.22
Il successo della sperimentazione è da attribuire, non alla forza bruta, ma alla geometria. I
ricercatori infatti hanno posto un emettitore piatto sopra una cavità curva che agisce come un
riflettore. In questo stato si è generato un rimbalzo delle onde sonore che si sono
conseguentemente rafforzate e hanno così creato un forte cuscino sonico”.

Ed ecco che la geometria viene ancora messa in causa .
Anticamente gli edifici , comprese le Chiese gotiche, erano realizzati secondo principi della
geometria ”Sacra” ove il suono aveva una grande importanza.
Il suono o le vibrazioni, come è stato visto in precedenza, può creare dei disegni , sollevare
degli oggetti e attraverso i suoni chiamati mantra modificare , insieme ad altri mezzi (danza,
musica, percorso dei labirinti , ecc.), lo stato di coerenza delle due parti del cervello.
Ciò farebbe si che il cervello stesso , che notoriamente lavorerebbe al massimo al 20% delle
sue potenzialità, potrebbe attivare l’ 80% non utilizzato.
Secondo il Prof. David Bohm, noto fisico dell’Università di Londra, l’universo ed il cervello
hanno una natura olografica.
Questa caratteristica è stata definita “Universo olografico” .

                                                  22
Da alcuni anni gli scienziati sono alle prese con il “paradigma olografico“ in quanto sono
possibili stupefacenti scoperte nel campo della fisica che                potrebbero sconvolgere
completamente le nostre convinzioni sulla natura dell’universo e della vita stessa, aprendo un
ventaglio di possibilità mai ipotizzate prima d’ora.
Per capire come mai Bohm abbia fatto questa sbalorditiva affermazione, dobbiamo prima
comprendere la natura degli ologrammi.
Un ologramma è una fotografia tridimensionale prodotta con l’aiuto di un laser: per creare un
ologramma l’oggetto da fotografare viene prima immerso nella luce di un raggio laser, poi un
secondo raggio laser viene fatto rimbalzare sulla luce riflessa del primo e lo schema risultante
dalla zona di interferenza dove i due raggi si incontrano viene impresso sulla pellicola
fotografica.
Quando la pellicola viene sviluppata risulta visibile solo un intrico di linee chiare e scure ma,
illuminata da un altro raggio laser, ecco apparire il soggetto originale.
La tridimensionalità di tali immagini non è l’unica caratteristica interessante degli ologrammi,
difatti se l’ologramma di una rosa viene tagliato a metà e poi illuminato da un laser, si scoprirà
che ciascuna metà contiene ancora l’intera immagine della rosa.
Anche continuando a dividere le due metà, vedremo che ogni minuscolo frammento di pellicola
conterrà sempre una versione più piccola, ma intatta, della stessa immagine.
Diversamente dalle normali fotografie, ogni parte di un ologramma contiene tutte le
informazioni possedute dall’ologramma integro.
Questa caratteristica degli ologrammi ci fornisce una maniera totalmente nuova di
comprendere i concetti di organizzazione e di ordine.
La mente sarebbe parte di un continuum, di un labirinto collegato non solo ad ogni altra
mente esistente o esistita, ma anche ad ogni atomo, organismo o zona nella vastità dello
spazio, ed al tempo stesso, il fatto che essa sia capace di fare delle incursioni in questo
labirinto e di farci sperimentare delle esperienze extracorporee, non sembra più così strano.
È stato calcolato che il cervello della nostra specie ha la capacità di immagazzinare circa 10
miliardi di informazioni, durante la durata media di vita (approssimativamente l’equivalente di
cinque edizioni dell’Enciclopedia Treccani!) e si è scoperto che anche gli ologrammi possiedono
una sorprendente capacità di memorizzazione, infatti semplicemente cambiando l’angolazione
con cui due raggi laser colpiscono una pellicola fotografica, si possono accumulare miliardi di
informazioni in un solo centimetro cubico di spazio.... ma anche di correlare idee e decodificare
frequenze di ogni tipo.
Anche la nostra stupefacente capacità di recuperare velocemente una qualsivoglia informazione
dall’enorme magazzino del nostro cervello risulta spiegabile più facilmente, se si suppone che
esso funzioni secondo principi olografici.
Non è necessario scartabellare attraverso una specie di gigantesco archivio alfabetico cerebrale
perché ogni frammento di informazione sembra essere sempre istantaneamente correlato a
tutti gli altri: un’altra particolarità tipica degli ologrammi.
Si tratta forse del supremo esempio in natura di un sistema a correlazione incrociata.
Un’altra caratteristica del cervello sarebbe la sua abilità nel tradurre la valanga di frequenze
luminose, sonore, ecc. che esso riceve tramite i sensi, nel mondo concreto delle nostre
percezioni.
Codificare e decodificare frequenze è esattamente quello che un ologramma sa fare meglio.
Così come un ologramma funge, per così dire, da strumento di traduzione capace di convertire
un ammasso di frequenze prive di significato in una immagine coerente, così il cervello usa i
principi olografici per convertire matematicamente le frequenze ricevute in percezioni interiori.
I numerosi simboli presenti nelle antiche chiese sarebbero degli ologrammi che diventano
comprensibili se illuminati da una luce coerente, il laser .
Il cervello, in stato di alta coerenza, funzionerebbe come un laser permettendoci di capire ciò
che il simbolo nasconde, così come una lastra fotografica che rappresenta un ologramma
incomprensibile, se attraversata da una luce coerente ci mostra tridimensionalmente un
oggetto .




                                                23
Immagine tridimensionale riprodotta nell’aria

Le caratteristiche principali di un ologramma sono:
   * Una lastra olografica conserva il contenuto informativo in ogni sua parte, di conseguenza
spezzando in più parti la lastra è possibile ottenere la stessa immagine tridimensionale con una
diminuzione del campo di vista.
   * È possibile memorizzare sulla stessa lastra olografica più ologrammi orientando
diversamente il raggio laser di riferimento.
Gli ologrammi, essendo difficili da contraffare, sono ampiamente utilizzati (direttamente
stampati o inseriti all'interno dell'oggetto o applicati come bollino adesivo), come sistema
                                                   24
antifalsificazione, nella produzione di banconote (lamina olografica o stripe), carte di identità,
passaporti, carte di credito, supporti digitali (cd-rom, dvd, videocassette), marche da bollo.
Il discorso sull’ologramma porta necessariamente alla teoria dei frattali.
Un frattale è un oggetto geometrico che si ripete nella sua struttura allo stesso modo su scale
diverse, ovvero che non cambia aspetto anche se visto con una lente di ingrandimento.
Questa capacità si evidenzia nel principio dell’ologramma e nella teoria dei frattali in cui anche la
minima parte in cui si può smembrare l’intero, conserva tutti i caratteri dell’intero e da questa si
può risalire all’intero sistema.
Anche nella tradizione occidentale come in quella orientale (dove prende il nome sanscrito
mandala) il cerchio è un simbolo potente. Forma geometrica perfetta, senza inizio né fine, senza
direzione alcuna, ben raffigura il centro del Tutto. Simbolo dell'eterno presente e dell'universo
intero, nell'iconografia cristiana rimanda a Dio e alla Creazione, alle sfere celesti e alla santità
(l'aureola). Nell'architettura religiosa, soprattutto romana e gotica e nell'arte decorativa il
cerchio diventa rosone: finestra tonda posta sopra la navata centrale delle chiese, racchiude
vetrate con immagini sacre, personaggi e storie della Bibbia, simboli religiosi.
I Mandala rappresentano il simbolismo magico dell’Universo, nella costruzione entro “il cerchio
eterno” della ruota della vita. Diffuso nella maggior parte delle religioni, riconducono l’uomo al
Creatore, al Divino: Greci, Egizi, Navaho e i monaci buddisti tibetani hanno costruito Mandala,
che rappresentano l’illusione della vita terrena e, in alcuni casi, la filosofia karmica. Anche il
cristianesimo ha contribuito ad inserire magnifici Mandala nelle finestre di vetro e nei rosoni
delle chiese e cattedrali (la più famosa è il Rosone Nord della cattedrale di Chartres in Francia).
Con splendidi mosaici sono decorate anche le moschee mussulmane. Il Mandala, quale
conoscenza dell’uomo nella sua universalità, è apparso continuamente nelle sue costruzioni,
rituali e forme d’arte. La reintroduzione del concetto di Mandala nel contesto culturale dei popoli
occidentali, riscoperta attraverso Carl G. Jung, lo individuò come simbolo fondamentale della
tradizione alchemica dell’Occidente, ponendolo come forma d’arte integrativa con valore
terapeutico, nel processo di individuazione dei suoi pazienti.
In linea di principio il mandala ha una struttura tendenzialmente frattale.
Così come la matematica frattale giunge a rappresentazioni grafiche dell’ordine che nasce dal
disordine, i mandala sono rappresentazioni umane dell’ordine che emerge dal profondo durante
la meditazione: il Sé è al centro, il cerchio; le figure quaternarie che lo accompagnano sono le
diramazioni, gli alberi frattali.

Vi è dunque una correlazione fra il rosone di una chiesa, un mandala , un frattale , un
ologramma e la musica in quanto anche con la matematica frattale è possibile creare la musica

Di seguito vengono riportate due figure.
-La prima è quella del rosone della cattedrale di Chartres.




-La seconda è relativa ad un mio mandala realizzato secondo le equazioni della matematica
frattale e nel quale ho inserito, secondo la simbologia orientale, lo Yantra ed i Budda .



                                                 25
Gli antichi costruttori degli edifici , chiese comprese, avrebbero utilizzato l’unico
linguaggio che possedevano, linguaggio che ai giorni d’oggi potrebbe essere definito
misterioso . Con questo linguaggio, “scritto” nelle pietre o nei siti con particolari
caratteristiche geomagnetiche, volevano probabilmente tramandarci le loro
conoscenze.
Forse la scienza, in un prossimo futuro, ci spiegherà come le parole come mistero ,
magia, alchimia o paranormalità non verranno più usate per definire “quei risvolti
molto strani o perfino paradossali della meccanica quantistica “ che è alla base del
funzionamento della materia , noi compresi .

Verifiche

Vi sono due reperti archeologici interessanti che sono stati presi in considerazione per le
verifiche circa quanto esposto in questo studio.

Il primo reperto e’ stato ritrovato dall’archeologo inglese T.G.Pinches nella zona di Ninive
che era la capitale del regno assiro dal re Sennacherib (704- 681 a.C.).
Il sito di Ninive è collocato a 410 Km a Nord dalla attuale Bagdad sulla riva est del Tigri con le
coordinate geografiche 36°22’0’’N- 43°07’0’’E (fig.A1 ).




                                               fig.A1

Nel 1900 T.G. Pinches dichiarò alla Royal Asiatic Society di essere riuscito a ricostruire un completo
astrolabio (letteralmente "catturatore di stelle") mesopotamico realizzato in argilla .
Nell'insieme il disegno appariva come una rosetta a dodici "foglie", ciascuna delle quali recava scritto
il nome di un mese.
                                                   26
Per comodità Pinches li contrassegnò con dei numeri da I a XII, a cominciare da Nisannu, il primo
mese del calendario mesopotamico (fig. A2 ).
Il disco si presentava suddiviso in” dodici” sezioni a loro volta contraddistinte da “tre”zone
concentriche che suddividevano il tutto in "36" parti, spiccavano al centro del disco
“dodici”piccole sfere, cornice di una sfera più grande considerata matrice di tutte le suddivisioni.
Ognuna delle 36 parti conteneva anche un altro nome, con un piccolo cerchiolino posto sotto di esso,
a indicare che si trattava del nome di un corpo celeste.
Da allora quei nomi sono stati trovati in molti testi ed "elenchi di stelle" e senza dubbio rappresentano
il nome di costellazioni, stelle o pianeti.
Sotto il nome del corpo celeste, infine, in ognuna delle 36 parti compariva anche un numero.
Nell'anello più interno, tali numeri sono compresi tra 30 e 60; in quello centrale, tra 60 (scritto come
"1") e 120 ("2", ovvero, nel sistema sessagesimale).
Secondo gli esperti inglesi tale astrolabio rappresentava costellazioni, pianeti e mesi del mondo
Sumero a testimoniare il loro raffinato patrimonio di conoscenze astronomiche.




                                                fig. A2


Vi è da segnalare che Michele Proclamato ha fatto il seguente collegamento fra il piatto o
astrolabio di Pinches ed il rosone della basilica di Collemaggio.
 “A differenza del Labirinto l’immagine del rosone mi suggeriva qualcosa di già visto, per la prima
volta alla presuntuosa sensazione di sapere si sposava la certezza logica del conoscere, infatti
fra le tante letture piuttosto alternative, fatte in modo caotico ma continuo, ricordavo
distintamente un testo dedicato alla Mesopotamia dove gli scavi archeologici, avvenuti nei primi
decenni del secolo scorso, portarono alla luce un esempio sfacciato di Oopart, in pratica un
oggetto che non doveva esistere.”
E’ sulla base di questa intuizione che poggia questa prima verifica che consiste nel sovrapporre
la riproduzione grafica del piatto di Pinches sul Rosone della Basilica di Collemaggio , vedi fig.
A3.




                                                   27
fig. A3

Sebbene la foto del rosone risulti un po’ deformata dall’angolo di ripresa si può notare che i
piccoli cerchiolini indicanti i nomi dei corpi celesti sono contenuti nella circonferenza relativa alla
parte del rosone contenente i 24 bracci che a loro volta si suddividono fino a toccare la
circonferenza stessa . I cerchiolini più interni sono invece contenuti nella circonferenza relativa
alla parte del rosone contenente i 12 bracci che a loro volta si suddividono fino a toccare la
circonferenza stessa.
I 12 “cerchio lini” centrali delimitano invece la circonferenza che contiene il fiore a 8 petali, vedi
fig.A4




                                              fig.A4

La distanza dei “cerchiolini” dalla circonferenza esterna che delimita il rosone dalla facciata fa
ricordare la sequenza di Fibonacci        ed allora per averne una possibile conferma viene
sovrapposta la spirale di Fibonacci (in rosso) sulla fig.A3 ottenendo così la fig.A5




                                                  28
fig.A5
Tenendo conto della deformazione fotografica dovuta all’angolo di ripresa si può notare come vi
siano dei punti che coincidono con la spirale e lo schema della sua realizzazione .
Vi è da notare inoltre che la figura del rosone viene proiettata dal sole sul pavimento della
basilica di Collemaggio e questa figura ha un andamento a spirale come meglio illustrato nella
fig.A6




                                                fig.A6
Occorre ora fare la verifica circa lo Sri Yantra che viene quindi sovrapposto alla fig.A5 ottenendo
così la fig.A7.




                                              fig.A7

                                                29
Anche in questo caso è possibile vedere che ci sono dei “cerchiolini” che corrispondono alle
linee in rosso dello Sri Yantra, naturalmente tenendo sempre conto della deformazione
fotografica dovuta all’angolo di ripresa del rosone.

Poiché si è parlato della labirinto di Chartres si procede ora ad una ulteriore verifica
sovrapponendo tale labirinto alla fig.A5, ottenendo la fig.A8




                                              fig.A8

Appare evidente come i “cerchiolini” corrispondano con le linee in rosso del labirinto e con il fiore
centrale in verde del labirinto stesso.

Poiché si è parlato anche dell’ Enneagramma questo stesso viene ora sovrapposto alla fig.A3,
ottenendo così la fig.A9




                                               fig.A9

Il pentagono interno dell’Enneagramma circoscrive il cerchio formato dai “cerchiolini” che
determinano il cerchio stesso ed inoltre tale cerchio è inscritto nel triangolo centrale
dell’Enneagramma .




                                                 30
Il secondo reperto sarebbe stato realizzato usando le conoscenze astronomiche relative
alla stessa area di provenienza del piatto del Pinches .
Infatti il piatto di Pinches è stato ritrovato presso Ninive a qualche centinaio di Km dall’attuale
Bagdad mentre il secondo reperto, pur essendo stato ritrovato in una necropoli a Chiavari (Ge)
, ritrarrebbe il cielo osservabile sempre vicino a Bagdad.
Questo oggetto si riferisce ad una placca che si sarebbe potuta prestare ad essere usata come
strumento astrologico-astronomico e corrisponde in linea di massima alla descrizione dello
“gnomon” nel Mul-Apin, un manuale babilonese di astronomia.
Per la ricostruzione della placca ci si è riferiti a quella originale rappresentata (in parte) nella
fig.A10




                                                       fig.A10

Ingrandendo le fotografie della placca si vede lo “zodiaco”; si vedono in giusta reciproca posizione lo
Scorpione, il Sagittario e si intravedono la Vergine ed il Toro, oltre alla Luna, Venere, Mercurio, il Sole, Marte,
Giove Belo e costellazioni come l’Idra.
Tale placca pur essendo spezzata in più parti (le cui foto non sono state qui riprodotte) è stata
ricostruita graficamente , vedi fig.A11.




                                                     fig.A11.

Si è scoperto che tale ricostruzione si sovrapponeva quasi esattamente al disegno riportato sulla copertina di
un “Manuale di astrologia oraria”( vedi fig.A12), ovvero al un disegno del XVI secolo, conservato ad Istanbul,
indicato come la “mappa dell’universo” ( che sembrerebbe essere astrologicamente il tema natale della
fondazione di Bagdad).
Ingrandendo le fotografie della placca si vede lo “zodiaco”; si vedono in giusta reciproca posizione lo
Scorpione, il Sagittario e si intravedono la Vergine ed il Toro, oltre alla Luna, Venere, Mercurio, il Sole, Marte,
Giove Belo e costellazioni come l’Idra.


                                                         31
fig.A12

Un orafo molto coscienzioso, in particolare per i dettagli , ha realizzato la placca in argento, vedi fig. A13.




                                                           fig. A13
Notizie sul reperto di Chiavari
La necropoli chiavarese, specie nella sua parte più ricca ed antica, è costituita in gran parte da tombe
femminili, con un rapporto del 78% di donne e del 22 % di uomini. Una placca perlata , di bronzo o d’argento,
è stata ritrovata in quasi tutte le tombe femminili più ricche. Si pensava che queste placche avessero funzioni
ornamentali, invece in una ricerca, tuttora in corso, si è notato che potrebbero essere state usate come
strumenti astronomici ed astrologici e potrebbero riportare anche l’oroscopo con il tema natale della defunta.
Rappresentando una sorta di foto o di DNA della persona ed un suo strumento di lavoro, era logico che la
placca seguisse la defunta sulla pira e nella tomba.
In questa ricerca su chi fossero, che religione e che cultura avessero, dove vivessero gli antichi abitatori della
laguna che si estendeva nella piana del Rupinaro, è emersa una serie numerosa di “ curiose coincidenze” che
suggerivano, sulla base di valutazioni storiche e culturali, la presenza di un centro mantico di cultura caldaica.
Avrebbe potuto, fra l’altro, essere usata:

    1- come calendario, per identificare il mese ed il giorno del mese, anche alla latitudine di Chiavari.
    2- come meridiana, per avere l’ora con l’ombra del sole e come orologio notturno per trovare l’ora con
       l’ombra della luna.
    3- per rilevare la posizione degli astri nello zodiaco per fare l’oroscopo e per fare previsioni astrologiche,
       sostituendo, in sostanza, le odierne “effemeridi.
    4- per determinare la linea equinoziale, la latitudine e l’altezza degli astri sull’orizzonte.

Questo gioiello si può anche considerare un ”astrolabio” in versione femminile, che, a
prescindere da ogni considerazione astrologica, è un’incredibile strumento scientifico, che a quei
tempi poteva sembrare perfino magico. Come calendario naturale ed orologio perpetuo le dava
le indicazioni necessarie per le attività agricole. Poteva leggere l’ora di giorno con l’ombra del
sole e di notte con l’ombra della luna, il giorno del mese lunare, i giorni legati alla levata eliaca

                                                              32
di alcune costellazioni, la decade del periodo zodiacale, il periodo zodiacale, l’anno del ciclo
lunare di 18.6 anni ed il ciclo lunare nel ciclo precessionale di 2190 anni.
Le consentiva di misurare la posizione degli astri, di conoscere la latitudine, di fare previsioni
astronomiche ed astrologiche per lei stessa e per gli altri.
Le consentiva di prevedere il ciclo mestruale vedendo avvicinarsi la fase lunare nella quale aveva
avuto inizio il ciclo precedente; le consentiva probabilmente di avere lei stessa importanti
indicazioni sulla sua fertilità nel ciclo. Le indicava con notevole precisione la data probabile del
parto, essendole nota la data di inizio delle ultime mestruazioni e con essa le caratteristiche del
segno zodiacale del piccolo.

Dove è stata progettata questa placca?

Dal rapporto fra il raggio della “cordonatura” interna alle “lune ed il raggio del piccolo
cerchio intorno al foro centrale, si può trarre una latitudine di progetto. Questa placca
risulterebbe essere stata progettata sotto il 37esimo parallelo.

Si è ricercato un cielo simile a quello “indicato” dalla placca ed è stato calcolato che un
cielo simile esisteva intorno al giorno 13 Ottobre dell’anno 887 a.C. Con un ulteriore
approfondimento, grazie a più complessi calcoli , si è potuto indicare il cielo delle ore 17
del giorno 11 Ottobre del 887 a.C. come quello piu’ corrispondente. Probabile data
natale della defunta seppellita nella tomba 64 della necropoli chiavarese.

Verifica relativa alla Placca sulla quale ho riportato/sovrapposto il disegno del piatto
del Pinches, vedi fig.A14




                           .

                                               fig.A14

Come si può vedere i dodici “cerchiolini” esterni del disegno del piatto del Pinches
corrispondono alla circonferenza appena sotto le lune .
I “cerchiolini” più interni posti orizzontalmente e verticalmente corrispondono ai bracci che
suddividono la placca in 12 parti .
I cerchietti centrali delimitano perfettamente la base dello gnomone.

Lo Sri Yantra ed il rosone del Basilica di Collemaggio : raffinati ologrammi che ci
hanno tramandato, unitamente ad altre opere come il labirinto e l’enneagramma, per
raggiungere elevati stati di coscienza     che ci aiutano a comprendere i segreti
dell’universo ?



                                                33
In India viene praticato il Vastu, l’antica scienza vedica delle costruzioni o architettura vedica . Il
Vastu ci aiuta a ricevere i benefici naturali offerti dai cinque elementi di base dell’universo, dove
tutti noi abitiamo ed è basato sulle leggi eterne della natura in accordo alle quali sono stati
costruiti per migliaia di anni templi, case e intere città in India.
Il Vastu considera la casa come un microcosmo contenente tutte le energie e le forze che
agiscono nell’universo, una lente che focalizza le forze della natura e del cosmo e quindi collega
lo spazio con i suoi abitanti.
Gli antichi saggi sapevano infatti che il disegno dello spazio ha un’importante influenza sull’uomo
che vi abita e sul suo destino.
L’esperienza di generazioni di architetti e costruttori vedici ha confermato questa idea ed ha
aggiunto ulteriori informazioni.
Questa tradizione è ancora viva in India ai nostri giorni, ed offre la migliore simbiosi tra
architettura e uomo moderno.

Yantra
Gli yantra sono un sistema di elementi, figure e simboli che rappresentano diverse energie del
cosmo. Possono anche essere combinati con parole scritte e disegni geometrici. Le energie dello
spazio possono essere indotte e modificate grazie a questi oggetti, disegni o simboli grafici
chiamati “yantra” dal sanscrito.
Lo Sri Yantra ad esempio, è uno dei più antichi e complessi simboli geometrici dell’umanità. L’età
dello Sri Yantra è stimata dallo scienziato americano Patrick Flanagan essere di 12.000 anni.
Oggi alcuni scienziati chiamano lo Sri Yantra , “il re degli disegni con potere” e credono che suo
effetto energetico sia settanta volte superiore a una piramide della stessa misura. Lo
straordinario effetto di questo yantra dipende dalla sua precisione geometrica. In India da
migliaia di anni viene utilizzato per rituali e meditazione. Lo Sri Yantra è considerato di gran
buon auspicio nelle case e al lavoro per soddisfare sia i desideri spirituali che materiali.

Meru Chakra
Lo Sri Yantra tridimensionale a forma di piramide, o Meru Chakra ,vedi fig.A15 ha la
potenzialità di riequilibrare le energie disturbate dai difetti di una casa, dovuti a forme irregolari
o posizione errate delle stanze, e convogliare ed aumentare le energie positive.
Il Meru Chakra viene posizionato a nord o nord est della casa. Il Nord è la direzione della salute,
fortuna e denaro e nord est la direzione più importante della casa dal punto di vista dell’energia
spirituale, perciò la più preziosa. In India il Meru Chakra viene consigliato per suoi effetti
terapeutici. Inoltre tradizionalmente è utilizzato come oggetto di meditazione.




                                              fig.A15

La fig.A15 rappresenta un Meru Chakra in oro e per questa ragione l’autore di questo studio ne
ha realizzato uno meno costoso utilizzando uno Sri Yantra originale tibetano, vedi fig.A16




                                                fig.A16
                                                  34
Nelle capitolo delle Verifiche si è potuto vedere come nel rosone di Collemaggio possono essere
inserite immagini rappresentanti lo Si Yantra ,il piatto di Pinches , la placca della necropoli di
Chiavari, la spirale di Fibonacci ed il labirinto di Chartres e si è potuto notare che vi sono delle
significative coincidenze matematico astronomiche .
L’autore del presente studio ha realizzato quindi per il rosone di Collemaggio l’equivalente della
piramide Meru Chakra( Sri Yantra tridimensionale ), vedi fig.A17 .




                                                  fig.A17

Nella pagina iniziale di questo studio vi è la rappresentazione tridimensionale del rosone di
Collemaggio in rapporto ai segni zodiacali ed alle stelle e galassie. Nella fig .14b a pag.13 si può
vedere invece come il sole nel solstizio destate proietta l’immagine nel rosone all’interno della
chiesa in corrispondenza ai tre otto ed ad un particolare labirinto riprodotto con un mosaico
nel pavimento della chiesa stessa.
Sempre dalla fig.14b si può vedere come il Rosone della basilica di Collemaggio è ubicato verso
N.O come indica la posizione del sole alle ore 18 del Solstizio d’Estate .
Ubicando il Rosone tridimensionale, come sopra specificato, con la stessa esposizione del
Rosone della Basilica di Collemaggio per analogia si dovrebbero ottenere gli stessi effetti del
Meru Chakra , ovvero avere una lente che focalizza le forze della natura e del cosmo collegando
lo spazio con i suoi abitanti aumentando così le energie positive in un edificio.

Verifica e considerazione finale .

Se è vero che il Rosone di Collemaggio potrebbe essere una rappresentazione astronomica del
cielo, allora questa rappresentazione dovrebbe coincidere con le rappresentazioni sempre di tipo
astronomico di altri popoli ubicati in diverse aree geografiche della terra in p     articolare se
no hanno mai avuto dei contatti.
Per far ciò è stato preso in considerazione il calendario Maia rappresentato nella così detta Pietra
del Sole , un grande disco del diametro di circa due metri, scolpito a Tenochtitlan nel 1492 ,
vedi fig.A18 .




                              La Pietra del Sole, conservata a Città del Messico

                                               fig.A18
Sin dai tempi antichi, i cambiamenti profetizzati dal Maya ed da altre popolazioni erano associati
al culminare di un ciclo principale di 25.920 anni noto come “precessione”, inoltre il ciclo del
Calendario Maya, di 5.125 anni di lunghezza, è esattamente 1/5 della precessione.
                                                     35
Il dott. Smelyakov insieme ad altri ricercatori nell’articolo intitolato “La Scala Temporale Aurica
ed il Calendario Maya” ha sul rapporto noto come “Phi”, o Sezione Aurea, e su come esso
unifichi e correli i seguenti fenomeni.
Coloro che hanno studiato la geometria sacra o letto i libri sull’argomento sono ben consci
dell’importanza del rapporto Phi, che ha un valore di 1,6180339. Si può facilmente vedere
questo rapporto nelle relazioni tra le comuni frequenze musicali “Diatoniche” così come nelle
proporzioni naturali di crescita dei gruppi di batteri, nella vita delle piante, nella vita animale e
nel corpo umano.
Se disegnato geometricamente, esso appare come la classica forma spirale che si nota tanto
spesso nelle conchiglie marine sulla spiaggia. Inoltre, l’importanza di Phi è stata conservata
come sacra in molte strutture antiche di tutto il mondo. Come rapporto, esso bilancia
perfettamente le forze di espansione e contrazione, che possono essere dimostrate
geometricamente e matematicamente, e il suo nesso con la musica dimostra che è una
caratteristica fondamentale nel comportamento della vibrazione.
Anche in questo caso gli studiosi della cultura Maia hanno messo in relazione il calendario con la
precessione degli equinozi, il“Phi” o Sezione Aurea , con le vibrazioni e quindi con le frequenze
musicali .

A questo punto si potrebbe inserire il discorso circa le profezie dei Maya del 2012 ma ciò
altrerebbe lo scopo di questo studio.

Per questa ultima verifica è stata usata una rappresentazione grafica della “pietra del sole”,
vedi fig.A19 , che è stata sovrapposta in rosso al rosone di Collemaggio , vedi fig.A20




                                              fig.A19




                                              fig.A20

                                                 36
Sempre tenendo conto della deformazione fotografica del Rosone di Collemaggio dovuta
all’angolo di ripresa si possono fare le seguenti principali osservazioni:

    1) L’area A B e cioè la corona compresa fra i cerchi tangenti ai punti A e B è uguale a quella
       del Rosone e della “Pietra del Sole”.
    2) L’area B C e cioè la corona compresa fra i cerchi tangenti ai punti B e C è uguale a quella
       del Rosone e della “Pietra del Sole”. Il punto C indica fra l’altro il punto in cui si ramifica
       il braccio del cerchio con 24 braccia, o raggi, del Rosone
    3) L’area C D , inizio della ramificazione dei raggi ed il punto d’incontro di questi con la
       circonferenza che circoscrive i dodici raggi, è uguale a quella del Rosone e della
       “Pietra del Sole”.
    4) Non è staso possibile sovrapporre il piatto di Pinchas comunque confrontando la fig. A20
       con la fig. A3 è possibile vedere quali sono le coincidenze fra il Rosone,la “Pietra del
       Sole” , il piatto di Pinches, la placca della necropoli di Chiavari, ecc.



Note:

(1)La Via Francigena, anticamente chiamata Via Francesca o Romea e detta talvolta anche Franchigena, è un fascio di
vie che conduceva alle tre principali mete religiose cristiane dell'epoca medievale: Santiago de Compostela, Roma e
Gerusalemme. I primi documenti d'archivio che citano l'esistenza della Via Francigena risalgono al XIII sec. e si
riferiscono a un tratto di strada nel territorio di Troia in provincia di Foggia. Il percorso di un pellegrinaggio che il
vescovo Sigerico nel X sec. fece da Canterbury per giungere a Rima appresenta una delle testimonianze più
significative di questa rete di vie di comunicazione europea in epoca medioevale, ma non esaurisce le molteplici
alternative che giunsero a definire una fitta ragnatela di collegamenti che il pellegrino percorreva a seconda della
stagione, della situazione politica dei territori attraversati, delle credenze religiose legate alle reliquie dei santi.

(2) sagittale [sa-git-tà-le] agg.• anat. Che divide il corpo o una parte di esso in parti simmetriche: sezione s. ||
sutura s., punto in cui si saldano le due ossa parietali del cranio

(3) Il cervello è costituito da due parti principali, gli emisferi (destro e sinistro), tra i quali è interposta una profonda
fessura, la scissura longitudinale. Ciascun emisfero contiene una cavità (I e II ventricolo, a loro volta in
comunicazione con il III e il IV ventricolo) contenente LIQUOR, ed è distinto in lobi: frontale, parietale, temporale,
occipitale. La superficie del cervello è contrassegnata da solchi (scissure) e da pliche (circonvoluzioni).

(4) Sul pavimento sembra sia stato stampato sulla pietra un circuito che viene costantemente attivato dalle correnti
energetiche della terra, dove l'uomo, attraversandolo, con la sua statura eretta, forma un'antenna ricevente e
trasmettente, che crea il giusto ponte di collegamento con le vibrazioni cosmiche, cosa che gli consente di avviarsi, se
decide di intraprendere questo percorso energetico, verso un progressivo processo di purificazione

(4 a) L’Enneagramma è una dottrina dei tipi psicologici molto antica. Ennea vuol dire nove e nel disegnare la figura
geometrica si forma un diagramma molto simile ai rosoni delle cattedrali gotiche.
Ha in comune con molte altre tipologie la schematica riduzione del comportamento umano a un numero limitato di tipi
di carattere. L’astrologia descrive dodici tipi di uomo secondo il segno zodiacale, mentre l’Enneagramma, altrettanto
antico, ne descrive nove, classificate secondo lo schema planetario classico, che comprende, oltre ai sette pianeti, i
due nodi lunari, ascendente e discendente (figg.22 e 22.a).




                              fig.22                                                 fig.22a


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(5) Tutti noi abbiamo sentito quella storia che racconta come Dio volle nascondere la regalità e l'illuminazione
dell'uomo nell'unico posto dove egli non le avrebbe potute trovare. Ma non in fondo agli oceani, ai vulcani, o sulle
cime delle montagne più alte, come gli consigliavano dei o angeli a seconda della provenienza di questa favola
universale. Dio la nascose dentro all'uomo perché lì era sicuro che lui non l'avrebbe mai cercata.

Il Graal non soltanto è dentro di noi (e questo sarebbe perfettamente in linea sia con la teoria secondo la quale noi
siamo piccoli universi, sia con il postulato "come nel grande così nel piccolo"... Trismegisto docet) ma è un ben
preciso organo, anzi una ghiandola: non un simbolo o un archetipo ma un corpuscolo vero, fatto di "materia".

LACOPPAdell'ETERNAGIOVINEZZA
Prima di svelarvi di quale ghiandola si tratti, vi chiedo di seguirmi nel seguente ragionamento. Il graal si dice sia
una coppa, però nessuno lo ha mai visto. E' noto, tuttavia, che chi b eve dal graal ottiene l'eterna giovinezza, la
guarigione da tutte le malattie e l'illuminazione. In definitiva, al di là della sua forma reale, il graal è sicuramente un
contenitore che porta in sé un liquido in grado di offrire tali doni a chi lo beve.

Ma noi abbiamo nel nostro meraviglioso corpo proprio un piccolissimo contenitore dal quale possiamo "bere" un
liquido di questa portata. Si tratta della ghiandola pineale, un corpuscolo grande come una lenticchia, a forma di cono
(quindi ricorderebbe una minuscola coppa), situata alla base del nostro cervello (quindi dentro di noi come racconta la
storia citata all'inizio dell'articolo).
La ghiandola pineale - o epifisi in gergo scientifico - produce, tra l'altro, la melatonina, un ormone prodigioso le cui
caratteristiche sono state scoperte solo di recente ma che ricordano incredibilmente quelle del liquido contenuto nel
graal.
La melatonina viene elaborata dal corpo nel periodo notturno, durante il quale la ghiandola raggiunge il massimo della
sua attività. Proprio di notte sappiamo bene che la conoscenza intuitiva e le nostre facoltà più sottili emergono e "si
impossessano di noi".
(NdR: la nostra melatonina si trova anche e sopra tutto nell'Urina...)
Descrive Laurence Gardner in "I Signori degli Anelli" (Newton Compton Ed.) "... la melatonina esalta e rafforza il
complesso del sistema immunitario del corpo, accresce la produzione di energia fisica alzando il livello di
sopportazione della fatica, regola la temperatura interna contribuendo a un'ottimale gestione del sistema
cardiovascolare ed è per eccellenza la sostanza antiossidante del corpo, con effetti evidenti sui meccanismi
antinvecchiamento e sulla mente, sviluppando facoltà paranormali".
Ecco dunque che chi beve le secrezioni contenenti melatonina dalla ghiandola pineale diventa "immortale" (effetto
antinvecchiamento e rafforzamento del sistema immunitario) e ottiene "l'illuminazione" (aumento delle facoltà
paranormali, dell'intuizione e altro).
Il piccolo cono, dunque, come la coppa graaliana, elargisce questo succo miracoloso: ma come fare a berlo?
Jasmuheen, una dolcissima donna australiana che dal '93 si astiene dal cibo, nei suoi seminari, dove spiega tra l'altro
come vivere nutrendosi esclusivamente di "luce liquida", racconta che è possibile "bere" la divina Amrita, come viene
chiamata nella tradizione sanscrita, ovvero la secrezione che scende come una piccola goccia stimolando, con la
lingua arrotolata all'indietro, il palato verso l'epiglottide, guarda caso proprio sotto la ghiandola pineale.
Forse l'Amrita, l'ambrosia degli dei, il nettare divino, non è nient'altro che la secrezione di cui abbiamo parlato, ovvero
quella contenente melatonina. Se così fosse, ognuno di noi avrebbe in sé la chiave della longevità e della riscoperta
della propria sovranità, e potrebbe accedervi in ogni momento, semplicemente arrotolando al massimo la lingua verso
l'epiglottide e aspettando che fuoriesca una piccola goccia che sembra muco.
Ma proviamo a vedere se nella tradizione graaliana vi sono altre prove che ratifichino tale ipotesi.

La TORRE (vedi anche fig.20)
Nella tradizione graaliana vi sono due simboli che vengono considerati interscambiabili tra loro e "sinonimi" della sacra
coppa: la torre e la scala. Tant'è che Dante, iniziato e Gran Maestro del Priorato di Sion, un ordine templare, coinvolto
nello studio dell'alchimia e quindi nella ricerca del graal ed esiliato da Firenze, si rifugiò a Verona dal suo amico
Cangrande "Della Scala". Il simbolo degli Scaligeri è una scala che si restringe verso l'alto ricordando proprio una
torre: sarà un caso ?
La Scala-Torre, come il graal, è legata a una tradizione che permette il raggiungimento della Vera Luce e
dell'Immortalità. Un particolare interessante e inspiegabile è che molte dee, regine e importanti donne legate alla
discendenza graaliana portano una torre in testa, come copricapo. Per esempio la dea egizia Serapide reca sul capo il
"Gradal", una sorta di torre, dove viene conservato il "Fuoco Celeste" di Phtah, la scintilla divina incarnata in ogni
essere.
In Francia, a Rennes le Chateaux dove si vocifera sia o sia stato sepolto il graal, vi è la statua di una dea (forse Diana
?) con il capo sormontato da una torre e gli scrittori latini Strabone e Lucano, come viene spiegato in Sulle tracce del
graal di Bizzarri e Scurria (Mediterranee) parlano della regione di Rennes Le Chateaux come di una "[...] regione
'lunare' dove un tempio dedicato a Diana di innalzava sopra l'Oppidum Ra, che designa una torre".
In egiziano e in ebraico la parola "torre" viene scritta "MGDL" ovvero "Magdal" o "Migdal", da cui Magdalena, la donna
per eccellenza connessa al mito del graal. Karidven, la Dea Bianca e Grande Madre, regina incontrastata degli dei
nella tradizione celtica dal V al I millennio a.C., dea della fecondità, della terra, detentrice del calderone che dava
l'immortalità (in Bizzarri e Scurria il calderone della tradizione celtica è assimilato al graal) e definita da Apuleio
l'omologa di Venere, Diana, Proserpina e Iside, veniva chiamata dai celti anche Rhiannon, ovvero "regina coronata da
torre".


                                                             38
Karidven significa "porta divina" ed è raffigurata con una scala in testa. Il calderone associato a Karidven-Rhiannon è
fonte di inesauribile ricchezza ed eterna giovinezza ed è strettamente legato alla resurrezione del corpo che diventa
immortale.
Forse, questa torre-graal posta sul capo delle regine graaliane sta a indicare che il graal va cercato nel capo ?
Insomma potrebbe essere una indicazione di dove cercarlo? Tanto più che la produzione di melatonina da parte
dell'epifisi viene stimolata dalla serotonina, una sostanza secreta dalla sottostante ghiandola pituitaria, più nota come
ipofisi: quindi un'ulteriore indicazione di un processo chimico che si svolge nel nostro capo.
Nei Tarocchi, l'arcano chiamato La Torre rappresenta proprio una torre sormontata da una corona (ma le corone non
si mettono in testa ?), che viene colpita a metà della sua altezza da un fulmine e si spezza, mentre dal cielo piove
manna, ovvero l'alimento divino. L'immagine ricorda in modo raccapricciante quella dell'aereo che si schianta contro
la prima torre di Manhattan il 9 settembre 2001, divulgata dalla BBC ed entrata ormai nel nostro immaginario
collettivo: il fulmine che colpisce la torre dei tarocchi spezzandola è proprio alla stessa altezza del lampo di luce
provocato dall'aereo in collisione.
La carta seguente a La Torre è chiamata Le Stelle e, nella serie di Alesteir Crowley, Gran Maestro rosacrociano,
raffigura una donna con due coppe in mano. Potrebbe indicare che una donna scopre la seconda coppa, ovvero il
piccolo graal inserito nel nostro capo il cui doppio esterno ("come nel grande così nel piccolo") è sepolto in qualche
luogo in Europa ? Non è singolare che questa intuizione sul graal sia venuta a una donna (io) all'indomani della caduta
della torre, esattamente come sembrano descrivere i Tarocchi ?
La manna che scende dalla torre potrebbe indicare la divina Amrita contenuta nella ghiandola pineale ?
La Torre viene chiamata la Casa di Dio ed è collegata (come spiegato in Gardner, op.cit.) alla linea femminile di
discendenza del graal. Ma perché linea femminile ?

(6) Le cattedrali sono state costruite in punti particolarmente magnetici, lungo l'incrocio delle Leys Lines, le correnti
del campo magnetico terrestre (figg.23 e 24).




                                                         fig.23




                                                         fig.24

Anche nell’architettura vedica (vastu) le abitazioni ed i templi sono ubicati secondo le direzioni geografiche . Nei
templi viene collocato lo Sri Yantra o Meru-Chakra ,vedi fig.A15 a pag 34.

Le piante dell’Aquila e Gerusalemme sono simili ma orientate in modo diverso. Ponendo a confronto le mappe del
centro storico delle due città, si ottiene una sovrapposizione alquanto precisa, che vede corrispondere il Sud


                                                           39
dell’Aquila al Nord di Gerusalemme, vedi fig.25.




                                                          Fig.25

Guardando attentamente la pianta, notiamo altri rilevanti particolari: il fiume Cedron scorre nell’omonima valle, come
l’Aterno per L’Aquila; il monumento denominato Piscina di Siloe e localizzato esattamente come Fontana delle 99
Cannelle, ambedue adiacenti ad una porta muraria; verso nord c’è il monte del Tempio per L’Aquila
corrispondente a Collemaggio. Le due città sorgono entrambe su colline ad una altitudine di 721 metri s.l.m. per
L’Aquila e poco più (circa 740 m.) Gerusalemme.

Vi sono inoltre le piramidi . All'epoca della presunta costruzione i condotti sud e nord al suo interno puntavano
rispettivamente verso la cintura di Orione (fig.26) e verso Sirio quelli a sud, mentre quelli a nord verso la stella polare
e verso la testa dell'orsa minore.




                                                          fig.26

Bisogna notare ancora come le cattedrali Francesi dedicate a "Nostra Signora"(NOTRE_DAME), cioè alla Vergine , non
sono state costruite a caso ma secondo un progetto unitario ben preciso, tendente a ricreare in Terra un’immagine
speculare di ciò che sta in Cielo (fig.27). L’intero progetto delle cattedrali ripropone infatti il disegno della
costellazione della Virgo o Vergine Una dopo l'altra, sorsero le cattedrali di Evreux, di Rouen, di Reims, di Amiens, di
Bayeux, di Parigi, fino ad arrivare al trionfo della cattedrale di Chartres.




                                                          fig.27
                                                            40
(7)
(7a) Normalmente la frequenza di una voce condizionata dai vari stati d'animo ha l'estensione di un'ottava musicale.
Questa è l'ottava centrale di una serie di tre ottave di risonanza che possiamo trovare nel corpo umano: ottava
inferiore dagli alluci all'ombelico, ottava centrale dall'ombelico al centro della fronte (occhio spirituale) e ottava
superiore, dall'occhio spirituale alla sommità del capo. Nell'ottava centrale la tonica inferiore produce calma mentale e
fisica ed è localizzata in corrispondenza dell'ombelico. La tonica superiore porta serenità spirituale e richiama la
consapevolezza in corrispondenza dell'occhio spirituale, al centro della fronte, dove idealmente guardano gli occhi
incrociati verso l'alto. Tutte le altre emozioni si collocano tra questi due punti e la frequenza della voce cambia man
mano che la consapevolezza si muove da un punto all'altro del corpo. Ascendendo dalla tonica inferiore a quella
superiore, lungo lo spettro sonoro di un'ottava, si passerà attraverso 22 punti principali di energia emozionale,
chiamati Nadi, che corrispondono ad altrettanti punti nel corpo, e la consapevolezza si muoverà da un'emozione
all'altra.
Tutte le cose create, dai fenomeni più grossolani fino ai fenomeni più sottili, come il pensiero, sono in uno stato di
perpetuo movimento e tutto ciò che è in movimento emette delle vibrazioni, quindi dei suoni. Nell'essere umano la
voce è il canale attraverso il quale la coscienza si manifesta esteriormente; è l'anello di congiunzione fra la mente e le
emozioni di una persona a quelli di un'altra. Tutte le cose che vibrano sono sensibili tra di loro, quindi potremmo dire
che il suono è l'anello di congiunzione fra tutti i fenomeni.

(7b) Ognuno di noi, secondo Vemu Mukunda, vibra come uno strumento musicale risuonando in base ad una delle 12
possibilità della scala cromatica: le 7 note base più le altre 5 note alterate o diesis. Possono risuonare in un punto
qualsiasi delle tre ottave sonore in cui è diviso il corpo umano e cioè nell'ottava bassa, dall'alluce all'ombelico,
nell'ottava media, dall'ombelico alle sopracciglia (il terzo occhio) e infine nell'ottava alta, dal terzo occhio al centro del
capo (fontanelle). A ciascuna di esse corrisponde un tipo di personalità.

(8) Le quattro scoperte sulla coerenza neuropsichica

1) La prima scoperta è relativa all’esistenza di una correlazione tra la coerenza tra le onde elettroencefalografiche tra i
due emisferi e la salute psicosomatica. L’osservazione di più di un migliaio di pazienti evidenzia che le onde
elettroencefalografiche dei due emisferi possono essere più o meno coerenti in relazione al loro livello di integrità
psicofisica: alti valori sono correlati a stati di salute, bassi valori sono correlati a stati di depressione psicofisica. Il
valore di coerenza viene interpretato come indicatore generale della comunicazione e integrazione tra i due emisferi e
tra le differenti aree funzionali del cervello (tre cervelli). Il campo principale di applicazione di questa scoperta è in
medicina psicosomatica, come quantificazione globale dello stato di salute.

2) La seconda scoperta è quella degli "stati armonici ad altissima coerenza", caratteristici dei momenti di intensa
creatività, di profondo benessere e degli stati di meditazione. La coerenza media durante le sessioni di meditazione è
alta, tendente al 95-100%. La coerenza media di un gruppo di meditanti dopo una sessione di meditazione è
significativamente più elevata della loro media prima della sessione. Due ricerche del 1990 e 1991 hanno permesso di
scoprire che, in stati di meditazione, le onde cerebrali (oltre ad essere ad elevata coerenza) possono generare
un’unica onda armonica, con picchi regolari o a forma di onda sinusoidale, spesso stabile per decine di minuti, come
se tutte le differenti frequenze dei vari centri cerebrali diventassero coerenti e iniziassero a "suonare un’unica sinfonia
comune" indice di profondo benessere psicofisico. Questa seconda scoperta trova la sua principale applicazione
nell'ambito dello sviluppo del potenziale umano come quantificazione dello stato evolutivo individuale.

3) La terza scoperta è relativa alla "coerenza intercerebrale", ossia alla "sincronizzazione interpersonale". I cervelli di
coppie di persone vicine, che normalmente sono caratterizzati da onde completamente indipendenti e non coerenti,
possono sincronizzarsi tra loro anche a livelli molto alti. Questi dati sono stati da me rilevati e quantificati con una
serie di esperimenti su coppie svolti nel 1991 e 1992, analizzando i valori di coerenza tra i loro emisferi destri e
sinistri. La ricerca ha evidenziato un'inaspettata comunicazione tra persone vicine, con punte di sincronizzazione tra
cervelli superiori al 90%. Questa scoperta dimostra scientificamente una "comunicazione sottile" tra persone e
permette di quantificare fenomeni come l'affetto di coppia, l'empatia, il feeling e la telepatia.

4) La quarta scoperta, strettamente derivata dalle terza, è relativa alla "sincronizzazione collettiva", ossia all'esistenza
di un "campo di coerenza collettivo" tra persone in gruppo. Una serie di esperimenti, iniziati nel 1994, su gruppi di 12
persone, prima e durante una sessione di meditazione, hanno evidenziato un aumento della coerenza tra le onde EEG
dei cervelli di persone vicine durante la fase di meditazione, con valori che hanno superato il 60% con punte massime
che hanno raggiunto l'82%. E' la prima dimostrazione scientifica dell'esistenza di un "campo di coscienza collettiva".
Questi dati permettono di comprendere le basi scientifiche della "telepatia collettiva", della cooperazione o delle
difficoltà di relazione all’interno di gruppi di lavoro, classi scolastiche, società.

Ricerche scientifiche sulla meditazione a distanza con sincronizzazione elettroencefalografica collettiva: provata
scientificamente la sincronizzazione tra i cervelli di due gruppi di persone in meditazione a più di 200 Km.

Uno storico esperimento scientifico sulla sincronizzazione tra le onde elettroencefalografiche cerebrali di due gruppi di
meditatori a più di 200 chilometri di distanza è stato sviluppato e condotto dal Dott. Nitamo Montecucco dell’Istituto
Cyber Ricerche Olistiche del Villaggio Globale di Bagni di Lucca, in collaborazione con il Club di Budapest, e con il
supporto tecnico scientifico del Dr. William Giroldini e del Dr. Alessandro Marraccini.

L’esperimento - svolto in concomitanza con la Giornata della Meditazione/Preghiera Globale della Preghiera (World
Prayer and Meditation day) del 20 Maggio 2007, a cui hanno partecipato circa un milione di persone in 54 Paesi del
mondo - è stato condotto con due elettroencefalografi computerizzati “Brain Olotester 412” sincronizzati tra loro al
centesimo di secondo tramite dispositivi satellitari.
                                                             41
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Il messaggio dei Mandala: La natura geometrica del nostro Universo Olografico (di Piergiorgio Vinci)

  • 1. Il messaggio dei Mandala: La natura geometrica del nostro Universo Olografico 1
  • 2. Mandala/Yantra, Labirinti, Rosoni , Graal e vibrazione/suono . Si può, studiando il mandala , gli insegnamenti della antica cultura orientale e medio - orientale od i reperti archeologici percorrere un cammino che potrebbe portare a conoscere il messaggio nascosto nelle antiche chiese, specie quelle medioevali? Con l’auto di questo lavoro spero di dimostrare ciò. Avvertenze : - Alcuni commenti, evidenziati in corsivo sia nel seguente testo che nelle Note, sono stati ricavati da Internet e poiché gli stessi sono riportati e ripetuti in molti link non è stato possibile elencarli tutti. - Nell’elaborare il presente studio sono state fatte alcune verifiche mediante alcuni reperti archeologici. Tali verifiche sono esposte dopo la conclusione a pag 26 e prima delle Note ed i riferimenti alle figure riportate nelle Verifiche sono evidenziati in rosso . Vediamo innanzi tutto cosa è un mandala utilizzando le informazioni riportate su Internet e più precisamente su Wilkipedia . “Mandala (dal sanscrito maṇḍala letteralmente: «essenza» (maṇḍa) + «possedere» o «contenere» (la); tradotto anche come «cerchio-circonferenza» o «ciclo», entrambi i significati derivanti dal termine tibetano dkyil khor) è un termine simbolico associato alla cultura Veda ed in particolar modo alla raccolta di inni o libri chiamata Rig veda. La parola è utilizzata, anche, per indicare un diagramma circolare costituito, di base, dall'associazione di diverse figure, le più usate delle quali sono il punto, il triangolo, il cerchi il quadrato . Il disegno riveste un significato spirituale e rituale sia nel Buddismo che nell’Hinduismo. Il Mandala rappresenta, secondo i buddhisti, il processo mediante il quale il cosmo si è formato dal suo centro; attraverso un articolato simbolismo consente una sorta di viaggio iniziatico che permette di crescere interiormente. Il termine Mandala (lett. cerchio) si ritrova in varie culture, tra cui quella buddista, mentre il corrispettivo induista è lo Yantra (lett. strumento). Lo Yantra è simile al Mandala, tuttavia le due tecniche si differenziano per la complessità: lo Yantra è molto più schematico, limitandosi ad usare figure geometriche , mentre nel Mandala sono rappresentati anche - in maniera talvolta particolareggiata - luoghi, figure ed oggetti. In questo studio viene utilizzato uno Yantra particolare che si chiama Sri Yantra o Sri Chakra e che è rappresentato in forma stilizzata nella fig.1. fig.1 La parte che è all’interno dei petali dei fiori di loto si chiama diamante ed è questa che verrà presa in considerazione, vedi fig.2. 2
  • 3. fig.2 Il triangolo centrale si chiama Bindu o chakra Bindu (il c.d. ottavo chakra) si trova nel profondo del cervello. Secondo la tradizione tantrica (1) in questa parte del cervello c’è una piccola cavità la quale contiene una goccia di liquido. A proposito dello Sri Yantra il Saggio Ramana Maharshi dice: “Esso ha un profondo significato …... è un metodo per la concentrazione della mente……. La mente è abituata a muoversi esternamente. Deve essere controllata e portata all'interno.”, cioè verso il Bindu. Lo Sri Yantra si può disegnare utilizzando i valori numerici e misure assegnate ai pianeti conosciuti dagli antichi ….. e non solo. Nel 1700 il fisico tedesco Ernst Chladni ricopre il fondo della cassa armonica di un violino con uno strato di sabbia finissima; mettendo in vibrazione lo strumento (suonandolo) nota che la sabbia forma delle precise e regolari forme geometriche, di vario e diverso tipo in funzione delle frequenze prodotte. Nasce una nuova scienza, la Cimatica. Nel 1960 il fisico svizzero Hans Jenny riprende gli esperimenti di Chladni, grazie anche al progresso tecnologico, sperimentando e confermando quanto asserito dal fisico tedesco: il suono influenza la materia. Ponendo alternativamente sabbia, polvere, gesso, acqua e olio su un piatto metallico ed in seguito investendolo con onde sinusoidali, notò che le sostanze creavano figure geometriche regolari, e sempre le medesime alle stesse frequenze. FORMA-FREQUENZA è quindi il rapporto che sta alla base di tutto ciò che esiste? (vedere anche il capitolo relativo alla Vibrazione/suono ). In seguito Jenny utilizzò un’altra sostanza, una polvere sottilissima , il lycopodium, che investì con un’onda sonora vocale rappresentante il mantra OM. La figura che il lycopodium formò era incredibilmente simile a quella del mandala Sri Yantra, simbolo indiano del grande potere cosmico Tripura Sundari,,vedi fig.3. Che sia una coincidenza che questo simbolo per gli antichi rappresentasse proprio l’atto creativo associato al verbo, il suono della creazione? Altra particolare intuizione di Jenny fu scoprire che pronunciando alcune lettere degli alfabeti fenicio, ebraico e sanscrito, si disegnavano figure corrispondenti graficamente alle lettere pronunciate . fig.3 Il 10 agosto 1990 l’equipaggio di un aereo della Idao Air National Guard, sorvolando una zona desertica dell'Oregon, scoprì impresso nel letto arido di un lago l'immenso mandala Sri Yantra ,vedi fig.3°. Secondo l’equipaggio la realizzazione dello Sri Yantra doveva essere avvenuta in meno di 48 ore. Sembra che una persona ne abbia rivendicata la paternità ma ciò pare incredibile sia a causa del poco tempo a disposizione per la sua realizzazione che a causa della difficoltà costruttiva. Questo Sri Yantra, che è stato paragonato ad un crop circle, era immenso e consisteva di 13,3 miglia (22, 6 Km. ca.) di linee, 10 " (25 cm. ca.) di larghezza ed una profondità di 3 pollici ( 7,62 cm. ca .) Per maggiori informazioni visionare su Internet il video http://www.youtube.com/watch?v=1mr2G1_UYWY 3
  • 4. fig.3a Labirinti Nella cultura occidentale la stessa funzione dello Sri Yantra potrebbe essere attribuita ai Labirinti. Il più famoso è quello della chiesa di Chartres in Francia,,vedi fig.4. fig.4 Labirinto nel pavimento della Cattedrale di Chartres Un’altra chiesa ove è rappresentato un labirinto simile a quello di Chartes è l’abbazia trappista di Notre Dame de Saint Remy Rochefor in Vallonia, vedi fig.5. 4
  • 5. fig.5 I labirinti sono sempre stati rappresentati in molti siti. Di seguito sono riprodotti i labirinti che più si assomigliano a quello di Chartres, vedi fig.5a (il primo in alto a sinistra) . fig.5a ò Nel medioevo però i labirinti sono stati riprodotti in modo particolare in quella che viene chiamata la via francigena (Nota1) , vedi fig.6. 5
  • 6. fig.6 Fra questi ci sono due labirinti che si riferiscono a Teseo, uno nel Duomo di Lucca (fig.7) e l’altro nel mosaico pavimentale del presbiterio della Chiesa di S. Michele a Pavia (fig.8). fig.7 A destra del labirinto (fig.7) vi è una scritta in latino che dice: HIC QUEM / CRETICUS / EDIT DEDA - / LUS EST / LABERINT / HUS DEQ(U)- / O NULLU - / S VADER - / E QUIVIT / QUI FUIT / INTUS / NI THESE - / US GRAT - / IS ADRIAN - / E STAMI- / NE IUTUS così traducibile: “Questo è il labirinto costruito da Dedalo cretese dal quale nessuno che vi entrò poté uscire eccetto Teseo aiutato dal filo d’Arianna”. 6
  • 7. fig.8 Anche nella rappresentazione della Chiesa di S. Michele a Pavia(fig.8) vi è una scritta che dice: TESEUS INTRAVIT MONSTRUM (QUE) BIFORME NECAVIT. “ Teseo entrò e il mostro biforme ammazzò “. Ecco la scena del clipeo centrale: il Minotauro bicornuto, che ha ucciso un uomo, il quale ora giace a terra decapitato, ne tiene, appunto, la testa afferrandola per i capelli, mentre con l'altra mano impugna ancora la spada. Teseo gli arriva alle spalle e lo colpisce alla testa (sede del cervello). Pure nel labirinto di Chartres sarebbe stato rappresentato Teseo. Stando a quanto afferma Charles Challine, morto nel 1678, e altri, proprio al centro del labirinto c'era una placca di bronzo, rimossa e fusa nel 1702 durante le guerre napoleoniche. Secondo ciò che affermano gli esperti questa placca avrebbe rappresentato Teseo che combatteva contro il Minotauro ed alle spalle dei combattenti Arianna ( la dea-Luna o , ariagne “la purissima” ) con in mano il famoso gomitolo di filo. “La lotta tra Teseo e il Minotauro simboleggia la lotta tra bene e male: una lotta che si compie nella nostra anima, lungo il percorso che costituisce il labirinto della nostra vita.” “Una lotta che ha avuto inizio con il peccato originale di Adamo ed Eva, riprodotto in una vetrata posta nell'abside meridionale della cattedrale, proprio al di sopra del labirinto” Sul pavimento della cattedrale gotica di Chartres, in Francia, è disegnato il labirinto riprodotto qui sotto, fig.8a. La sua forma è circolare ed il diametro misura 12,87 m. Per andare dall'ingresso indicato con A, al punto di arrivo indicato con B bisogna percorrere 261,5 m. Questo labirinto può insegnare molte cose. C'é un ingresso e l’ obiettivo è arrivare al centro del labirinto. Ma poi bisogna saper tornare indietro, in questo mondo normale da cui si è partiti. Solo in questo mondo infatti, ciò che si è imparato può essere utile per sé e per gli altri. 7
  • 8. fig.8a Il centro del labirinto verrà raggiunto da colui che è iniziato, colui che, attraverso le prove, avrà dimostrato di essere degno di accedere alla rivelazione misteriosa. Da sempre il labirinto simboleggia un percorso interiore attraverso il quale lo spirito si può evolvere e innalzare ad un livello superiore. Il centro del labirinto, secondo Mircea Eliade, “rappresenterebbe la sacralità. Il cammino tortuoso per arrivarci assumerebbe quindi una funzione di protezione del sacro nei confronti dei profani, essendone riservato l’accesso ai soli iniziati: la difesa di un luogo sacro, di un tesoro molto prosaico (fatto di denaro o di beni materiali) o spirituale (immortalità, virtù, elevazione al divino, conoscenza di sé)”. Qui sotto (fig.8b) sono rappresentati i vari percorsi da fare per arrivare centro che equivale al bindu sopra descritto relativo allo Sri Yantra che pure esso simboleggia “un percorso interiore”. fig.8b 8
  • 9. Il labirinto ed il deambulatorio. Il deambulatorio, in modo similare al labirinto, permetteva ai pellegrini di fare un percorso che in questo caso consisteva nel girare attorno all'altare maggiore, dove si trovavano le reliquie del santo, e di pregare nelle cappelle laterali (cappelle radiali), senza disturbare le celebrazioni di culto che si svolgevano sull'altare principale. Tra gli esempi francesi si possono citare la chiesa di Saint-Sernin a Tolosa e la stessa Cattedrale di Santiago di Compostela. Il deambulatorio che corre attorno al coro dell'abbazia di Saint-Denis, presso Parigi, è uno degli esempi più rappresentativi di questo elemento architettonico che caratterizzerà l'epoca delle grandi cattedrali gotiche francesi e che in alcuni casi sarà addirittura doppio (cioè composto da due navate) come nella Cattedrale Notre-Dame de Coutances (in precedenza il deambulatorio era stato utilizzato in alcune basiliche paleocristiane di Roma). In Italia gli esempi sono rari e dovuti ad un influsso d'oltralpe; si distingue comunque l'Abbazia di Sant'Antimo che possiede un deambulatorio a cappelle radiali di chiara ispirazione francese. Il deambulatorio, ovvero il passaggio dietro il coro non è raro nell'architettura romanica ed era presente per lo più in chiese situate sulle vie di pellegrinaggio dell'epoca , vedi fig. 6 (Santiago di Compostela, Roma, Gerusalemme). Esso nacque dall'esigenza dei pellegrini di girare attorno al Martyrium, ovvero alla cripta sotto l'altare dove erano deposte le reliquie del Santo, e sostarvi in preghiera. Tale consuetudine affonda le sue radici nella cultura arcaica druidi. “L’antico rito consisteva nel girare attorno alla tomba od al luogo di morte di un eroe per proteggere l’area considerata dimora dell’Aldilà. Chiunque si segga sulle panche in pietra scolpite all’interno delle cappelle radiali di Sant Antimo, non potrà fare a meno di osservare il continuo e monotono percorso compiuto dai visitatori lungo il deambulatorio. Una ritualità che stranamente pare sia stata tramandata fino ai nostri giorni. Sappiamo che molto tempo dopo la morte delle stelle, i loro fotoni continuano ad esistere ed a viaggiare nel tempo e nello spazio. Potremmo ipotizzare che analogamente, il nostro sistema info-energetico si espanda nel tempo. Se così fosse, i luoghi sacri risulterebbero vibranti di energia di antica provenienza carica di informazioni, le quali sono accolte dai pellegrini per risonanza. Quasi come se il luogo di culto fosse non soltanto un ponte fra cielo e terra ma anche un Graal, un contenitore energetico, continuamente rifornito di energie umane”. Da recenti esperimenti sappiamo che le onde cerebrali dell’uomo possono essere soggette al fenomeno della risonanza tendendo a sintonizzarsi sulla stessa frequenza, ( o coerenza, vedi nota 8 e figg. 15,15a,b,c ) un po’ come succede per le onde sonore. Entrando in un luogo sacro il cervello entrerebbe in risonanza con il tempio stesso e le onde da esso emesse si abbasserebbero di frequenza(onde Delta). Acqua, forze telluriche, geometria sacra, intonazioni armoniche, fungerebbero da catalizzatori per l’abbassamento della frequenza delle onde cerebrali. Così facendo il cervello sarebbe eluso e l’individuo si libererebbe per un istante dalla dittatura dei sensi. Ma cosa può rappresentare il labirinto ? Probabilmente Michelangelo lo aveva capito quando ha realizzato nella Cappella Sistina il Giudizio Universale ma visto i tempi non lo ha esplicitamente detto. Teologi, storici, filosofi, artisti, leggono storie diverse nelle successioni degli elementi pittorici che costituiscono la volta della Cappella Sistina. Adesso anche alcuni medici vogliono dire la loro: il gruppo di angeli attornianti la figura di Dio (fig.9) crea una sagoma incredibilmente simile all'immagine di una sezione sagittale del cervello. Ma perché raffigurare un cervello? Si tratta di un messaggio per i posteri o di una falsa chiave di lettura? E' riconosciuto l'interesse di Michelangelo per l'anatomia ma a quella rappresentazione contribuiscono, con tutta probabilità, anche le concezioni neoplatoniche che proclamavano l'unità dell'Uomo con Dio, attraverso un'ascesi di cui un gradino è l'intelletto. 9
  • 10. fig.9 Osservando la volta della Cappella Sistina l'occhio del medico può cogliere nella "Creazione di Adamo" (una delle scene principali) insospettate somiglianze tra l'immagine del Padreterno che infonde lo spirito in Adamo, e l'immagine di un cervello umano. Nella "Creazione di Adamo", con enorme sorpresa, è stato infatti constatato che il gruppo di angeli attornianti la figura di Dio crea una sagoma incredibilmente simile all'immagine di una sezione sagittale del cervello. Il primo a rivelare tale somiglianza è stato il neurologo Frank Lynn Meshberger, del St. John's Medical Center in Anderson, Indiana (USA), pubblicando un suo articolo sulla prestigiosa rivista " Journal of American Medical Association " (1) in cui ha descritto minuziosamente le sorprendenti corrispondenze che esistono tra l'anatomia di un cervello umano e la rappresentazione Michelangiolesca. Sono ben visibili il contorno della volta del cervello, e della base; l'arco del braccio sinistro di Dio delinea il giro del cingolo, il panneggiamento verde alla base descrive il corso dell'arteria vertebrale; la schiena dell'angelo che sorregge Iddio corrisponde al ponte di Varolio, mentre le sue gambe si prolungano a costituire il midollo spinale. Perfino il dettaglio della struttura bilobata dell'ipofisi è riprodotto fedelmente nel piede apparentemente bifido di un angelo, a differenza degli ordinari piedi di Dio e degli altri cherubini, dotati delle consuete cinque dita; mentre la coscia dello stesso angelo si staglia in corrispondenza del chiasma ottico. L'osservazione del dott. Meshbergher ha aperto un'altra strada da percorrere nel tentativo di svelare i significati più profondi di carattere teologico e filosofico che si celano tra l'intreccio delle forme e dei colori della volta della cappella Sistina. Dunque la figura di Michelangelo rappresenterebbe la sezione sagittale (Nota 2) del cervello. 10
  • 11. Osservando il labirinto di Chartres sotto questa ottica par di ravvisare nel suo percorso le pliche (circonvoluzioni) e solchi (scissure) del cervello (Nota 3) , vedi fig.10. fig.10 Questo labirinto, originale del XII Secolo, simbolo del viaggio iniziatico nel proprio Essere che accoglie i fedeli all'ingresso della navata principale è lungo complessivamente 262 metri ed è del tipo lineare, nel senso che non ci si può perdere ma basta seguire il percorso per uscirne. Inoltre il labirinto pare diviso in due parti , corrispondenti alla parte destra e sinistra del cervello visto dall’alto , vedi fig.11 fig.11 L’immagine del labirinto di fig.10 non pare somigliare anche ai labirinti sopra riprodotti , oppure a quello che è raffigurato nei disegni rupestri della Valcamonica, vedi fig.12 o a quello riportato su Wikipedia ?, vedi fig.13. fig.12 11
  • 12. fig.13 Il labirinto ed il rosone di Chartres Il rosone centrale del portale meridionale è diviso in 72 parti. Il 72 è un numero sacro già agli Egizi (era il numero dei congiurati che uccisero Osiride); 72 anni è il tempo in cui il Sole percorre un grado sull'asse dell'Eclittica (per l'esattezza, è la Terra a spostarsi precessionalmente); il periodo in cui il Sole percorre precessionalmente un segno zodiacale è di 72x30, ossia 2160 anni; il periodo in cui il Sole equinoziale percorre tutti i 12 segni è di 2160x12, ossia 25960 anni. Questa cifra è importante perché indica uno dei movimenti essenziali della Terra, appunto il moto precessionale e anche a Giza ci sono molti riferimenti in tal senso. La mandorla del rosone occidentale, rappresentante la Vergine, ad Agosto è attraversata da un raggio di sole che va a proiettarsi sulla rosa posta al centro del labirinto che è in questa cattedrale, come nelle altre cattedrali francesi chiamate a rappresentare la costellazione della Vergine. Oggi il fenomeno si verifica verso il 20 del mese ma si è calcolato che in origine il tutto accadeva il 15 d’Agosto, il giorno dedicato alla Madonna. L’attuale scarto è dovuto al progredire del moto processionale dal Medioevo ad oggi. Il rosone di Chartres e quello di Collemaggio (L’aquila) Secondo Michele Proclamato anche nel rosone di Collemaggio è presente il numero 72 (24 braccia + 48 mezzibusti) Infatti egli dice”Numericamente le Braccia per i Mezzibusti erano in grado di darmi un riferimento numerico pari a: 2592 unità…….….I 25920 anni precessionali del nostro pianeta erano stati magnificamente riassunti in modo anche architettonico durante il medioevo e post isulla facciata centrale della creatura Celestiniana.” Inoltre giorno 21 /06 /2010 , Solstizio d’Estate, alle ore 18 (19 ora legale) l’immagine del Rosone viene proiettata sul pavimento della basilica ove sono stati disegnati i tre otto (figg.14 , 14 a e b ) di cui parla Michele Proclamato nei suoi documenti e conferenze . fig.14 12
  • 13. fig.14a fig.14b La fig.14b, sopra riprodotta, è stata realizzata con un software astronomico illustrante la vista del cielo per il giorno 21/06/2010, Solstizio d’Estate, ora solare 18 riferita alla località dell’Aquila. In questa figura si può notare quanto segue : 1) Il Sole è in Cancro, così come indicato correttamente nella figura fig.14a di Proclamato. 2) Il sole colpisce in tale data i tre otto. 3) Nella vista assonometrica, sulla sinistra in baso, si può vedere ove è posizionato il mosaico con i tre otto, in relazione al Sole nel Solstizio d’Estate. 4) In alto a sinistra è riprodottala planimetria della basilica di Collemaggio in relazione al metodo costruttivo delle chiese dell’epoca nelle quali venia usato il rapporto aureo (1,68 o PHI) che è presente anche nella grande piramide di Cheope. Sul pavimento è stato disegnato un circuito (fig.14 e 14a) che viene costantemente attivato dalle correnti energetiche della terra (Nota 4). Questo circuito avrebbe la stessa funzione di un labirinto. 13
  • 14. 5) In alto a destra è riprodotta la figura del rosone di Collemaggio nella quale ho inserito lo schema(in rosso) del labirinto di Chartres (fig.8a) e lo schema (in blu) dello Sri Yantra (fig.2). Vi sarebbero dei punti in comune con le braccia , i mezzi busti ed altri particolari del rosone , segno che questi sono stati costruiti seguendo le regole architettoniche degli antiche costruttori, in particolare quelli del periodo medioevale. Cosa succede quando si percorre le linee di un labirinto ? Nel classico labirinto vi è un movimento sinistra-destra e destra-sinistra. In questo modo le due parti del cervello sono stimolate ad operare in modo coerente . Il termine coerenza in fisica indica il livello di ordine di un sistema. La relazione tra un sistema e gli elementi che lo compongono e biunivoca, ma l'influenza di singoli elementi sul sistema è troppo debole per essere avvertita su ampia scala. Quando tuttavia, in un sistema disordinato il numero di elementi ordinati supera una soglia critica, il disordine viene spontaneamente neutralizzato e tutto il sistema diventa perfettamente coerente e ordinato. Il passaggio da uno stato disordinato a uno coerente provoca un salto di qualità nel sistema che comincia a esibire un funzionamento ideale. E’ questo salto di qualità che permette di sperimentare, per un tempo ragionevolmente lungo, lo stato di coscienza che si ottiene quando si raggiunge il centro del labirinto che equivale al bindu dello shri Yantra . A questo punto per capire meglio ciò che succede è necessario ricorrere agli studi eseguiti dagli scienziati sul comportamento della fisiologia umana durante l’acquisizione di particolari stati di coscienza quando il cervello opera in modo coerente. La coerenza delle onde cerebrali è una misura di quanto il cervello funziona in modo integrato ed efficiente. Diversi studi mostrano che la crescita della coerenza cerebrale è collegata a molti tipi di miglioramento: ad una maggiore fluidità nel parlare e maggiore capacità di apprendere nuovi concetti, ad un modo di pensare basato su principi morali, ad un quoziente di intelligenza più alto, alla riduzione delle nevrosi e a una maggiore efficienza neurologica, al miglioramento dei risultati scolastici e ad esperienze più chiare del proprio Sé. Di norma esistono nel cervello aree non sviluppate oppure non funzionanti a causa dello stress o di traumi particolari che per queste ragioni non sono in grado di espletare la propria funzione. La regolare esperienza del quarto stato di coscienza (trascendenza) attiva le aree inutilizzate del cervello e aumenta la coerenza delle onde cerebrali a tutte le frequenze. Nell’ immagine come da figg.15, 15a,b,c si può vedere il funzionamento del cervello prima della meditazione (MT) e durante la meditazione . Come si può osservare durante la meditazione le due parti del cervello sono coinvolte (coerenza cerebrale) . Il funzionamento del cervello durante la meditazione o durante il percorso nel labirinto, ovvero con la danza mistica dei Dervisci (vedi fig.16) sarebbe simile. fig.15 14
  • 15. , fig.15a Ordine nelle onde cerebrali mostrato da un elettroencefalogramma (EEG) (J.P. Banquet, Electroencephalography and Clinical Neurophysiology , n.33) Affascinanti, rigorosi e innovativi sono stati alcuni esperimenti sul cervello compiuti alcuni anni fa dal medico e ricercatore italiano Federico Nitamo Montecucco e dai suoi collaboratori. Con uno strumento chiamato "Brain Olotester", da lui inventato insieme a William Giroldini, è possibile monitorare simultaneamente le onde cerebrali beta, alpha, theta e delta ed è anche possibile verificare in modalità sincrona come si rapportano tra loro le attività degli emisferi destro e sinistro del cervello. Uno speciale software è in grado di analizzare il livello di coerenza emisferica. Dagli esperimenti risultò che nello stato di veglia le persone avevano un basso livello di coerenza, cioè i miliardi di neuroni producono onde elettromagnetiche non coerenti tra loro. Queste onde, dice Montecucco, si comportano un po' come dei musicisti che fanno le prove con i loro relativi strumenti mentre si cimentano su un brano del loro spartito. Questo genera una cacofonia diffusa, fino a che non entra il direttore d'orchestra che catalizza l'attenzione e inizia a sincronizzare i tempi e i ritmi dell'intera orchestra. Gli ordini del direttore trasformano la cacofonia in armonia. Il livello di coerenza raggiunto in stati particolari come quello di meditazione è simile a quello dell'opera del direttore d'orchestra. Ma Nitamo Montecucco si è voluto spingere oltre, cercando di verificare se questa coerenza e sincronizzazione si potesse raggiungere con più persone nello stesso momento. Uno storico esperimento scientifico sulla sincronizzazione tra le onde elettroencefalografiche cerebrali di due gruppi di meditatori a più di 200 chilometri di distanza fu infatti sviluppato e condotto dal Dott. Nitamo Montecucco dell'Istituto Cyber Ricerche Olistiche del Villaggio Globale di Bagni di Lucca, in collaborazione con il Club di Budapest, e con il supporto tecnico scientifico del Dr. William Giroldini e del Dr. Alessandro Marraccini. fig.15b 15
  • 16. fig.15c Meditazione, e percorso nel labirinto. Più sopra si è parlato del funzionamento del cervello durante la meditazione . Come detto precedentemente anche durante il percorso fino al centro del labirinto, che a Chartres è rappresentato da un fiore a 6 petali, si dovrebbe ottenere un’alta coerenza cerebrale. Nella tradizione orientale il fiore a 6 petali è rappresentato dal loto che corrisponde al Chakra Svadisthana che rappresenta la Luna. A questo Chakra tradizionalmente sono associate le seguenti caratteristiche : Poteri psichici, conoscenza intuitiva e distruzione delle caratteristiche impure. E’ possibile raggiungere il centro che rappresenta il vero SE’ in altri modi , compresa la danza dei sufi o dervisci ruotanti o mistici dell’Islam . Il temine dervisci, Darwīsh in lingua farsi significa letteralmente "cercatore di porte". In campo mistico il termine dervisci ha acquistato il significato di colui che cerca il passaggio, la soglia, l'entrata che porta da questo mondo materiale ad un paradisiaco mondo celestiale. Anche il sufi/derviscio nel suo percorso di danza rotante (fig.16) ripercorre l’immagine dell’enneagramma ( Nota 4 a) che pare essere una evoluzione dello Sri Yantra. La rotazione dei dervisci rappresenta il grande meccanismo celeste nel suo incessante movimento e le braccia aperte, una in direzione del cielo, e l’altra in direzione della terra, creano un ponte immaginario fra il divino (il cielo) e l’umano (la terra). Così girano tutti da destra a sinistra, in un’ampia vorticosa immagine dell’Essere . La confraternita sufi Mevlevi fu fondata a Konya (Turchia) da Jalâl âlDîn Rûmî nel XIII° secolo. fig.16 Ho inserito l’enneagramma (schema in blu in fig. 17) nella foto rosone di Collemaggio , che è un po’ deformata a causa dell’angolo di ripresa, ed anche in questo caso pare ci siano delle coincidenze costruttive, in particolare per il cerchio che contiene i 12 petali il quale è inscritto nel pentagono centrale dell’enneagramma stesso. 16
  • 17. Vi è un notevole parallelismo che unisce la ricerca di chi medita , di chi osserva lo Sri Yantra , di chi percorre il labirinto e del derviscio che danza : il raggiungimento di un elevato stato di coscienza che si può definire “trascendenza “. fig.17 Vibrazione e suono. Un altro modo di raggiungere la coerenza cerebrale è l’uso del suono/vibrazione. Anche in questo caso è necessario ricorrere alle culture orientali e medio - orientali tra le quali quella vedica (Gandharva veda e suono primordiale) e sufi (musicoterapia sufi). - Gandharva veda . “I testi vedici affermano che le melodie del Gandharva Veda, la musica classica dell'antica civiltà vedica composta dai Raga (formule melodiche) , sono le “melodie della natura”, l'intelligenza e i ritmi della natura espressi in forma musicale, e hanno pertanto una notevole efficacia terapeutica. La scienza moderna ha colto il principio dei suoni e delle melodie che è alla base dei fenomeni fisici e biologici. All'inizio degli anni ottanta studiando il DNA e l'evoluzione molecolare il dr. Susumu Ohno ha compiuto un'interessante scoperta notando che le sequenze dei nucleotidi del DNA che contengono il codice della vita formano configurazioni simili a quelle osservabili nella musica. Trasferendo le sequenze in spartiti musicali questo studioso rilevò che se ne ricavavano melodie simili quelle della musica classica barocca e romantica. Così come la terapia del Suono Primordiale anche i suoni del Gandharva Veda entrano in risonanza con i livelli materiali più sottili dell'organismo e riattivano il punto di congiunzione fra queste strutture e la sequenza della legge naturale che è alla loro base nella coscienza”. - Suono primordiale – Secondo l’astronomia /astrologia vedica ci sono 108 possibili suoni primordiali che si riferiscono al suono del cosmo in un determinato periodo (ora) del giorno, mese ed anno. Ad esempio nel Solstizio d’Estate del 21/6/ 2010 il suono primordiale è quello che si avrebbe pronunciando in modo corretto la parola sanscrita: In India il suono primordiale è ritenuto molto importante e viene utilizzato come un mantra ma anche per dare il nome a un neonato . In precedenza si è visto che la vibrazione relativa alla parola OM o AUM , in sanscrito , produce (vedi Cimatica, Nota ) un disegno riconducibile allo Sri Yantra. Vedi anche nota (7). - La Musicoterapia sufi praticata presso gli antichi popoli turchi . Essa è composta dai Maqam (equivalente ai raga vedici) che possono essere definiti come formule melodiche o la struttura portante in esecuzione. 17
  • 18. La Musicoterapia sufi studia gli effetti sugli organi del corpo, i rapporti temporali, le conseguenze terapeutiche psichiche e somatiche e le antiche possibili correlazioni con l'Astrologia. Alla nota 7b si parla delle tre ottave e questo argomento viene così trattato da Michele Proclamato a proposito dei 6 cerchi rappresentati nella fig.14a: Quei 6 CERCHI intimamente uniti non erano altro che TRE OTTO: TRE OTTAVE. Anche la chiesa di Chartes è stata edificata tenendo conto delle ottave e del numero aureo come si può vedere dalla figura sotto riprodotta . La PINEALE ...la ghiandola SACRA - Una ghiandola chiamata Graal . A)- Per arrivare a comprendere ciò che potrebbe essere svelato ad una persona nel labirinto, oppure nella meditazione e /o osservazione dello Sri Yantra , oppure nella danza dei dervisci occorre attingere a diverse culture , così come probabilmente hanno fatto i costruttori delle chiese nelle quali hanno inserito le loro conoscenze anche dal punto di vista architettonico. Durante le crociate sono stati assimilati molti elementi della cultura araba la quale a sua volta ha assimilato la cultura vedico/orientale, avendo dominato a lungo l’India. Gli indiani, a loro volta, sono stati in contatto con i popoli vicini esperti nel campo astronomico/astrologico, discipline che si basano su concetti matematici. Tutte queste conoscenze potrebbero insegnare , una volta raggiunto il centro o la centralità dell’Essere anche dal punto di vista fisico, ad ottenere una conoscenza superiore , conoscenza che è già in noi ma che non siamo più abituati a contattare. Tutte le culture parlano di questa conoscenza e talvolta queste hanno insegnato come ottenerla . La cultura portata in occidente dai crociati/templari è una di queste ma è criptica per cui è necessario, per comprenderla, rivolgersi ad altre culture alle quali i templari stessi hanno attinto. Per i crociati/templari questa conoscenza era rappresentata da un oggetto che , come dice Mircea Eliade, nel medioevo rappresentava: - un segnale della presenza di Dio e della sua potenza; - un elemento fondante del potere creativo primigenio; - un simbolo di regalità; - un ricettacolo di forza cosmica. Questo oggetto è stato chiamato Graal . Il Graal è un ben preciso organo, anzi una ghiandola: non un simbolo o un archetipo ma un corpuscolo vero, fatto di "materia". 1) Il Graal è un contenitore che porta in sé un liquido in grado di offrire dei “ doni” a chi lo beve. 18
  • 19. 2) Si tratta della ghiandola pineale, un corpuscolo grande come una lenticchia, a forma di cono (quindi ricorderebbe una minuscola coppa), situata alla base del nostro cervello. 3) La ghiandola pineale - o epifisi in gergo scientifico - produce, tra l'altro, la melatonina, un ormone prodigioso le cui caratteristiche sono state scoperte solo di recente ma che ricordano incredibilmente quelle del liquido contenuto nel Graal. 4) Chi “beve” le secrezioni contenenti melatonina dalla ghiandola pineale diventa "immortale" (effetto antinvecchiamento e rafforzamento del sistema immunitario) e ottiene "l'illuminazione" (aumento delle facoltà paranormali, dell'intuizione e altro). Il piccolo cono, dunque, come la coppa graaliana, elargisce questo succo miracoloso: ma come fare a berlo ? 5) La melatonina può essere assimilata alla Amrita, ovvero il Soma, come viene chiamata nel Vedismo 6) Nella tradizione graaliana vi sono due simboli che vengono considerati interscambiabili tra loro e "sinonimi" della sacra coppa: la torre e la scala. La Torre viene chiamata la Casa di Dio. 7) Per ulteriori informazioni sul Graal si rimanda alla Nota 5. Dal punto di vista letterario il Graal fa la sua comparsa con un trovatore provenzale attivo tra 1160 e 1190 di nome Chretién de Troyes, che, attorno al 1180, scrive un testo in ottonari in rima baciata dal titolo Conte del Graal. Il Bindu e la Pineale. Il Saggio Ramana Maharshi parlando dello Sri Yantra dice : “Esso ha un profondo significato. Vi sono quarantatre angoli con sopra le sacre sillabe. La sua contemplazione è un metodo per la concentrazione della mente. Deve essere controllata e portata all'interno. La sua abitudine è di dimorare in nomi e forme, perché tutti gli oggetti esterni possiedono nomi e forme. Tali nomi e forme sono resi simbolici dalle concezioni mentali in modo da stornare la mente dagli oggetti esterni e farla rimanere in se stessa. essere controllata e portata all'interno” Da altre fonti si ha inoltre la seguente informazione relativamente al centro dello Sri Yantra o bindu nel quale avviene la concentrazione tramite la contemplazione di esso : Il centro Bindu è la parte del cervello (fig.18) dove il Conscio costituisce le Vibrazioni che, tramite il sistema nervoso simpatico e il parasimpatico, si trasmettono verso ogni cellula, legandosi al DNA. L’Energia Bindu rappresenta le Vibrazioni condensate che si costituiscono in ogni cellula ma con maggior facilità nella zona del cervello – dall’ipotalamo verso l’apice della nuca, da dove si indirizzano verso la direzione desiderata. Attivando il Bindu si consegue la possibilità di poter consapevolmente provocare e utilizzare: – le Vibrazioni (che abbiamo definito nettare Bindu). – l’Energia (che abbiamo definito Energia Bindu), le quali si esprimono come principi vitali. Perciò è necessario che il Conscio riconosca, con l’aiuto della mente, il centro Bindu oppure il chakra Bindu. Per quel che riguarda l’efficacia del loro utilizzo, questa dipenderà dal grado di maturità del singolo Conscio. Così come i chakra, anche il Bindu non è un fenomeno materiale, bensì un fenomeno vibratorio – energetico. Bindu significa goccia (oppure seme) e di solito si raffigura con una goccia bianca che simboleggia il nettare. Il suo simbolo tradizionale è la Luna giovane, perché la Luna influisce sul Bindu, il quale stimola le ghiandole endocrine ed è reputato la fonte del nettare ma se non è usato in modo corretto anche fonte di veleno. Il Bindu rappresenta l’essenza del cosmo. Così affermano i testi tantrici. fig.18 19
  • 20. Considerazioni relative alle a quanto sopra detto - La ghiandola pineale che è l’equivalente del Bindu è situata nel cervello come indicato nella fig.19 (vedi punto in rosso ). fig.19 - Il Soma o Amrita o Ambrosia, il nettare degli dei, è anche sinonimo della Luna e quindi anche di Arianna che era rappresentata, secondo alcuni testimoni, nella placca in bronzo che era al centro del labirinto di Chartres come è pure rappresentata nella Chiesa di S. Michele a Pavia. - Nella basilica di Collemaggio vi è una immagine su una mattonella (fig.20) nella quale sono raffigurate una torre e la Luna. In egiziano e in ebraico la parola "torre" viene scritta "MGDL" ovvero "Magdal" o "Migdal", da cui Magdalena, la donna per eccellenza connessa al mito del Graal. La Luna altre che sinonimo del Soma(Amrita) è anche raffigurata col simbolo della mezzaluna nell’Islam. fig.20 20
  • 21. Percorrere un labirinto, meditare , osservare in modo corretto lo Sri Yantra, danzare come fanno i dervisci od usare altre tecniche induce l’operatore ad ottenere un particolare stato di coscienza , vedi cartografia degli stati di coscienza di Fisher (fig.21) . Questo stato di coscienza (Self o Essere) si raggiunge attraverso il Samadhi, l’ Estasi mistica, od altri metodi che sono presenti in molte culture. fig.21 Spiegazione della MAPPA DEGLI STATI DI COSCIENZA SECONDO FISHER “Il simbolo di infinito che riunisce tra loro;estasi e il samadhi (stato terminale dello yoga) simboleggia la possibilità di passaggio dall’ uno all’ altro stato senza dover passare per le tappe dei continuum ergo trofico (energia) e trofotrofico (materia). I numeri da 35 a 7 sono coefficienti di variabilità dell’ elettroencefalogramma secondo Goldstein e indicano che l’aumento di attivazione ergotrofica si accompagna ad una netta diminuzione della variabilità EEG. I numeri da 26 a 4 sul continuum trofotrofico esprimono le frequenze in Hertz che predominano negli stati beta, alfa e theta “ Ma quali sono i “doni “ che si ottengono (vedi voce 1 a pag 18) Anche in questo caso è necessario ricorrere ad altre culture di carattere iniziatico. Di seguito viene utilizzata la cultura orientale ed in particolare quella relativa allo Yoga e più precisamente al Raja Yoga (Yoga regale) per dare una risposta . Secondo questa tecnica quando si raggiunge il samadhi, che equivale al centro del labirinto se percorso nel modo corretto, vengono attivate le potenzialità che ognuno ha ma che sono nascoste entro noi. E’ proprio il passaggio dall’interno all’esterno e viceversa, rispetto al centro (SE’), che provoca la capacità di ottener i “doni” che sono chiamati “Siddhi” o “perfezioni” ma che vengono tradotti dagli occidentali , in modo errato, come “poteri”. Queste “perfezioni” sono innumerevoli e vengono attivate tramite i sutra o forme pensiero In questo modo l’uomo, al solito vittima dei propri desideri e della propria natura inferiore, può diventare vittorioso e trionfare sul mondo, e tutto ciò si produce quando il cervello diviene consapevole del proprio Sé, della propria Anima liberata da tutti gli oggetti di desiderio, da tutti i veli e da tutte le forme. E lo scopo è raggiunto quando lo stato di essere cosciente dell’uomo spirituale non è più vittima del mondo fenomenico ma procede libero e splendente, non più soggiogato dalle emozioni o dagli umori, bensì distaccato e in perfetto equilibrio fra gli opposti Come si è detto in precedenza questa tecnica, che trova un riscontro in altre culture, riveste un carattere iniziatico e che dà origine al mistero che alcune opere d’arte sembrano nascondere . Visto che si è parlato della Luna viene qui riportato il “dono”che si ottiene quando si utilizza la relativa forma pensiero . “Cabdre tara-vyuha-jnanam” - “Dal samyama sulla Luna viene la conoscenza della disposizione delle stelle”. 21
  • 22. Dunque si parla di conoscenza Gli altri sutra, che sono collegati ad immagini/simboli, presenti anche nelle antiche chiese ed altri edifici costruiti nel mondo con opportuni orientamenti geografici e/o ubicazioni in zone con particolari caratteristiche geomagnetiche ( vedi nota 6) , servono per ricollegare tramite la conoscenza l’uomo al suo creatore (lo Jana Yoga, la via della conoscenza, per gli orientali) . Ed è forse proprio questo che i crociati/templari, insieme agli antichi costruttori di vari edifici costruiti in tutto il mondo, volevano insegnare o tramandare a noi, inserendo nella architettura (ma anche nella filosofia, poesia , pittura musica, ecc) le loro conoscenze come la matematica, l’astronomia/astrologia ed i segreti delle culture di quel tempo che per tradizione venivano insegnate per via iniziatica. Conclusione In questi ultimi decenni molti scienziati , specialmente i fisici, pensano che il cervello /mente operino al livello della meccanica quantistica. A questo proposito il fisico Fabrizio Coppola dice :”Il funzionamento della natura a livello atomico e sub-atomico è governato dalle leggi della cosiddetta "meccanica quantistica", una teoria fisica sviluppata agli inizi del secolo ventesimo, che risulta molto valida e precisa ma che presenta risvolti molto strani o perfino paradossali. Al livello della fisica sub-atomica esistono solo campi di energia, che vibrano o si propagano per onde (come la luce): l'aspetto "solido" della materia è solo un risultato grossolano dovuto al gioco delle forze sub-atomiche, le quali derivano da un unico campo fondamentale che Einstein definì "campo unificato". In pratica, l'universo che sembrava intrinsecamente materiale ha rivelato che la sua essenza fondamentale è pura energia immateriale. La nozione classica di "materia" è valida dal familiare livello degli oggetti visibili fino al livello molecolare ed atomico (stadio chimico), ma ai livelli sub-atomici decade. Normalmente si dice che all'interno degli atomi vi sono delle particelle in movimento (gli elettroni ed i nucleoni); in realtà tali presunte "particelle" consistono di campi oscillanti, ovvero di strutture immateriali recanti "informazione": a questi livelli la realtà naturale rivela la sua intrinseca”. Uno scienziato è riuscito a realizzare la levitazione acustica come meglio sotto specificato:“Un team di ricercatori della Northwestern Polytechnical University di Xi'an, in Cina, hanno utilizzato ultrasuoni per sollevare piccole sferette di iridio, mercurio e altri materiali solidi e liquidi , vedi fig.22. . fig.22 Il successo della sperimentazione è da attribuire, non alla forza bruta, ma alla geometria. I ricercatori infatti hanno posto un emettitore piatto sopra una cavità curva che agisce come un riflettore. In questo stato si è generato un rimbalzo delle onde sonore che si sono conseguentemente rafforzate e hanno così creato un forte cuscino sonico”. Ed ecco che la geometria viene ancora messa in causa . Anticamente gli edifici , comprese le Chiese gotiche, erano realizzati secondo principi della geometria ”Sacra” ove il suono aveva una grande importanza. Il suono o le vibrazioni, come è stato visto in precedenza, può creare dei disegni , sollevare degli oggetti e attraverso i suoni chiamati mantra modificare , insieme ad altri mezzi (danza, musica, percorso dei labirinti , ecc.), lo stato di coerenza delle due parti del cervello. Ciò farebbe si che il cervello stesso , che notoriamente lavorerebbe al massimo al 20% delle sue potenzialità, potrebbe attivare l’ 80% non utilizzato. Secondo il Prof. David Bohm, noto fisico dell’Università di Londra, l’universo ed il cervello hanno una natura olografica. Questa caratteristica è stata definita “Universo olografico” . 22
  • 23. Da alcuni anni gli scienziati sono alle prese con il “paradigma olografico“ in quanto sono possibili stupefacenti scoperte nel campo della fisica che potrebbero sconvolgere completamente le nostre convinzioni sulla natura dell’universo e della vita stessa, aprendo un ventaglio di possibilità mai ipotizzate prima d’ora. Per capire come mai Bohm abbia fatto questa sbalorditiva affermazione, dobbiamo prima comprendere la natura degli ologrammi. Un ologramma è una fotografia tridimensionale prodotta con l’aiuto di un laser: per creare un ologramma l’oggetto da fotografare viene prima immerso nella luce di un raggio laser, poi un secondo raggio laser viene fatto rimbalzare sulla luce riflessa del primo e lo schema risultante dalla zona di interferenza dove i due raggi si incontrano viene impresso sulla pellicola fotografica. Quando la pellicola viene sviluppata risulta visibile solo un intrico di linee chiare e scure ma, illuminata da un altro raggio laser, ecco apparire il soggetto originale. La tridimensionalità di tali immagini non è l’unica caratteristica interessante degli ologrammi, difatti se l’ologramma di una rosa viene tagliato a metà e poi illuminato da un laser, si scoprirà che ciascuna metà contiene ancora l’intera immagine della rosa. Anche continuando a dividere le due metà, vedremo che ogni minuscolo frammento di pellicola conterrà sempre una versione più piccola, ma intatta, della stessa immagine. Diversamente dalle normali fotografie, ogni parte di un ologramma contiene tutte le informazioni possedute dall’ologramma integro. Questa caratteristica degli ologrammi ci fornisce una maniera totalmente nuova di comprendere i concetti di organizzazione e di ordine. La mente sarebbe parte di un continuum, di un labirinto collegato non solo ad ogni altra mente esistente o esistita, ma anche ad ogni atomo, organismo o zona nella vastità dello spazio, ed al tempo stesso, il fatto che essa sia capace di fare delle incursioni in questo labirinto e di farci sperimentare delle esperienze extracorporee, non sembra più così strano. È stato calcolato che il cervello della nostra specie ha la capacità di immagazzinare circa 10 miliardi di informazioni, durante la durata media di vita (approssimativamente l’equivalente di cinque edizioni dell’Enciclopedia Treccani!) e si è scoperto che anche gli ologrammi possiedono una sorprendente capacità di memorizzazione, infatti semplicemente cambiando l’angolazione con cui due raggi laser colpiscono una pellicola fotografica, si possono accumulare miliardi di informazioni in un solo centimetro cubico di spazio.... ma anche di correlare idee e decodificare frequenze di ogni tipo. Anche la nostra stupefacente capacità di recuperare velocemente una qualsivoglia informazione dall’enorme magazzino del nostro cervello risulta spiegabile più facilmente, se si suppone che esso funzioni secondo principi olografici. Non è necessario scartabellare attraverso una specie di gigantesco archivio alfabetico cerebrale perché ogni frammento di informazione sembra essere sempre istantaneamente correlato a tutti gli altri: un’altra particolarità tipica degli ologrammi. Si tratta forse del supremo esempio in natura di un sistema a correlazione incrociata. Un’altra caratteristica del cervello sarebbe la sua abilità nel tradurre la valanga di frequenze luminose, sonore, ecc. che esso riceve tramite i sensi, nel mondo concreto delle nostre percezioni. Codificare e decodificare frequenze è esattamente quello che un ologramma sa fare meglio. Così come un ologramma funge, per così dire, da strumento di traduzione capace di convertire un ammasso di frequenze prive di significato in una immagine coerente, così il cervello usa i principi olografici per convertire matematicamente le frequenze ricevute in percezioni interiori. I numerosi simboli presenti nelle antiche chiese sarebbero degli ologrammi che diventano comprensibili se illuminati da una luce coerente, il laser . Il cervello, in stato di alta coerenza, funzionerebbe come un laser permettendoci di capire ciò che il simbolo nasconde, così come una lastra fotografica che rappresenta un ologramma incomprensibile, se attraversata da una luce coerente ci mostra tridimensionalmente un oggetto . 23
  • 24. Immagine tridimensionale riprodotta nell’aria Le caratteristiche principali di un ologramma sono: * Una lastra olografica conserva il contenuto informativo in ogni sua parte, di conseguenza spezzando in più parti la lastra è possibile ottenere la stessa immagine tridimensionale con una diminuzione del campo di vista. * È possibile memorizzare sulla stessa lastra olografica più ologrammi orientando diversamente il raggio laser di riferimento. Gli ologrammi, essendo difficili da contraffare, sono ampiamente utilizzati (direttamente stampati o inseriti all'interno dell'oggetto o applicati come bollino adesivo), come sistema 24
  • 25. antifalsificazione, nella produzione di banconote (lamina olografica o stripe), carte di identità, passaporti, carte di credito, supporti digitali (cd-rom, dvd, videocassette), marche da bollo. Il discorso sull’ologramma porta necessariamente alla teoria dei frattali. Un frattale è un oggetto geometrico che si ripete nella sua struttura allo stesso modo su scale diverse, ovvero che non cambia aspetto anche se visto con una lente di ingrandimento. Questa capacità si evidenzia nel principio dell’ologramma e nella teoria dei frattali in cui anche la minima parte in cui si può smembrare l’intero, conserva tutti i caratteri dell’intero e da questa si può risalire all’intero sistema. Anche nella tradizione occidentale come in quella orientale (dove prende il nome sanscrito mandala) il cerchio è un simbolo potente. Forma geometrica perfetta, senza inizio né fine, senza direzione alcuna, ben raffigura il centro del Tutto. Simbolo dell'eterno presente e dell'universo intero, nell'iconografia cristiana rimanda a Dio e alla Creazione, alle sfere celesti e alla santità (l'aureola). Nell'architettura religiosa, soprattutto romana e gotica e nell'arte decorativa il cerchio diventa rosone: finestra tonda posta sopra la navata centrale delle chiese, racchiude vetrate con immagini sacre, personaggi e storie della Bibbia, simboli religiosi. I Mandala rappresentano il simbolismo magico dell’Universo, nella costruzione entro “il cerchio eterno” della ruota della vita. Diffuso nella maggior parte delle religioni, riconducono l’uomo al Creatore, al Divino: Greci, Egizi, Navaho e i monaci buddisti tibetani hanno costruito Mandala, che rappresentano l’illusione della vita terrena e, in alcuni casi, la filosofia karmica. Anche il cristianesimo ha contribuito ad inserire magnifici Mandala nelle finestre di vetro e nei rosoni delle chiese e cattedrali (la più famosa è il Rosone Nord della cattedrale di Chartres in Francia). Con splendidi mosaici sono decorate anche le moschee mussulmane. Il Mandala, quale conoscenza dell’uomo nella sua universalità, è apparso continuamente nelle sue costruzioni, rituali e forme d’arte. La reintroduzione del concetto di Mandala nel contesto culturale dei popoli occidentali, riscoperta attraverso Carl G. Jung, lo individuò come simbolo fondamentale della tradizione alchemica dell’Occidente, ponendolo come forma d’arte integrativa con valore terapeutico, nel processo di individuazione dei suoi pazienti. In linea di principio il mandala ha una struttura tendenzialmente frattale. Così come la matematica frattale giunge a rappresentazioni grafiche dell’ordine che nasce dal disordine, i mandala sono rappresentazioni umane dell’ordine che emerge dal profondo durante la meditazione: il Sé è al centro, il cerchio; le figure quaternarie che lo accompagnano sono le diramazioni, gli alberi frattali. Vi è dunque una correlazione fra il rosone di una chiesa, un mandala , un frattale , un ologramma e la musica in quanto anche con la matematica frattale è possibile creare la musica Di seguito vengono riportate due figure. -La prima è quella del rosone della cattedrale di Chartres. -La seconda è relativa ad un mio mandala realizzato secondo le equazioni della matematica frattale e nel quale ho inserito, secondo la simbologia orientale, lo Yantra ed i Budda . 25
  • 26. Gli antichi costruttori degli edifici , chiese comprese, avrebbero utilizzato l’unico linguaggio che possedevano, linguaggio che ai giorni d’oggi potrebbe essere definito misterioso . Con questo linguaggio, “scritto” nelle pietre o nei siti con particolari caratteristiche geomagnetiche, volevano probabilmente tramandarci le loro conoscenze. Forse la scienza, in un prossimo futuro, ci spiegherà come le parole come mistero , magia, alchimia o paranormalità non verranno più usate per definire “quei risvolti molto strani o perfino paradossali della meccanica quantistica “ che è alla base del funzionamento della materia , noi compresi . Verifiche Vi sono due reperti archeologici interessanti che sono stati presi in considerazione per le verifiche circa quanto esposto in questo studio. Il primo reperto e’ stato ritrovato dall’archeologo inglese T.G.Pinches nella zona di Ninive che era la capitale del regno assiro dal re Sennacherib (704- 681 a.C.). Il sito di Ninive è collocato a 410 Km a Nord dalla attuale Bagdad sulla riva est del Tigri con le coordinate geografiche 36°22’0’’N- 43°07’0’’E (fig.A1 ). fig.A1 Nel 1900 T.G. Pinches dichiarò alla Royal Asiatic Society di essere riuscito a ricostruire un completo astrolabio (letteralmente "catturatore di stelle") mesopotamico realizzato in argilla . Nell'insieme il disegno appariva come una rosetta a dodici "foglie", ciascuna delle quali recava scritto il nome di un mese. 26
  • 27. Per comodità Pinches li contrassegnò con dei numeri da I a XII, a cominciare da Nisannu, il primo mese del calendario mesopotamico (fig. A2 ). Il disco si presentava suddiviso in” dodici” sezioni a loro volta contraddistinte da “tre”zone concentriche che suddividevano il tutto in "36" parti, spiccavano al centro del disco “dodici”piccole sfere, cornice di una sfera più grande considerata matrice di tutte le suddivisioni. Ognuna delle 36 parti conteneva anche un altro nome, con un piccolo cerchiolino posto sotto di esso, a indicare che si trattava del nome di un corpo celeste. Da allora quei nomi sono stati trovati in molti testi ed "elenchi di stelle" e senza dubbio rappresentano il nome di costellazioni, stelle o pianeti. Sotto il nome del corpo celeste, infine, in ognuna delle 36 parti compariva anche un numero. Nell'anello più interno, tali numeri sono compresi tra 30 e 60; in quello centrale, tra 60 (scritto come "1") e 120 ("2", ovvero, nel sistema sessagesimale). Secondo gli esperti inglesi tale astrolabio rappresentava costellazioni, pianeti e mesi del mondo Sumero a testimoniare il loro raffinato patrimonio di conoscenze astronomiche. fig. A2 Vi è da segnalare che Michele Proclamato ha fatto il seguente collegamento fra il piatto o astrolabio di Pinches ed il rosone della basilica di Collemaggio. “A differenza del Labirinto l’immagine del rosone mi suggeriva qualcosa di già visto, per la prima volta alla presuntuosa sensazione di sapere si sposava la certezza logica del conoscere, infatti fra le tante letture piuttosto alternative, fatte in modo caotico ma continuo, ricordavo distintamente un testo dedicato alla Mesopotamia dove gli scavi archeologici, avvenuti nei primi decenni del secolo scorso, portarono alla luce un esempio sfacciato di Oopart, in pratica un oggetto che non doveva esistere.” E’ sulla base di questa intuizione che poggia questa prima verifica che consiste nel sovrapporre la riproduzione grafica del piatto di Pinches sul Rosone della Basilica di Collemaggio , vedi fig. A3. 27
  • 28. fig. A3 Sebbene la foto del rosone risulti un po’ deformata dall’angolo di ripresa si può notare che i piccoli cerchiolini indicanti i nomi dei corpi celesti sono contenuti nella circonferenza relativa alla parte del rosone contenente i 24 bracci che a loro volta si suddividono fino a toccare la circonferenza stessa . I cerchiolini più interni sono invece contenuti nella circonferenza relativa alla parte del rosone contenente i 12 bracci che a loro volta si suddividono fino a toccare la circonferenza stessa. I 12 “cerchio lini” centrali delimitano invece la circonferenza che contiene il fiore a 8 petali, vedi fig.A4 fig.A4 La distanza dei “cerchiolini” dalla circonferenza esterna che delimita il rosone dalla facciata fa ricordare la sequenza di Fibonacci ed allora per averne una possibile conferma viene sovrapposta la spirale di Fibonacci (in rosso) sulla fig.A3 ottenendo così la fig.A5 28
  • 29. fig.A5 Tenendo conto della deformazione fotografica dovuta all’angolo di ripresa si può notare come vi siano dei punti che coincidono con la spirale e lo schema della sua realizzazione . Vi è da notare inoltre che la figura del rosone viene proiettata dal sole sul pavimento della basilica di Collemaggio e questa figura ha un andamento a spirale come meglio illustrato nella fig.A6 fig.A6 Occorre ora fare la verifica circa lo Sri Yantra che viene quindi sovrapposto alla fig.A5 ottenendo così la fig.A7. fig.A7 29
  • 30. Anche in questo caso è possibile vedere che ci sono dei “cerchiolini” che corrispondono alle linee in rosso dello Sri Yantra, naturalmente tenendo sempre conto della deformazione fotografica dovuta all’angolo di ripresa del rosone. Poiché si è parlato della labirinto di Chartres si procede ora ad una ulteriore verifica sovrapponendo tale labirinto alla fig.A5, ottenendo la fig.A8 fig.A8 Appare evidente come i “cerchiolini” corrispondano con le linee in rosso del labirinto e con il fiore centrale in verde del labirinto stesso. Poiché si è parlato anche dell’ Enneagramma questo stesso viene ora sovrapposto alla fig.A3, ottenendo così la fig.A9 fig.A9 Il pentagono interno dell’Enneagramma circoscrive il cerchio formato dai “cerchiolini” che determinano il cerchio stesso ed inoltre tale cerchio è inscritto nel triangolo centrale dell’Enneagramma . 30
  • 31. Il secondo reperto sarebbe stato realizzato usando le conoscenze astronomiche relative alla stessa area di provenienza del piatto del Pinches . Infatti il piatto di Pinches è stato ritrovato presso Ninive a qualche centinaio di Km dall’attuale Bagdad mentre il secondo reperto, pur essendo stato ritrovato in una necropoli a Chiavari (Ge) , ritrarrebbe il cielo osservabile sempre vicino a Bagdad. Questo oggetto si riferisce ad una placca che si sarebbe potuta prestare ad essere usata come strumento astrologico-astronomico e corrisponde in linea di massima alla descrizione dello “gnomon” nel Mul-Apin, un manuale babilonese di astronomia. Per la ricostruzione della placca ci si è riferiti a quella originale rappresentata (in parte) nella fig.A10 fig.A10 Ingrandendo le fotografie della placca si vede lo “zodiaco”; si vedono in giusta reciproca posizione lo Scorpione, il Sagittario e si intravedono la Vergine ed il Toro, oltre alla Luna, Venere, Mercurio, il Sole, Marte, Giove Belo e costellazioni come l’Idra. Tale placca pur essendo spezzata in più parti (le cui foto non sono state qui riprodotte) è stata ricostruita graficamente , vedi fig.A11. fig.A11. Si è scoperto che tale ricostruzione si sovrapponeva quasi esattamente al disegno riportato sulla copertina di un “Manuale di astrologia oraria”( vedi fig.A12), ovvero al un disegno del XVI secolo, conservato ad Istanbul, indicato come la “mappa dell’universo” ( che sembrerebbe essere astrologicamente il tema natale della fondazione di Bagdad). Ingrandendo le fotografie della placca si vede lo “zodiaco”; si vedono in giusta reciproca posizione lo Scorpione, il Sagittario e si intravedono la Vergine ed il Toro, oltre alla Luna, Venere, Mercurio, il Sole, Marte, Giove Belo e costellazioni come l’Idra. 31
  • 32. fig.A12 Un orafo molto coscienzioso, in particolare per i dettagli , ha realizzato la placca in argento, vedi fig. A13. fig. A13 Notizie sul reperto di Chiavari La necropoli chiavarese, specie nella sua parte più ricca ed antica, è costituita in gran parte da tombe femminili, con un rapporto del 78% di donne e del 22 % di uomini. Una placca perlata , di bronzo o d’argento, è stata ritrovata in quasi tutte le tombe femminili più ricche. Si pensava che queste placche avessero funzioni ornamentali, invece in una ricerca, tuttora in corso, si è notato che potrebbero essere state usate come strumenti astronomici ed astrologici e potrebbero riportare anche l’oroscopo con il tema natale della defunta. Rappresentando una sorta di foto o di DNA della persona ed un suo strumento di lavoro, era logico che la placca seguisse la defunta sulla pira e nella tomba. In questa ricerca su chi fossero, che religione e che cultura avessero, dove vivessero gli antichi abitatori della laguna che si estendeva nella piana del Rupinaro, è emersa una serie numerosa di “ curiose coincidenze” che suggerivano, sulla base di valutazioni storiche e culturali, la presenza di un centro mantico di cultura caldaica. Avrebbe potuto, fra l’altro, essere usata: 1- come calendario, per identificare il mese ed il giorno del mese, anche alla latitudine di Chiavari. 2- come meridiana, per avere l’ora con l’ombra del sole e come orologio notturno per trovare l’ora con l’ombra della luna. 3- per rilevare la posizione degli astri nello zodiaco per fare l’oroscopo e per fare previsioni astrologiche, sostituendo, in sostanza, le odierne “effemeridi. 4- per determinare la linea equinoziale, la latitudine e l’altezza degli astri sull’orizzonte. Questo gioiello si può anche considerare un ”astrolabio” in versione femminile, che, a prescindere da ogni considerazione astrologica, è un’incredibile strumento scientifico, che a quei tempi poteva sembrare perfino magico. Come calendario naturale ed orologio perpetuo le dava le indicazioni necessarie per le attività agricole. Poteva leggere l’ora di giorno con l’ombra del sole e di notte con l’ombra della luna, il giorno del mese lunare, i giorni legati alla levata eliaca 32
  • 33. di alcune costellazioni, la decade del periodo zodiacale, il periodo zodiacale, l’anno del ciclo lunare di 18.6 anni ed il ciclo lunare nel ciclo precessionale di 2190 anni. Le consentiva di misurare la posizione degli astri, di conoscere la latitudine, di fare previsioni astronomiche ed astrologiche per lei stessa e per gli altri. Le consentiva di prevedere il ciclo mestruale vedendo avvicinarsi la fase lunare nella quale aveva avuto inizio il ciclo precedente; le consentiva probabilmente di avere lei stessa importanti indicazioni sulla sua fertilità nel ciclo. Le indicava con notevole precisione la data probabile del parto, essendole nota la data di inizio delle ultime mestruazioni e con essa le caratteristiche del segno zodiacale del piccolo. Dove è stata progettata questa placca? Dal rapporto fra il raggio della “cordonatura” interna alle “lune ed il raggio del piccolo cerchio intorno al foro centrale, si può trarre una latitudine di progetto. Questa placca risulterebbe essere stata progettata sotto il 37esimo parallelo. Si è ricercato un cielo simile a quello “indicato” dalla placca ed è stato calcolato che un cielo simile esisteva intorno al giorno 13 Ottobre dell’anno 887 a.C. Con un ulteriore approfondimento, grazie a più complessi calcoli , si è potuto indicare il cielo delle ore 17 del giorno 11 Ottobre del 887 a.C. come quello piu’ corrispondente. Probabile data natale della defunta seppellita nella tomba 64 della necropoli chiavarese. Verifica relativa alla Placca sulla quale ho riportato/sovrapposto il disegno del piatto del Pinches, vedi fig.A14 . fig.A14 Come si può vedere i dodici “cerchiolini” esterni del disegno del piatto del Pinches corrispondono alla circonferenza appena sotto le lune . I “cerchiolini” più interni posti orizzontalmente e verticalmente corrispondono ai bracci che suddividono la placca in 12 parti . I cerchietti centrali delimitano perfettamente la base dello gnomone. Lo Sri Yantra ed il rosone del Basilica di Collemaggio : raffinati ologrammi che ci hanno tramandato, unitamente ad altre opere come il labirinto e l’enneagramma, per raggiungere elevati stati di coscienza che ci aiutano a comprendere i segreti dell’universo ? 33
  • 34. In India viene praticato il Vastu, l’antica scienza vedica delle costruzioni o architettura vedica . Il Vastu ci aiuta a ricevere i benefici naturali offerti dai cinque elementi di base dell’universo, dove tutti noi abitiamo ed è basato sulle leggi eterne della natura in accordo alle quali sono stati costruiti per migliaia di anni templi, case e intere città in India. Il Vastu considera la casa come un microcosmo contenente tutte le energie e le forze che agiscono nell’universo, una lente che focalizza le forze della natura e del cosmo e quindi collega lo spazio con i suoi abitanti. Gli antichi saggi sapevano infatti che il disegno dello spazio ha un’importante influenza sull’uomo che vi abita e sul suo destino. L’esperienza di generazioni di architetti e costruttori vedici ha confermato questa idea ed ha aggiunto ulteriori informazioni. Questa tradizione è ancora viva in India ai nostri giorni, ed offre la migliore simbiosi tra architettura e uomo moderno. Yantra Gli yantra sono un sistema di elementi, figure e simboli che rappresentano diverse energie del cosmo. Possono anche essere combinati con parole scritte e disegni geometrici. Le energie dello spazio possono essere indotte e modificate grazie a questi oggetti, disegni o simboli grafici chiamati “yantra” dal sanscrito. Lo Sri Yantra ad esempio, è uno dei più antichi e complessi simboli geometrici dell’umanità. L’età dello Sri Yantra è stimata dallo scienziato americano Patrick Flanagan essere di 12.000 anni. Oggi alcuni scienziati chiamano lo Sri Yantra , “il re degli disegni con potere” e credono che suo effetto energetico sia settanta volte superiore a una piramide della stessa misura. Lo straordinario effetto di questo yantra dipende dalla sua precisione geometrica. In India da migliaia di anni viene utilizzato per rituali e meditazione. Lo Sri Yantra è considerato di gran buon auspicio nelle case e al lavoro per soddisfare sia i desideri spirituali che materiali. Meru Chakra Lo Sri Yantra tridimensionale a forma di piramide, o Meru Chakra ,vedi fig.A15 ha la potenzialità di riequilibrare le energie disturbate dai difetti di una casa, dovuti a forme irregolari o posizione errate delle stanze, e convogliare ed aumentare le energie positive. Il Meru Chakra viene posizionato a nord o nord est della casa. Il Nord è la direzione della salute, fortuna e denaro e nord est la direzione più importante della casa dal punto di vista dell’energia spirituale, perciò la più preziosa. In India il Meru Chakra viene consigliato per suoi effetti terapeutici. Inoltre tradizionalmente è utilizzato come oggetto di meditazione. fig.A15 La fig.A15 rappresenta un Meru Chakra in oro e per questa ragione l’autore di questo studio ne ha realizzato uno meno costoso utilizzando uno Sri Yantra originale tibetano, vedi fig.A16 fig.A16 34
  • 35. Nelle capitolo delle Verifiche si è potuto vedere come nel rosone di Collemaggio possono essere inserite immagini rappresentanti lo Si Yantra ,il piatto di Pinches , la placca della necropoli di Chiavari, la spirale di Fibonacci ed il labirinto di Chartres e si è potuto notare che vi sono delle significative coincidenze matematico astronomiche . L’autore del presente studio ha realizzato quindi per il rosone di Collemaggio l’equivalente della piramide Meru Chakra( Sri Yantra tridimensionale ), vedi fig.A17 . fig.A17 Nella pagina iniziale di questo studio vi è la rappresentazione tridimensionale del rosone di Collemaggio in rapporto ai segni zodiacali ed alle stelle e galassie. Nella fig .14b a pag.13 si può vedere invece come il sole nel solstizio destate proietta l’immagine nel rosone all’interno della chiesa in corrispondenza ai tre otto ed ad un particolare labirinto riprodotto con un mosaico nel pavimento della chiesa stessa. Sempre dalla fig.14b si può vedere come il Rosone della basilica di Collemaggio è ubicato verso N.O come indica la posizione del sole alle ore 18 del Solstizio d’Estate . Ubicando il Rosone tridimensionale, come sopra specificato, con la stessa esposizione del Rosone della Basilica di Collemaggio per analogia si dovrebbero ottenere gli stessi effetti del Meru Chakra , ovvero avere una lente che focalizza le forze della natura e del cosmo collegando lo spazio con i suoi abitanti aumentando così le energie positive in un edificio. Verifica e considerazione finale . Se è vero che il Rosone di Collemaggio potrebbe essere una rappresentazione astronomica del cielo, allora questa rappresentazione dovrebbe coincidere con le rappresentazioni sempre di tipo astronomico di altri popoli ubicati in diverse aree geografiche della terra in p articolare se no hanno mai avuto dei contatti. Per far ciò è stato preso in considerazione il calendario Maia rappresentato nella così detta Pietra del Sole , un grande disco del diametro di circa due metri, scolpito a Tenochtitlan nel 1492 , vedi fig.A18 . La Pietra del Sole, conservata a Città del Messico fig.A18 Sin dai tempi antichi, i cambiamenti profetizzati dal Maya ed da altre popolazioni erano associati al culminare di un ciclo principale di 25.920 anni noto come “precessione”, inoltre il ciclo del Calendario Maya, di 5.125 anni di lunghezza, è esattamente 1/5 della precessione. 35
  • 36. Il dott. Smelyakov insieme ad altri ricercatori nell’articolo intitolato “La Scala Temporale Aurica ed il Calendario Maya” ha sul rapporto noto come “Phi”, o Sezione Aurea, e su come esso unifichi e correli i seguenti fenomeni. Coloro che hanno studiato la geometria sacra o letto i libri sull’argomento sono ben consci dell’importanza del rapporto Phi, che ha un valore di 1,6180339. Si può facilmente vedere questo rapporto nelle relazioni tra le comuni frequenze musicali “Diatoniche” così come nelle proporzioni naturali di crescita dei gruppi di batteri, nella vita delle piante, nella vita animale e nel corpo umano. Se disegnato geometricamente, esso appare come la classica forma spirale che si nota tanto spesso nelle conchiglie marine sulla spiaggia. Inoltre, l’importanza di Phi è stata conservata come sacra in molte strutture antiche di tutto il mondo. Come rapporto, esso bilancia perfettamente le forze di espansione e contrazione, che possono essere dimostrate geometricamente e matematicamente, e il suo nesso con la musica dimostra che è una caratteristica fondamentale nel comportamento della vibrazione. Anche in questo caso gli studiosi della cultura Maia hanno messo in relazione il calendario con la precessione degli equinozi, il“Phi” o Sezione Aurea , con le vibrazioni e quindi con le frequenze musicali . A questo punto si potrebbe inserire il discorso circa le profezie dei Maya del 2012 ma ciò altrerebbe lo scopo di questo studio. Per questa ultima verifica è stata usata una rappresentazione grafica della “pietra del sole”, vedi fig.A19 , che è stata sovrapposta in rosso al rosone di Collemaggio , vedi fig.A20 fig.A19 fig.A20 36
  • 37. Sempre tenendo conto della deformazione fotografica del Rosone di Collemaggio dovuta all’angolo di ripresa si possono fare le seguenti principali osservazioni: 1) L’area A B e cioè la corona compresa fra i cerchi tangenti ai punti A e B è uguale a quella del Rosone e della “Pietra del Sole”. 2) L’area B C e cioè la corona compresa fra i cerchi tangenti ai punti B e C è uguale a quella del Rosone e della “Pietra del Sole”. Il punto C indica fra l’altro il punto in cui si ramifica il braccio del cerchio con 24 braccia, o raggi, del Rosone 3) L’area C D , inizio della ramificazione dei raggi ed il punto d’incontro di questi con la circonferenza che circoscrive i dodici raggi, è uguale a quella del Rosone e della “Pietra del Sole”. 4) Non è staso possibile sovrapporre il piatto di Pinchas comunque confrontando la fig. A20 con la fig. A3 è possibile vedere quali sono le coincidenze fra il Rosone,la “Pietra del Sole” , il piatto di Pinches, la placca della necropoli di Chiavari, ecc. Note: (1)La Via Francigena, anticamente chiamata Via Francesca o Romea e detta talvolta anche Franchigena, è un fascio di vie che conduceva alle tre principali mete religiose cristiane dell'epoca medievale: Santiago de Compostela, Roma e Gerusalemme. I primi documenti d'archivio che citano l'esistenza della Via Francigena risalgono al XIII sec. e si riferiscono a un tratto di strada nel territorio di Troia in provincia di Foggia. Il percorso di un pellegrinaggio che il vescovo Sigerico nel X sec. fece da Canterbury per giungere a Rima appresenta una delle testimonianze più significative di questa rete di vie di comunicazione europea in epoca medioevale, ma non esaurisce le molteplici alternative che giunsero a definire una fitta ragnatela di collegamenti che il pellegrino percorreva a seconda della stagione, della situazione politica dei territori attraversati, delle credenze religiose legate alle reliquie dei santi. (2) sagittale [sa-git-tà-le] agg.• anat. Che divide il corpo o una parte di esso in parti simmetriche: sezione s. || sutura s., punto in cui si saldano le due ossa parietali del cranio (3) Il cervello è costituito da due parti principali, gli emisferi (destro e sinistro), tra i quali è interposta una profonda fessura, la scissura longitudinale. Ciascun emisfero contiene una cavità (I e II ventricolo, a loro volta in comunicazione con il III e il IV ventricolo) contenente LIQUOR, ed è distinto in lobi: frontale, parietale, temporale, occipitale. La superficie del cervello è contrassegnata da solchi (scissure) e da pliche (circonvoluzioni). (4) Sul pavimento sembra sia stato stampato sulla pietra un circuito che viene costantemente attivato dalle correnti energetiche della terra, dove l'uomo, attraversandolo, con la sua statura eretta, forma un'antenna ricevente e trasmettente, che crea il giusto ponte di collegamento con le vibrazioni cosmiche, cosa che gli consente di avviarsi, se decide di intraprendere questo percorso energetico, verso un progressivo processo di purificazione (4 a) L’Enneagramma è una dottrina dei tipi psicologici molto antica. Ennea vuol dire nove e nel disegnare la figura geometrica si forma un diagramma molto simile ai rosoni delle cattedrali gotiche. Ha in comune con molte altre tipologie la schematica riduzione del comportamento umano a un numero limitato di tipi di carattere. L’astrologia descrive dodici tipi di uomo secondo il segno zodiacale, mentre l’Enneagramma, altrettanto antico, ne descrive nove, classificate secondo lo schema planetario classico, che comprende, oltre ai sette pianeti, i due nodi lunari, ascendente e discendente (figg.22 e 22.a). fig.22 fig.22a 37
  • 38. (5) Tutti noi abbiamo sentito quella storia che racconta come Dio volle nascondere la regalità e l'illuminazione dell'uomo nell'unico posto dove egli non le avrebbe potute trovare. Ma non in fondo agli oceani, ai vulcani, o sulle cime delle montagne più alte, come gli consigliavano dei o angeli a seconda della provenienza di questa favola universale. Dio la nascose dentro all'uomo perché lì era sicuro che lui non l'avrebbe mai cercata. Il Graal non soltanto è dentro di noi (e questo sarebbe perfettamente in linea sia con la teoria secondo la quale noi siamo piccoli universi, sia con il postulato "come nel grande così nel piccolo"... Trismegisto docet) ma è un ben preciso organo, anzi una ghiandola: non un simbolo o un archetipo ma un corpuscolo vero, fatto di "materia". LACOPPAdell'ETERNAGIOVINEZZA Prima di svelarvi di quale ghiandola si tratti, vi chiedo di seguirmi nel seguente ragionamento. Il graal si dice sia una coppa, però nessuno lo ha mai visto. E' noto, tuttavia, che chi b eve dal graal ottiene l'eterna giovinezza, la guarigione da tutte le malattie e l'illuminazione. In definitiva, al di là della sua forma reale, il graal è sicuramente un contenitore che porta in sé un liquido in grado di offrire tali doni a chi lo beve. Ma noi abbiamo nel nostro meraviglioso corpo proprio un piccolissimo contenitore dal quale possiamo "bere" un liquido di questa portata. Si tratta della ghiandola pineale, un corpuscolo grande come una lenticchia, a forma di cono (quindi ricorderebbe una minuscola coppa), situata alla base del nostro cervello (quindi dentro di noi come racconta la storia citata all'inizio dell'articolo). La ghiandola pineale - o epifisi in gergo scientifico - produce, tra l'altro, la melatonina, un ormone prodigioso le cui caratteristiche sono state scoperte solo di recente ma che ricordano incredibilmente quelle del liquido contenuto nel graal. La melatonina viene elaborata dal corpo nel periodo notturno, durante il quale la ghiandola raggiunge il massimo della sua attività. Proprio di notte sappiamo bene che la conoscenza intuitiva e le nostre facoltà più sottili emergono e "si impossessano di noi". (NdR: la nostra melatonina si trova anche e sopra tutto nell'Urina...) Descrive Laurence Gardner in "I Signori degli Anelli" (Newton Compton Ed.) "... la melatonina esalta e rafforza il complesso del sistema immunitario del corpo, accresce la produzione di energia fisica alzando il livello di sopportazione della fatica, regola la temperatura interna contribuendo a un'ottimale gestione del sistema cardiovascolare ed è per eccellenza la sostanza antiossidante del corpo, con effetti evidenti sui meccanismi antinvecchiamento e sulla mente, sviluppando facoltà paranormali". Ecco dunque che chi beve le secrezioni contenenti melatonina dalla ghiandola pineale diventa "immortale" (effetto antinvecchiamento e rafforzamento del sistema immunitario) e ottiene "l'illuminazione" (aumento delle facoltà paranormali, dell'intuizione e altro). Il piccolo cono, dunque, come la coppa graaliana, elargisce questo succo miracoloso: ma come fare a berlo? Jasmuheen, una dolcissima donna australiana che dal '93 si astiene dal cibo, nei suoi seminari, dove spiega tra l'altro come vivere nutrendosi esclusivamente di "luce liquida", racconta che è possibile "bere" la divina Amrita, come viene chiamata nella tradizione sanscrita, ovvero la secrezione che scende come una piccola goccia stimolando, con la lingua arrotolata all'indietro, il palato verso l'epiglottide, guarda caso proprio sotto la ghiandola pineale. Forse l'Amrita, l'ambrosia degli dei, il nettare divino, non è nient'altro che la secrezione di cui abbiamo parlato, ovvero quella contenente melatonina. Se così fosse, ognuno di noi avrebbe in sé la chiave della longevità e della riscoperta della propria sovranità, e potrebbe accedervi in ogni momento, semplicemente arrotolando al massimo la lingua verso l'epiglottide e aspettando che fuoriesca una piccola goccia che sembra muco. Ma proviamo a vedere se nella tradizione graaliana vi sono altre prove che ratifichino tale ipotesi. La TORRE (vedi anche fig.20) Nella tradizione graaliana vi sono due simboli che vengono considerati interscambiabili tra loro e "sinonimi" della sacra coppa: la torre e la scala. Tant'è che Dante, iniziato e Gran Maestro del Priorato di Sion, un ordine templare, coinvolto nello studio dell'alchimia e quindi nella ricerca del graal ed esiliato da Firenze, si rifugiò a Verona dal suo amico Cangrande "Della Scala". Il simbolo degli Scaligeri è una scala che si restringe verso l'alto ricordando proprio una torre: sarà un caso ? La Scala-Torre, come il graal, è legata a una tradizione che permette il raggiungimento della Vera Luce e dell'Immortalità. Un particolare interessante e inspiegabile è che molte dee, regine e importanti donne legate alla discendenza graaliana portano una torre in testa, come copricapo. Per esempio la dea egizia Serapide reca sul capo il "Gradal", una sorta di torre, dove viene conservato il "Fuoco Celeste" di Phtah, la scintilla divina incarnata in ogni essere. In Francia, a Rennes le Chateaux dove si vocifera sia o sia stato sepolto il graal, vi è la statua di una dea (forse Diana ?) con il capo sormontato da una torre e gli scrittori latini Strabone e Lucano, come viene spiegato in Sulle tracce del graal di Bizzarri e Scurria (Mediterranee) parlano della regione di Rennes Le Chateaux come di una "[...] regione 'lunare' dove un tempio dedicato a Diana di innalzava sopra l'Oppidum Ra, che designa una torre". In egiziano e in ebraico la parola "torre" viene scritta "MGDL" ovvero "Magdal" o "Migdal", da cui Magdalena, la donna per eccellenza connessa al mito del graal. Karidven, la Dea Bianca e Grande Madre, regina incontrastata degli dei nella tradizione celtica dal V al I millennio a.C., dea della fecondità, della terra, detentrice del calderone che dava l'immortalità (in Bizzarri e Scurria il calderone della tradizione celtica è assimilato al graal) e definita da Apuleio l'omologa di Venere, Diana, Proserpina e Iside, veniva chiamata dai celti anche Rhiannon, ovvero "regina coronata da torre". 38
  • 39. Karidven significa "porta divina" ed è raffigurata con una scala in testa. Il calderone associato a Karidven-Rhiannon è fonte di inesauribile ricchezza ed eterna giovinezza ed è strettamente legato alla resurrezione del corpo che diventa immortale. Forse, questa torre-graal posta sul capo delle regine graaliane sta a indicare che il graal va cercato nel capo ? Insomma potrebbe essere una indicazione di dove cercarlo? Tanto più che la produzione di melatonina da parte dell'epifisi viene stimolata dalla serotonina, una sostanza secreta dalla sottostante ghiandola pituitaria, più nota come ipofisi: quindi un'ulteriore indicazione di un processo chimico che si svolge nel nostro capo. Nei Tarocchi, l'arcano chiamato La Torre rappresenta proprio una torre sormontata da una corona (ma le corone non si mettono in testa ?), che viene colpita a metà della sua altezza da un fulmine e si spezza, mentre dal cielo piove manna, ovvero l'alimento divino. L'immagine ricorda in modo raccapricciante quella dell'aereo che si schianta contro la prima torre di Manhattan il 9 settembre 2001, divulgata dalla BBC ed entrata ormai nel nostro immaginario collettivo: il fulmine che colpisce la torre dei tarocchi spezzandola è proprio alla stessa altezza del lampo di luce provocato dall'aereo in collisione. La carta seguente a La Torre è chiamata Le Stelle e, nella serie di Alesteir Crowley, Gran Maestro rosacrociano, raffigura una donna con due coppe in mano. Potrebbe indicare che una donna scopre la seconda coppa, ovvero il piccolo graal inserito nel nostro capo il cui doppio esterno ("come nel grande così nel piccolo") è sepolto in qualche luogo in Europa ? Non è singolare che questa intuizione sul graal sia venuta a una donna (io) all'indomani della caduta della torre, esattamente come sembrano descrivere i Tarocchi ? La manna che scende dalla torre potrebbe indicare la divina Amrita contenuta nella ghiandola pineale ? La Torre viene chiamata la Casa di Dio ed è collegata (come spiegato in Gardner, op.cit.) alla linea femminile di discendenza del graal. Ma perché linea femminile ? (6) Le cattedrali sono state costruite in punti particolarmente magnetici, lungo l'incrocio delle Leys Lines, le correnti del campo magnetico terrestre (figg.23 e 24). fig.23 fig.24 Anche nell’architettura vedica (vastu) le abitazioni ed i templi sono ubicati secondo le direzioni geografiche . Nei templi viene collocato lo Sri Yantra o Meru-Chakra ,vedi fig.A15 a pag 34. Le piante dell’Aquila e Gerusalemme sono simili ma orientate in modo diverso. Ponendo a confronto le mappe del centro storico delle due città, si ottiene una sovrapposizione alquanto precisa, che vede corrispondere il Sud 39
  • 40. dell’Aquila al Nord di Gerusalemme, vedi fig.25. Fig.25 Guardando attentamente la pianta, notiamo altri rilevanti particolari: il fiume Cedron scorre nell’omonima valle, come l’Aterno per L’Aquila; il monumento denominato Piscina di Siloe e localizzato esattamente come Fontana delle 99 Cannelle, ambedue adiacenti ad una porta muraria; verso nord c’è il monte del Tempio per L’Aquila corrispondente a Collemaggio. Le due città sorgono entrambe su colline ad una altitudine di 721 metri s.l.m. per L’Aquila e poco più (circa 740 m.) Gerusalemme. Vi sono inoltre le piramidi . All'epoca della presunta costruzione i condotti sud e nord al suo interno puntavano rispettivamente verso la cintura di Orione (fig.26) e verso Sirio quelli a sud, mentre quelli a nord verso la stella polare e verso la testa dell'orsa minore. fig.26 Bisogna notare ancora come le cattedrali Francesi dedicate a "Nostra Signora"(NOTRE_DAME), cioè alla Vergine , non sono state costruite a caso ma secondo un progetto unitario ben preciso, tendente a ricreare in Terra un’immagine speculare di ciò che sta in Cielo (fig.27). L’intero progetto delle cattedrali ripropone infatti il disegno della costellazione della Virgo o Vergine Una dopo l'altra, sorsero le cattedrali di Evreux, di Rouen, di Reims, di Amiens, di Bayeux, di Parigi, fino ad arrivare al trionfo della cattedrale di Chartres. fig.27 40
  • 41. (7) (7a) Normalmente la frequenza di una voce condizionata dai vari stati d'animo ha l'estensione di un'ottava musicale. Questa è l'ottava centrale di una serie di tre ottave di risonanza che possiamo trovare nel corpo umano: ottava inferiore dagli alluci all'ombelico, ottava centrale dall'ombelico al centro della fronte (occhio spirituale) e ottava superiore, dall'occhio spirituale alla sommità del capo. Nell'ottava centrale la tonica inferiore produce calma mentale e fisica ed è localizzata in corrispondenza dell'ombelico. La tonica superiore porta serenità spirituale e richiama la consapevolezza in corrispondenza dell'occhio spirituale, al centro della fronte, dove idealmente guardano gli occhi incrociati verso l'alto. Tutte le altre emozioni si collocano tra questi due punti e la frequenza della voce cambia man mano che la consapevolezza si muove da un punto all'altro del corpo. Ascendendo dalla tonica inferiore a quella superiore, lungo lo spettro sonoro di un'ottava, si passerà attraverso 22 punti principali di energia emozionale, chiamati Nadi, che corrispondono ad altrettanti punti nel corpo, e la consapevolezza si muoverà da un'emozione all'altra. Tutte le cose create, dai fenomeni più grossolani fino ai fenomeni più sottili, come il pensiero, sono in uno stato di perpetuo movimento e tutto ciò che è in movimento emette delle vibrazioni, quindi dei suoni. Nell'essere umano la voce è il canale attraverso il quale la coscienza si manifesta esteriormente; è l'anello di congiunzione fra la mente e le emozioni di una persona a quelli di un'altra. Tutte le cose che vibrano sono sensibili tra di loro, quindi potremmo dire che il suono è l'anello di congiunzione fra tutti i fenomeni. (7b) Ognuno di noi, secondo Vemu Mukunda, vibra come uno strumento musicale risuonando in base ad una delle 12 possibilità della scala cromatica: le 7 note base più le altre 5 note alterate o diesis. Possono risuonare in un punto qualsiasi delle tre ottave sonore in cui è diviso il corpo umano e cioè nell'ottava bassa, dall'alluce all'ombelico, nell'ottava media, dall'ombelico alle sopracciglia (il terzo occhio) e infine nell'ottava alta, dal terzo occhio al centro del capo (fontanelle). A ciascuna di esse corrisponde un tipo di personalità. (8) Le quattro scoperte sulla coerenza neuropsichica 1) La prima scoperta è relativa all’esistenza di una correlazione tra la coerenza tra le onde elettroencefalografiche tra i due emisferi e la salute psicosomatica. L’osservazione di più di un migliaio di pazienti evidenzia che le onde elettroencefalografiche dei due emisferi possono essere più o meno coerenti in relazione al loro livello di integrità psicofisica: alti valori sono correlati a stati di salute, bassi valori sono correlati a stati di depressione psicofisica. Il valore di coerenza viene interpretato come indicatore generale della comunicazione e integrazione tra i due emisferi e tra le differenti aree funzionali del cervello (tre cervelli). Il campo principale di applicazione di questa scoperta è in medicina psicosomatica, come quantificazione globale dello stato di salute. 2) La seconda scoperta è quella degli "stati armonici ad altissima coerenza", caratteristici dei momenti di intensa creatività, di profondo benessere e degli stati di meditazione. La coerenza media durante le sessioni di meditazione è alta, tendente al 95-100%. La coerenza media di un gruppo di meditanti dopo una sessione di meditazione è significativamente più elevata della loro media prima della sessione. Due ricerche del 1990 e 1991 hanno permesso di scoprire che, in stati di meditazione, le onde cerebrali (oltre ad essere ad elevata coerenza) possono generare un’unica onda armonica, con picchi regolari o a forma di onda sinusoidale, spesso stabile per decine di minuti, come se tutte le differenti frequenze dei vari centri cerebrali diventassero coerenti e iniziassero a "suonare un’unica sinfonia comune" indice di profondo benessere psicofisico. Questa seconda scoperta trova la sua principale applicazione nell'ambito dello sviluppo del potenziale umano come quantificazione dello stato evolutivo individuale. 3) La terza scoperta è relativa alla "coerenza intercerebrale", ossia alla "sincronizzazione interpersonale". I cervelli di coppie di persone vicine, che normalmente sono caratterizzati da onde completamente indipendenti e non coerenti, possono sincronizzarsi tra loro anche a livelli molto alti. Questi dati sono stati da me rilevati e quantificati con una serie di esperimenti su coppie svolti nel 1991 e 1992, analizzando i valori di coerenza tra i loro emisferi destri e sinistri. La ricerca ha evidenziato un'inaspettata comunicazione tra persone vicine, con punte di sincronizzazione tra cervelli superiori al 90%. Questa scoperta dimostra scientificamente una "comunicazione sottile" tra persone e permette di quantificare fenomeni come l'affetto di coppia, l'empatia, il feeling e la telepatia. 4) La quarta scoperta, strettamente derivata dalle terza, è relativa alla "sincronizzazione collettiva", ossia all'esistenza di un "campo di coerenza collettivo" tra persone in gruppo. Una serie di esperimenti, iniziati nel 1994, su gruppi di 12 persone, prima e durante una sessione di meditazione, hanno evidenziato un aumento della coerenza tra le onde EEG dei cervelli di persone vicine durante la fase di meditazione, con valori che hanno superato il 60% con punte massime che hanno raggiunto l'82%. E' la prima dimostrazione scientifica dell'esistenza di un "campo di coscienza collettiva". Questi dati permettono di comprendere le basi scientifiche della "telepatia collettiva", della cooperazione o delle difficoltà di relazione all’interno di gruppi di lavoro, classi scolastiche, società. Ricerche scientifiche sulla meditazione a distanza con sincronizzazione elettroencefalografica collettiva: provata scientificamente la sincronizzazione tra i cervelli di due gruppi di persone in meditazione a più di 200 Km. Uno storico esperimento scientifico sulla sincronizzazione tra le onde elettroencefalografiche cerebrali di due gruppi di meditatori a più di 200 chilometri di distanza è stato sviluppato e condotto dal Dott. Nitamo Montecucco dell’Istituto Cyber Ricerche Olistiche del Villaggio Globale di Bagni di Lucca, in collaborazione con il Club di Budapest, e con il supporto tecnico scientifico del Dr. William Giroldini e del Dr. Alessandro Marraccini. L’esperimento - svolto in concomitanza con la Giornata della Meditazione/Preghiera Globale della Preghiera (World Prayer and Meditation day) del 20 Maggio 2007, a cui hanno partecipato circa un milione di persone in 54 Paesi del mondo - è stato condotto con due elettroencefalografi computerizzati “Brain Olotester 412” sincronizzati tra loro al centesimo di secondo tramite dispositivi satellitari. 41